Elon Musk all’attacco di Apple. Nel mirino le commissioni dell’App Store, tema spinoso e più volte al centro di diverse controversie e altrettanti contenziosi legali. Apple prende una commissione del 30% sulle transazioni dell’App Store, che tuttavia scende al 15% per gli sviluppatori iscritti al Small Business Developer Program.

«È praticamente una tassa del 30% su internet», ha argomentato il fondatore di Tesla e SpaceX, aggiungendo che la pratica è assolutamente «non ok». Insomma, Apple dovrebbe cambiare di punto in bianco il suo business model. «Le commissioni sono, letteralmente, dieci volte più alte di quello che dovrebbero essere», ha poi detto in un secondo tweet.

Nel passato recente, diverse aziende hanno contestato la politica aggressiva di Apple in materie di commissioni sulle transazioni. In alcuni casi la questione è stata portata davanti ai giudici. Non solo l’App Store impone delle commissioni estremamente onerose, ma di fatto l’ecosistema di iOS non ammette soluzioni alternative: a differenza di quanto avviene su Android, non è possibile installare app store alternativi sugli iPhone. Gli sviluppatori che vogliono portare le loro applicazioni sugli iPhone e sugli iPad non hanno scelta.

Epic Games aveva tentato di forzare le regole dell’App Store introducendo un suo metodo di pagamento alternativo su Fortnite, in modo da evitare di dover pagare il 30% di commissioni alla Apple. Morale? Il gioco è stato rimosso permanentemente dal catalogo dello store e la Epic ha rovinosamente perso la sua causa contro Apple.

Non è detto che le cose rimarranno così per sempre, quantomeno non da questa parte dell’Atlantico. L’UE sta discutendo un importante disegno di legge: il Digital Markets Act, che, tra le altre cose, potrebbe obbligare Apple ad accettare il sideloading e gli app store alternativi.