Esopianeta gigante: la nuova scoperta della missione Gaia dell’ESA

La missione Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sta rivoluzionando il modo in cui gli astronomi studiano l’Universo. La sonda spaziale ha già mappato la Via Lattea e ha rilevato le posizioni precise di oltre un miliardo di stelle, raccogliendo enormi quantità di dati che stanno diventando sempre più utili.

Ora, i dati di Gaia hanno permesso di scoprire un nuovo esopianeta gigante utilizzando il telescopio giapponese Subaru. Si tratta del primo esopianeta confermato scoperto grazie alla capacità di Gaia di percepire l’oscillazione che un pianeta induce sul moto della sua stella. La nuova tecnica apre la strada per il futuro dell’imaging diretto di esopianeti.

Quando si tratta di rilevare pianeti attorno ad altre stelle, gli astronomi hanno a disposizione vari metodi che si dividono principalmente in due grandi categorie: diretti e indiretti, che presentano entrambe vantaggi e svantaggi. La maggior parte degli esopianeti è stata trovata con metodi indiretti, per i quali la presenza dei pianeti si deduce dall’effetto che hanno sul moto della stella attorno alla quale orbitano. Nell’imaging diretto, invece, il pianeta viene effettivamente visto da un telescopio.

Fino ad oggi, gli astronomi hanno rilevato solo una manciata di esopianeti utilizzando l’imaging diretto, perché i pianeti devono essere ampiamente separati dalla loro stella ed essere molto più massicci di Giove per essere visibili con le tecnologie attuali.

Thayne Currie del National Astronomical Observatory of Japan (Naoj) ha deciso di impiegare i dati della missione Gaia per individuare stelle che letteralmente oscillavano nel cielo. In particolare, il team ha identificato un numero di stelle che sembravano cambiare posizione in cielo in un modo che suggeriva che attorno a ciascuna di esse orbitasse un pianeta gigante.

Successivamente, hanno utilizzato il Subaru Telescope di Naoj a Mauna Kea, Hawaii, per fare osservazioni nella direzione di quelle stelle. In particolare, hanno utilizzato lo strumento Subaru Coronagraphic Extreme Adaptive Optics (Scexao) del telescopio accoppiato al Coronagraphic High-Resolution Imager e Spettrografo (Charis) e sono così stati in grado di catturare rapidamente un esopianeta.

Il pianeta appena scoperto si chiama Hip 99770 b, ha una massa circa 16 volte quella di Giove e orbita attorno a una stella che è quasi due volte più massiccia del Sole. Anche se l’orbita del pianeta è oltre tre volte più ampia dell’orbita di Giove attorno al Sole, riceve quasi la stessa quantità di luce del gigante gassoso nostrano perché la sua stella ospite è molto più luminosa del Sole.

Telescopio spaziale Euclid: presentate le prime immagini inedite di galassie remote e ammassi di stelle
Telescopio spaziale Euclid: presentate le prime immagini inedite di galassie remote e ammassi di stelle
Blockchain per immagini satellitari: ESA sceglie 3IPK e Thales Alenia Space
Blockchain per immagini satellitari: ESA sceglie 3IPK e Thales Alenia Space
Labirinto della notte: la superficie di Marte ripresa dalla sonda ESA
Labirinto della notte: la superficie di Marte ripresa dalla sonda ESA
Satellite Gaia: scoperte oltre mezzo milione di nuove stelle nell'ammasso globulare Omega Centauri
Satellite Gaia: scoperte oltre mezzo milione di nuove stelle nell'ammasso globulare Omega Centauri
Energia solare dallo spazio: progetto Solaris dell'Esa in collaborazione con Thales Alenia Space
Energia solare dallo spazio: progetto Solaris dell'Esa in collaborazione con Thales Alenia Space
Aeolus: previsto rientro da record sulla Terra
Aeolus: previsto rientro da record sulla Terra
Esopianeti mini-Nettuni: la missione Cheops dell'ESA ne scopre quattro
Esopianeti mini-Nettuni: la missione Cheops dell'ESA ne scopre quattro