Iniziamo la recensione di Shark: The Beginning con una semplice domanda: siete mai stati presi di mira al liceo? Ma soprattutto siiti sicuri di esserne usciti illesi? Bene, se siete mai stati bullazzi dai vostri compagni di classe, dai professori o perfino dalla vostra ragazza, questo è il film che fa per voi.
Nel corso degli ultimi anni anche in Corea del Sud abbiamo visto molti film e molti romanzi, che trattano il tema del bullismo, con Confessions di Tetsuya Nakashima e Han Gong-ju di Lee Su-jin che sono forse due dei più esempi importanti.
Data l’attenzione al fenomeno sociale, le sue vittime e le ripercussioni per entrambe le parti, la capacità di trasformarsi in qualcuno che può reagire, fisicamente oltre che emotivamente, è diventato un tema fondamentale della cultura pop.
Nel loro webtoon del 2016 Shark, lo scrittore Woon e l’illustratore Kim Woo-seob hanno preso questa narrativa come il fondamento di una storia su un personaggio che attraversa una trasformazione, cerca la forza e alla fine trova qualcosa di completamente diverso dentro di sé.
Da quando è diventato uno studente, Cha Woo-sol (Kim Min-suk) è stato vittima di bulli ed è stato persino costretto a cambiare scuola quando gli attacchi sono diventati troppo difficili da gestire. Nella sua nuova scuola, opta per quello che percepisce come il modo più sicuro per evitare di essere vittima di bullismo: diventare invisibile ed eludere quegli studenti che sono diventati i leader auto-eletti della classe.
Alla fine, però, i suoi giorni in cui era invisibile sono finiti quando Bae Seok-chan (Jung Won-chang), uno dei suoi principali aguzzini della vecchia scuola, viene presentato come un nuovo studente, con lui che non perde tempo per riprendere da dove aveva lasciato in sospeso e la continua tortura di Cha. Quando la sua vittima reagisce all’improvviso, attaccandolo con una penna, Cha riesce a vincere sul suo prepotente, ma finisce in carcere minorile poiché l’attacco è costato a Bae l’occhio destro. Di seguito il trailer pubblicato su YouTube:
https://www.youtube.com/watch?v=P_ClPWLHErQ
Non si può scappare per sempre
Continuiamo la recensioni di Share: The Beginning dicendovi che la storia è basata su un webtoon che ha guadagnato la bellezza di un milione e mezzo di follower. Non siamo gli unici ad essere stati traumatizzati al liceo a quanto pare… Continuiamo la storia dicendo che in prigione, Cha viene rapidamente introdotto a un nuovo tipo di gerarchia, con i detenuti più forti che controllano la vita di tutti i giorni e guidano le varie frazioni all’interno. Non ci vuole molto e si ritrova ad essere il bersaglio di uno dei detenuti più spietati dopo un malinteso durante una partita di calcio nel cortile della prigione.
Disperato, implora Jung Do-hyun (Wi Ha-joon), un ex campione di MMA condannato per l’omicidio della sua famiglia, di addestrarlo, cosa che accetta con riluttanza. Mentre lentamente diventa più forte e può resistere in una rissa, una visita a sorpresa di Bae gli dà un assaggio di ciò che accadrà una volta tornato nel mondo esterno.
Desideroso di vendetta, promette a Cha di rendere la sua vita un inferno vivente, motivandolo ancora di più a migliorare le sue abilità per avere almeno una possibilità di combattere contro Bae.
Nelle sue corde più interne, Shark: The Beginning è una storia di trasformazione. Attraverso l’esibizione dedicata di Kim Min-suk, assistiamo al cambiamento fisico ed emotivo di un giovane stufo di essere vittima di una scazzottata ed essere essenzialmente impotente.
Le sequenze di montaggio, che ricordano fortemente i film d’azione o di arti marziali degli anni ’80, enfatizzano i progressi che sta facendo in un modo che è sia visivamente nostalgico per i cinefili, ma anche accattivante mentre vi immergete nella storia del protagonista.
A parte Kim, Wi Ha-jon e soprattutto Jung Won-chang meritano un po’ di riconoscimento per le loro interpretazioni, anche se quest’ultimo avrebbe potuto usare un po’ più di spazio per sviluppare il suo personaggio mentre si evolve in qualcosa di simile a un cattivo dei fumetti.
Piccoli eroi crescono
Tuttavia, a parte il dramma, Shark: The Beginning prospera davvero quando si tratta delle scene di combattimento. Ci avviciniamo alla conclusione della recesnione di Shark: The Beginning dicendo che la suddetta performance di Kim, il progresso del suo personaggio, è legata allo sviluppo delle sue abilità in una rissa. Ognuna di quelle battaglie, con quella contro il suo ex bullo che è l’ovvio finale, racconta una storia da sola, di perdere e vincere, di piccoli passi per diventare qualcun altro fino a quando non viene raggiunta una sorta di trasformazione.
In combinazione con le performance, la miscela di montaggio e cinematografia crea un senso di tensione in ciascuna di queste scene, evidenziando l’impatto di ogni colpo e calcio.
In conclusione, Shark: The Beginning è una divertente miscela di dramma e azione. Grazie alle sue esibizioni e all’esecuzione delle scene di combattimento, il regista Chae Yeo-jun riesce a raccontare una storia avvincente di un’ex vittima di bullismo che diventa una nuova persona, lo squalo che non smette di muoversi ed è pronto a reagire.
Come abbiamo già accennato Do-hyeon (interpretato da Wi Ha-joon) è un adolescente campione di arti marziali che ha avuto una brutta giornata. La sua famiglia viene uccisa e gli uomini responsabili muoiono poco dopo per mano sua. Do-hyeon accetta la sua punizione legale e vive tranquillamente in prigione. Woo-sol (interpretato da Kim Min-seok) è un tipo di adolescente molto diverso, libertino e vittima di bullismo. Quando Woo-sol sfigura il suo aguzzino Seok-chan (interpretato da Jung Won-chang), anche lui va in prigione, lottando per far fronte alla propria colpa e alla sua nuova vita.
L’arco narrativo di base di Shark: The Beginning è abbastanza facile da capire. Do-hyeon insegna a Woo-sol come combattere. La domanda centrale che eleva Shark: The Beginning da un tipico film carcerario a basso budget è solo… perché? Nel senso immediato, ovviamente, Woo-sol ha bisogno di imparare le arti marziali per difendersi dagli altri prigionieri adolescenti che ha offeso. Ma Woo-sol non è motivato dal desiderio di guidare la gerarchia carceraria. E non è nemmeno per questo che Do-hyeon gli insegna arti marziali.
Piuttosto, ciò di cui Woo-sol ha bisogno è l’autostima e l’autodisciplina. Woo-sol ha vissuto tutta la sua vita in un mondo di mascolinità tossica, dove i giovani uomini si torturano a vicenda non per malizia, ma per affermare il proprio dominio. Mentre impara a combattere, Woo-sol scopre una nuova forma di mascolinità.
Ottiene la forza interiore per sopportare un dolore tremendo. Trova una chiarezza di intenti. E si guadagna la fiducia necessaria per ispirare le persone con quella visione, dimostrando che non è da meno un uomo che vuole costruire un mondo migliore per tutti, non solo per se stesso.
Shark: The Beginning presenta anche una trama con Seong-chan, dove arriva a se stesso in un’egemonia più distruttiva. Sebbene sia un po’ leggero nei contenuti, questa narrazione parallela rileva che per le arti marziali più idealistiche che Woo-sol impara, la violenza è ancora violenza. Vediamo Woo-sol fare progressi graduali in prigione perché è un ambiente chiuso. Come si nota, combattere non è proprio vantaggioso per nessuno, se non per stabilire un ordine gerarchico. Vogliono davvero combattere per sempre o vogliono diventare adulti con uno scopo più grande?
Ho dovuto precisare con una certa frequenza che i nostri personaggi sono davvero tutti in età da liceo. A parte Kim Min-seok, nessuno sembra davvero un adolescente. Cha Yup e Shin Min-jae stanno particolarmente spingendo, dato che i due pezzi grossi sono ovviamente sulla trentina. Tuttavia, svolgono il loro lavoro come figure intimidatorie nella prigione che devono proiettare minacce con i loro modi tanto quanto con i loro pugni.
Concludiamo la recensione di Shark: The Beginning dicendo che è principalmente un viaggio emotivo, con un peso sorprendente dato a semplici sequenze di montaggio ma funziona anche egregiamente come un normale film d'azione carcerario. Il film culmina con tre grandi scene di combattimento che parlano tanto di Woo-sol che prende pugni quanto di distribuirli. Woo-sol è stato vittima di bullismo perché aveva paura di essere ferito. Può liberarsi da quella paura solo accettando il dolore come parte della vita e scegliendo le sue battaglie.
- Il cast e la regia risultano affiatati creando una storia nuova su un tema che ormai è pane quotidiano della cultura pop.
- Considerando l'età dei personaggi e quella degli attori sono anche molto in gamba a calarsi nei panni di adolescenti.
- La miscela di montaggio e cinematografia crea un senso di tensione molto interessante soprattutto nelle scene di combattimento.
- Alcune scene giocano sul fascino di film di arti marziali degli anni '80, sta a voi decidere se è un bene o un male.