La Commissione europea ha introdotto nuove norme per diminuire la quantità di arsenico nei prodotti alimentari, rappresentando così un passo significativo verso il raggiungimento degli obiettivi del piano europeo per combattere il cancro, che mira a limitare o eliminare il rischio cancerogeno associato alle sostanze chimiche negli alimenti. La decisione è stata presa dopo che gli Stati membri erano stati invitati a tenere sotto controllo la presenza di arsenico nei prodotti alimentari e si basa sulla relazione scientifica dell’EFSA del 2021.
Nuova normativa: limiti più bassi per arsenico nei prodotti alimentari
Nel corso degli ultimi 150 anni di storia industriale, l’arsenico nell’ambiente è notevolmente aumentato a causa della combustione di carbone e altri combustibili fossili. Le centrali elettriche che utilizzano carbone, gas, olio combustibile e biomassa, le fonderie, i cementifici, il traffico veicolare e aereo, l’incenerimento dei rifiuti e l’uso di pesticidi e fitofarmaci in agricoltura hanno tutti contribuito alla diffusione di questo elemento nell’aria, nei terreni e nelle acque.
La Commissaria per la Salute e la Sicurezza Alimentare, Stella Kyriakides, ha annunciato l’adozione di nuove misure per ulteriormente ridurre il rischio di esposizione a sostanze cancerogene negli alimenti. Le nuove norme rappresentano un’ulteriore dimostrazione della rigorosità delle regole di sicurezza alimentare dell’UE, afferma la Kyriakides, e danno una risposta alle preoccupazioni dei cittadini sulla sicurezza degli alimenti che consumano.
La misura prevede la riduzione dei livelli di arsenico inorganico ammissibili nel riso bianco e l’introduzione di nuovi limiti di arsenico in vari alimenti, tra cui formule per lattanti, alimenti per neonati, succhi di frutta e sale. Nel 2015, sulla base di una valutazione dell’EFSA che indicava il rischio di cancro della pelle, della vescica e dei polmoni associato all’arsenico inorganico, furono stabiliti i livelli massimi ammessi di arsenico nei prodotti alimentari attuali.
Cos’è l’arsenico e perché è pericoloso
L’elemento chimico con il simbolo As, noto come arsenico, è ampiamente diffuso e presente nella struttura geologica della Terra. L’arsenico è un semimetallo o metalloide, in quanto ha proprietà che si trovano a metà strada tra quelle dei metalli e dei non metalli. È noto da tempo per il suo potere velenoso, ma viene anche utilizzato come componente di leghe metalliche e del vetro, nella produzione di semiconduttori e in alcune preparazioni per il legno. Inoltre, fin dai tempi di Ippocrate, l’arsenico è stato utilizzato in alcune preparazioni per la cura di diverse malattie, tra cui la sifilide durante l’epoca pre-antibiotica.
L’arsenico, presente in natura a basse concentrazioni nelle rocce, nel suolo e nelle acque sotterranee, rappresenta una fonte di esposizione umana attraverso gli alimenti e l’acqua potabile. Tuttavia, le emissioni industriali derivanti dall’estrazione e dalla combustione di combustibili fossili, così come l’uso di fertilizzanti, conservanti del legno, insetticidi o erbicidi contenenti arsenico, possono contribuire a livelli più elevati di arsenico nell’ambiente.
Gli alimenti trasformati a base di cereali come pane di frumento, riso, latte e latticini e l’acqua potabile sono le principali vie di esposizione dell’arsenico inorganico per la popolazione generale europea. Anche gli alimenti per usi dietetici speciali, l’acqua in bottiglia, il caffè, la birra, i cereali e i prodotti a base di riso, il pesce e le verdure, soprattutto le alghe, sono stati identificati come fonti significative di esposizione alimentare giornaliera all’arsenico inorganico.
I pericoli di ingerire l’arsenico
L’ingestione a lungo termine di arsenico inorganico nell’uomo può causare effetti avversi come lesioni cutanee, cancro, tossicità per lo sviluppo, neurotossicità, malattie cardiovascolari, anomalie del metabolismo del glucosio e diabete. Ma non solo: emergono evidenze di impatti negativi sullo sviluppo fetale e infantile, in particolare sulla riduzione del peso alla nascita. I bambini al di sotto dei tre anni di età sono i più esposti all’arsenico inorganico, mentre i grandi consumatori di riso in Europa e di prodotti a base di alghe possono superare la dose settimanale tollerabile di arsenico inorganico. I dati attuali non indicano una diversa esposizione alimentare per i vegetariani rispetto alla popolazione generale, a meno che non consumino grandi quantità di prodotti a base di alghe.
Inizialmente, a causa di problemi con l’analisi dell’arsenico inorganico nei prodotti alimentari, sono stati stabiliti solo i limiti massimi di arsenico per il riso e i suoi derivati. Successivamente, sono stati sviluppati metodi di analisi affidabili e una campagna di monitoraggio è stata organizzata tra il 2016 e il 2018. L’obiettivo di questa campagna era di raccogliere dati affidabili sull’occorrenza di arsenico in diversi prodotti alimentari, al fine di valutare la necessità di fissare limiti massimi aggiuntivi per altri prodotti. I prodotti sottoposti a monitoraggio comprendono cereali, prodotti a base di cereali, succhi di frutta e verdura, acqua potabile, caffè, tè, birra, pesce, frutti di mare, verdure, prodotti a base di alghe, latte, prodotti lattiero-caseari, alimenti per lattanti e bambini, alimenti per usi dietetici speciali e integratori alimentari.