Ecco che la tecnologia 4.0 aiuta gli agricoltori a contrastare i cambi del clima fatti sempre più spesso di periodi di lunga siccità. Ci sono però anche i rincari dei costi di produzione causati da tensioni mondiali. Un rincaro medio di quasi 15 mila euro. Il progetto di un’agricoltura intelligente ha l’obiettivo di inserire nelle aziende agricole toscane le tecnologie più moderne. Lo scopo è rendere il settore agricolo più preciso e sostenibile a livello ambientale ed economico.
L’impiego della tecnologia in campo sta dimostrando in questo delicato momento della nostra storia, con le imprese strette tra la morsa insostenibile dei rincari dei costi di produzione e l’emergenza siccità, che si possono ridurre i costi correnti di concimi, carburanti, elettricità e al contempo evitare sprechi, preservare le risorse idriche e tutelare la fertilità dei terreni aumentando fino al 45% la redditività delle colture. Non è fantascienza ma sono i primi risultati del progetto che stiamo sperimentando in un’azienda agricola della Valdichiana. I risultati sono sorprendenti. Non solo l’azienda è riuscita a far fronte alle fluttuazioni dei principali rincari come concimi e gasolio dovuti prima alle speculazioni internazionali e poi dalla guerra in Ucraina ma addirittura, in un contesto di siccità, a garantire una buona resa per ettaro attraverso una gestione agronomica moderna.
Coldiretti Toscana
Un esempio l’azienda Bemoccoli con dispositivi di ultima generazione che permettono di realizzare mappature utili a comunicare con la macchina che opera. Un modo per indicare al macchinario le quantità di concime o semi da distribuire su ogni punto del campo.
L’azienda campione, oltre ad essere dotata di un invaso che gli permette di “immagazzinare” le acque piovane che verranno utilizzate per irrigare le colture estive, ha deciso di installare una stazione agrometereologica, che attraverso una sonda che va a misurare l’umidità del terreno esplorato dalle radici della pianta suddiviso in tre strati gli permette di andare a risparmiare fino al 30% della risorsa idrica.
Gabriele Dottori, tecnico di Bonifiche Ferraresi