Pubblicato su The Lancet Gastroenterology & Hepatology, lo studio è stato condotto dall’Università di Liverpool per conto dell’ European Study Group for Pancreatic Cancer (ESPAC) e sostenuto dal Cancer Research UK.
Il cancro al pancreas è un tumore difficile da trattare e la chirurgia è il trattamento preferito. Quando il tumore coinvolge i vasi sanguigni locali (variante conosciuta come “borderline resectable”) la possibilità di asportazione chirurgica è inferiore al 50% e gli esiti sono scarsi. Tuttavia, l’uso della chemioterapia o della chemioradioterapia prima di tentare l’intervento chirurgico può migliorare la sopravvivenza.
Lo studio ESPAC-5 mirava a confrontare l’uso di tre diversi tipi di terapia neoadiuvante (terapia somministrata prima del trattamento principale) di breve durata rispetto all’intervento chirurgico immediato nei pazienti con tumore del pancreas borderline resectable, per verificare se questo approccio potesse migliorare i risultati dei pazienti. Il team ha reclutato 90 pazienti nel Regno Unito e in Germania tra il 2014 e il 2018, li ha assegnati in modo casuale ai diversi gruppi di trattamento e li ha seguiti per 12 mesi.
Alcuni pazienti sono stati sottoposti a chirurgia come primo trattamento, altri a chemioterapia prima della chirurgia e altri ancora a una combinazione di chemioterapia e radioterapia (chemioradioterapia) prima della chirurgia. I ricercatori hanno riscontrato che la terapia neoadiuvante ha fornito un significativo beneficio in termini di sopravvivenza ai pazienti. Il tasso di sopravvivenza globale a 1 anno è stato dell’84% per FOLFIRINOX, del 78% per gemcitabina più capecitabina e del 60% per la chemioradioterapia a base di capecitabina, rispetto al 39% della chirurgia immediata. Non sono state riscontrate differenze significative nei tassi di asportazione chirurgica tra i gruppi di pazienti sottoposti a chirurgia e neoadiuvante e i trattamenti sono stati tutti ben tollerati.
Gli studi futuri si concentreranno sul tipo e sulla durata della terapia neoadiuvante nel carcinoma pancreatico borderline. “Un numero crescente di studi sta dimostrando che somministrare un po’ di chemioterapia prima dell’intervento chirurgico può migliorare radicalmente la qualità della vita dei pazienti oncologici. Lo studio ESPAC5 mostra una nuova ed entusiasmante evidenza che la chemioterapia prima dell’intervento chirurgico potrebbe giovare ai pazienti affetti da tumore al pancreas, quando questo viene diagnosticato abbastanza precocemente”, spiegano i ricercatori