Tartarughe Ninja: la storia di un franchise così longevo

Al cinema è arrivato Tartarughe Ninja: Caos Mutante, un film che rimette al centro dell’attenzione i personaggi creati da Kevin Eastman e Peter Laird attraverso le pagine dei fumetti. Si tratta di un universo narrativo che dura da quasi quarant’anni, e che ha conquistato più generazioni. Tra fumetti, film, videogiochi, serie animate, e merchandising vogliamo raccontare la  storia del franchise delle Tartarughe Ninja.

Da indipendenti a franchise

Nel 1984, all’epoca della pubblicazione del primo albo delle Tartarughe Ninja, Kevin Eastman e Peter Laird erano solo due giovani che provavano a farsi pubblicare, senza successo. Per questo motivo fondarono una casa editrice chiamata Mirage, chiedendo il supporto delle famiglie per autoprodursi. Le Tartarughe Ninja nascevano in un periodo in cui l’affermazione di una nuova corrente fumettistica si era già fatta largo. Soprattutto il Daredevil di Frank Miller aveva unito lo spirito dei supereroi con un’attitudine orientale. I lettori avevano voglia di qualcosa di diverso, ed in effetti nel 1986 sarebbero arrivati il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller, Watchmen di Alan Moore, ed in Italia Dylan Dog.

Le Tartarughe Ninja nascevano in un periodo in cui l’affermazione di una nuova corrente fumettistica si era già fatta largo.

Non a caso tutte queste opere fumettistiche uscirono nel giro di un anno. E qualche tempo prima Kevin Eastman e Peter Laird avevano colto lo spirito del tempo, non solo a livello narrativo, ma anche nella produzione. Negli anni Ottanta si diffuse il Mercato Diretto, che portò alla proliferazione delle fumetterie, ed alla nascita delle case editrici indipendenti. Con il sistema del reso da edicola che andava a saltare, i fumettisti potevano stampare numeri precisi di copie, sfruttando i pre-ordini, e seguendo direttamente l’andamento delle vendite. Fu così che il primo numero delle Tartarughe Ninja, stampato in tremila copie, arrivò subito al sold-out. E così avvenne anche per la ristampa di seimila copie. Le Tartarughe Ninja arrivarono a vendere anche 100.000 copie. I lettori dicevano che trovavano in quelle storie qualcosa di alternativo.

Ed era questa la fortuna di Kevin Eastman e Peter Laird: avevano creato un qualcosa di alternativo. Le Tartarughe Ninja univano lo spirito dei fumetti dei supereroi, però, riuscendo ad aggirare i limiti del Comics Code Authority potevano proporre contenuti più spinti. Era come se Fritz il Gatto avesse incontrato Daredevil. Ed in effetti pensando a degli animali antropomorfi che agiscono come supereroi stiamo parlando letteralmente di un figlio dei comics americani indipendenti e del fumetto supereroistico mainstream. Le Tartarughe Ninja sapevano di Teen Spirit. E già nel primo albo i quattro protagonisti fanno fuori Shredder in una maniera piuttosto violenta. L’affermazione delle Tartarughe Ninja creò la vera e propria esplosione del mercato indipendente dei fumetti americani, uno strumento che portò alla ribalta anche opere di futuro successo come Il Corvo.

Dal fumetto, al giocattolo, allo schermo

Kevin Eastman e Peter Laird avevano però solo iniziato a vivere il loro sogno, considerando che il successo dei fumetti delle Tartarughe Ninja fu solo il punto d’inizio. Nel 1987 Playmates Toys propose ai due autori un contratto per la realizzazione di giocattoli sulle Tararughe, e fu così che, come avviene da routine per le case di produzione di giocattoli, venne concepito il cartone animato per portare i bambini ad avvicinarsi ai personaggi. La serie animata sulle Tartarughe Ninja era decisamente più edulcorata rispetto ai fumetti, ma riuscì nell’intento di avvicinare i più piccoli, portando i creatori Eastman e Laird a divenire milionari. Le Tartarughe Ninja erano diventate un prodotto adatto a tutte le età: avvicinavano i ragazzi adolescenti grazie ai fumetti, ed avevano conquistato anche i più piccoli con i cartoni animati. Si creò così anche una linea fumettistica parallela, con la partecipazione di Archie Comics, che portò le Tartarughe Ninja, così come sono conosciute nei cartoni animati, anche nel giro della distribuzione da edicola.

Le Tartarughe Ninja erano diventate un prodotto adatto a tutte le età: avvicinavano i ragazzi adolescenti grazie ai fumetti, ed avevano conquistato anche i più piccoli con i cartoni animati.

E, nel frattempo, Hollywood aveva pronto un lungometraggio che uscì nel 1990, e che divenne il più grande successo di sempre per un film indipendente. Tartarughe Ninja alla riscossa divenne il nono incasso dell’anno, e fece proseguire l’ascesa dei personaggi nati da un albo stampato in sole tremila copie. Chiaramente il merchandising si ampliò, e uscirono fuori anche i videogiochi, con la Nintendo che realizzò il primo titolo già nel 1989. I rifiuti ottenuti da Kevin Eastman e Peter Laird, da parte di case editrici che non volevano pubblicare le Tartarughe Ninja all’inizio degli anni Ottanta, divennero la loro fortuna. I due detenevano i diritti dei personaggi, e, ad un certo punto, arrivarono ad ottenere 400 milioni di dollari soltanto grazie al merchandising delle Tartarughe Ninja.

La fortuna delle Tartarughe Ninja divenne anche quella di altri autori indipendenti, considerando che Kevin Eastman e Peter Laird fondarono agli inizi degli anni Novanta la casa editrice  Tundra Publishing, che diede già in principio spazio a più di 70 progetti. Anche se la fortuna della Tundra Publishing non sarà totale, sia Eastman che Laird avevano creato uno spazio nuovo. E le Tartarughe Ninja continuavano ad essere una fonte senza fine di produzioni e progetti. Dalle serie animate e fumetti TMNT alle nuove produzioni cinematografiche. Le Tartarughe Ninja hanno creato dagli anni Ottanta ad oggi una continuità d’attrattiva nel pubblico, che riesce a rinforzarsi e ad essere viva nonostante il passare degli anni. Solo qualche mese fa è stato lanciato il fumetto che incrocia le Tartarughe Ninja con Stranger Things, anticipato anche in questo caso da una linea di giocattoli dedicata.

Il fatto è che le Tartarughe Ninja hanno una capacità di essere adattate e adattabili, perché hanno colto tutta una serie di fattori che funzionano da sempre, e che, probabilmente, sempre funzioneranno: le storie urban dure e crude, le figure antropomorfe, una dimensione supereroistica da underdog, la fantascienza mischiata con l’action ed il dark noir, la forza dell’adolescenza. Sì, perché le Tartarughe Ninja sono degli adolescenti (ed il loro nome originale inglese lo evidenzia bene). E questo favorisce la possibilità di muoversi su più registri, da quello drammatico all’umoristico. I quattro protagonisti sono ben caratterizzati e riconoscibili (chi non ricorda le battute di Michelangelo, così differente dalla serietà di Leonardo).  E poi nelle Tartarughe Ninja si può scavare a profusione: c’è tanto citazionismo dentro le storie dei personaggi di Eastman e Laird. Dagli omaggi fatti ai grandi artisti italiani, alle arti marziali ed alla cultura orientale. Perché, alla fine, i contenuti fanno la differenza e, soprattutto, quando un prodotto crea longevità.

Tartarughe Ninja: Caos Mutante è un film disponibile al cinema dal 30 agosto.

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