L’Oceano Antartico è noto per la sua estrema variabilità del ghiaccio marino, sia a livello stagionale che inter-annuale. Recentemente, un nuovo studio condotto da scienziati dell’OLAR e della State University of New York ha registrato un nuovo minimo storico dell’estensione del ghiaccio marino antartico, con un valore di 1.788 milioni di km quadrati raggiunto il 21 febbraio 2023. L’evento si è verificato in un contesto di estensioni di ghiaccio insolitamente basse dal 2017, subito dopo il precedente record di 1.924 milioni di km quadrati nel 2022.
A metà marzo, le temperature calde hanno provocato grandi anomalie nell’Antartide orientale e nelle aree costiere, mantenendo l’estensione del ghiaccio ben al di sotto della norma climatologica di marzo (il 2° più basso mai registrato per il mese). Anche se la crescita stagionale del ghiaccio si è poi rallentata, questa diminuzione è stata in parte dovuta a venti anomali da Nord-Nord/Ovest nei settori del Pacifico orientale, dell’Atlantico occidentale e dell’India centrale che hanno spinto il bordo del ghiaccio marino verso Sud trasportando aria più calda.
I ricercatori hanno evidenziato che questo studio dimostra come il riscaldamento globale di origine antropica possa portare ad un’inversione della tendenza positiva a lungo termine dell’estensione minima del ghiaccio marino, con potenziali conseguenze significative sull’ecosistema e sul clima locale. La riduzione del ghiaccio marino antartico, infatti, può influenzare la stabilità delle piattaforme di ghiaccio, la catena alimentare e la popolazione di fauna selvatica, il che rende ancora più importante la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio come il cambiamento del ghiaccio marino antartico possa interagire con il sistema terrestre su larga scala.