Gli analisti si stanno ormai da diverse settimane chiedendo come sarà Twitter dopo l’acquisizione di Elon Musk. Tanto per iniziare, chi sarà il nuovo CEO del social network? Una riconferma di Pragwel sembra improbabile, se non impossibile. Rappresenta tutto ciò contro cui Musk sembra interessato a combattere.

La settimana scorsa era emersa la notizia di un possibile regno ad interim dello stesso Elon Musk. Una mossa temporanea, solo in attesa di individuare una figura idonea a portare avanti l’ambiziosa visione del fondatore di SpaceX.

Potrebbe allora essere proprio Jack Dorsey a prendere le redini del social. Ha tutte le carte in regole: tanto per iniziare, Twitter l’ha co-fondato e ne è stato amministratore delegato fino a pochissimi mesi fa. È anche amico di Elon Musk, con il quale condivide l’entusiasmo per i Bitcoin, e sembra aver fatto dietrofront rispetto alla decisione di sospendere a vita Donald Trump (proprio questa settimana Musk ha detto di volerlo sbannare).

L’ipotesi Dorsey piace a tutti. Fuorché allo stesso Dorsey, che interpellato su un suo ritorno al vertice di Twitter ha liquidato la questione con un “Nah“. «Non sarò mai più CEO di Twitter», ha aggiunto.

Nel frattempo sono cambiate molte cose. È cambiato il mercato, con i titoli tech che hanno toccato i minimi degli ultimi tre anni. Così l’offerta da 44 miliardi di dollari ora sembra eccessivamente fuori fuoco. Musk ha il coltello dalla parte del manico, spiegano gli analisti. Dovesse tirarsi fuori all’ultimo – lo ricordiamo, la penale sarebbe di ‘appena’ 1 miliardo -, le azioni di Twitter crollerebbero a terra. Hindenburg Research, un fondo specializzato nelle operazioni di short selling, vendite allo scoperto, dà una rinegoziazione dell’accordo pressoché certa. Più dubbioso è il giornalista di Reuters Greg Roumeliotis, che nella giornata di ieri ha spiegato che la mossa, per quanto non inedita (nella storia ci sono diversi precedenti), non sarebbe priva di rischi, dal momento che Twitter potrebbe trascinare Elon Musk in una lunga causa ed entrambe le parti hanno tutte le ragioni del mondo per volerlo evitare.