Negli Stati Uniti, Google sta affrontando un importante processo sulla sua presunta posizione di monopolio sul mercato dei motori di ricerca (e non solo). Le conseguenze del processo potrebbero avere conseguenze durature sul mercato dei servizi digitali.
Nell’ambito di questo procedimento, l’accusa ha dichiarato che Google pagherebbe fino a 10 miliardi di dollari all’anno per difendere e blindare la sua posizione più che dominante sul mercato dei motori di ricerca. Soldi che, in larga parte, verrebbero spesi per assicurarsi che Google continui ad essere l’opzione predefinita su pressoché la totalità degli smartphone, computer e browser venduti e distribuiti in tutto il mondo.
Alphabet, il colosso che controlla Google, paga più di 10 miliardi di dollari all’anno per mantenere la sua posizione di motore di ricerca predefinito su browser web e dispositivi mobili, soffocando la concorrenza. Questa è l’affermazione avanzata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti martedì all’inizio di un processo antitrust che potrebbe mettere in seria difficoltà l’azienda.
«Questo caso riguarda il futuro di Internet e determinerà se il motore di ricerca di Google dovrà mai affrontare una concorrenza reale», ha dichiarato Kenneth Dintzer, un procuratore del governo, nel suo discorso inaugurale. «Le prove dimostreranno che hanno richiesto l’esclusività predefinita per bloccare i rivali».
Dintzer sostiene che, quello di Google, sia un monopolio di fatto almeno dal 2010. Oggi l’89% delle ricerche online vengono svolte sul motore di Alphabet.
All’inizio dell’anno, l’introduzione di un’IA conversazionale basata su GPT-4 su Bing sembrava avesse il potenziale per mettere in discussione le regole del settore. Ad ogni modo, l’impatto positivo di Bing Chat per gli interessi di Microsoft ha avuto vita relativamente breve.