Era iniziata con quasi un’ora di ritardo ed è finita con un’ora d’anticipo, la passeggiata spaziale di Samantha Cristoforettirimarrà comunque nei record dell’astronauta italiana.
Dieci CubeSat rilasciati in orbita, uno dopo l’altro, via le protezioni decorate con il ritratto del padre dell’astronautica, Konstantin Tsiolkovsky, e i piccoli cilindri si allontanano dalla Stazione Spaziale: è cominciata così la passeggiata spaziale di Samantha Cristoforetti, la prima di un’europea.
Un’attesa di oltre cinquanta minuti prima che venisse aperto il portello del modulo russo Poisk della Stazione Spaziale, probabilmente per problemi di pressurizzazione della camera di compensazione, e l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) è stata la prima a uscire, seguita dal collega russo Oleg Artemyev, dell’agenzia spaziale Roscosmos.
Entrambi indossavano la tuta russa Orlan.
Era contrassegnata da strisce azzurre quella di Cristoforetti, mentre quella di Artemyev, un veterano alla sua sesta passeggiata spaziale, aveva le strisce rosse che contraddistinguono il leader dell’attività extraveicolare (Eva). Sono state lunghe ore di lavoro nelle quali Samantha Cristoforetti è stata in contatto costante con il centro di controllo russo a Mosca, comunicando in russo. “Come stai?”, le hanno chiesto dopo il rilascio in orbita dei CubeSat. “Tutto bene”.
L’interruzione, un’ora prima della conclusione dei lavori
Poco prima delle 23,00 italiane, però, il centro di controllo di Mosca ha deciso di interrompere con un’ora di anticipo la passeggiata spaziale: una decisione presa per motivi di sicurezza legati all’autonomia delle batterie che alimentano i sistemi di sostentamento delle tute dei due astronauti. Si è preferito riununciare all’ultima delle operazioni in programma per garantire ai due protagonisti il tempo necessario per rientrare in sicurezza all’interno della Stazione Spaziale.
Tre obiettivi raggiunti su quattro
I due astronauti hanno rilasciato manualmente in orbita dieci CubeSat, mini satelliti russi destinati a ricerche sulle radiofrequenze, e hanno predisposto la struttura destinata a ospitare in modo definitivo il Braccio robotico europeo (Era) sul modulo Nauka. Era è il terzo braccio robotico finora installato sulla Stazione Spaziale, dopo quelli canadese e giapponese, e il primo montato sul segmento russo.
Il completamento della sua installazione richiederà, come prevista, una nuova attività extraveicolare.
Cristoforetti e Artemyev hanno inoltre sostituito una finestra protettiva su un’unità di illuminazione della telecamera all’estremità del braccio robotico europeo. E’ proprio a quel punto che il centro di controllo ha preferito interrompere l’attività. Resta quindi da installare un braccio telescopico dal modulo Zarya verso la camera di equilibrio di Poisk, il cui obiettivo è facilitare il movimento dei membri dell’equipaggio e dell’hardware nelle future passeggiate spaziali. Questa operazione dovrà essere perciò eseguita in una prossima passeggiata spaziale, sempre relativa al segmento russo e per la quale è tutto da decidere, dai tempi agli astronauti coinvolti.
Passeggiata spaziale numero 251
Quella di Samantha Cristoforetti è anche la terza passeggiata spaziale per un italiano, dopo le due del collega Luca Parmitano, e la quarta per un astronauta europeo con la tuta russa Orlan (in precedenza era accaduto negli Ottanta e Novanta). E’ anche la passeggiata spaziale numero 251 destinata alla manutenzione e all’ampliamento della Stazione Spaziale Internazionale. Sono decisamente più piccoli i numeri relativi alle passeggiate spaziali che hanno avuto come protagoniste delle donne: la prima risale 1982, con la russa Svetlana Savitskaya, seguita nei decenni successivi da 13 americane, comprese Christina Koch e Jessica Meis, protagoniste nel 2019 della prima passeggiata spaziale al femminile, e dalla cinese Wang Yaping.