Back 4 Blood, la recensione: sopravvivere all’orda

back 4 blood recensione

La recensione di Back 4 Blood, seguito spirituale di Left 4 Dead dagli stessi creatori, che ci porterà a combattere contro orde di infestati sia in PvE, attraverso una storia divisa in atti molto interessante, sia in PvP, in una modalità asimmetrica che porrà l’accento principalmente sul tempo in cui sareste riusciti a sconfiggere i sopravvissuti – o a parti invertite – in cui sarete riusciti a sopravvivere agli infestati.

Ovviamente davanti non abbiamo il nuovo gioco pronto a vincere qualche premio per trame intelligenti o intrecci ricchi di colpi di scena: al contrario, il mondo sembra molto avvezzo a questi contagiati, esseri che sembrano puntare subito alla giugulare dei sopravvissuti per cercare di ucciderli. Se quindi è quotidiano sopravvivere a questi esseri, ecco che c’è ben poco da scoprire, se non come sopravvivere alla giornata ed andare avanti, colpo dopo colpo.

Se però questo potrebbe subito far pensare ad un gioco scontato, c’è subito da mettere un freno e parlare di come – a prescindere dalla formula rodata con i due capitoli di Left 4 Dead – questo Back 4 Blood tenta a modo suo di innovare il genere proponendo una gestione di abilità basata sul deck building e una modalità multiplayer decisamente interessante e stimolante.

Chi colpisce per primo…

Abituati ormai ad un genere horror che spinge sempre più verso la sensazione di trovarsi inerme davanti al nemico, questo Back 4 Blood è in realtà una boccata d’aria fresca visto che punta tutto sull’azione, lanciandovi tonnellate di armi e munizioni per uccidere migliaia di infestati che vi si presenteranno da tutti gli angoli. Ovviamente, il trucco sarà quello di cooperare: d’altronde il gioco è un cooperativo che punta tutto su questa meccanica, al punto da risultare un po’ noioso se giocato da solo – visto che i bot posseggono tutto fuorché un’intelligenza.

La vera falla non risiede nel comportamento generale di questi bot, spesso dediti alla ricerca di armi e collezionabili, ma nel modo in cui si comportano quando vi troverete feriti a terra: in quel caso infatti, l’unica salvezza sarà un compagno pronto a rianimarvi. Per il resto, il gioco quindi è dedito all’azione, al punto da sorvolare completamente sul realismo da survival horror, lanciandoci nemici che sono tutto fuorché terrificanti (al massimo variazioni di mostri più vicini ad un Tyrant che a veri zombie).

L’atmosfera quindi si presta molto bene alla cooperazione, permettendo ai giocatori di prendersi sul leggero quanto serve per avanzare tra orde intere di infestati, capaci di sbucarvi da ogni angolo in modo silenzioso ma mai terrificante. Se però da un lato il gioco è giocabile anche in solo (grazie ai bot), l’unico modo che avrete di accumulare la valuta in-game che vi permetterà di acquistare oggetti e skin sarà giocare in multiplayer, una scelta che elimina il grinding in solitaria ma che potrebbe spingervi ad attendere decine di minuti per trovare altri giocatori con il matchmaking (almeno per ora).

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Pesca la tua carta…

Una delle cose che subito salta all’occhio è la gestione delle abilità con le carte: queste, che andranno a formare un mazzo che di volta in volta potrete potenziare (e alcune volte anche migliorare grazie a carte trovate random nelle mappe di gioco) e scegliere a seconda del ruolo che giocherete. Le carte infatti, che spesso offrono potenziamenti di vario genere (siano essi effetti o statistiche migliorate) saranno utili visto che dopo ogni atto potrete scegliere una carta e attivarla.

Ecco allora che un mazzo di sole carte dedicate al vigore – valore che funzionerà come la stamina del vostro personaggio – alla salute e alla forza fisica vi porteranno ad avere un personaggio dedicato al corpo a corpo, mentre magari se preferite sparare dalla distanza un mazzo ricco di migliorie per il critico e precisione vi darebbe il plus necessario per fare la differenza.

Se a prima vista questa meccanica potrebbe sembrarvi complessa, ci avete visto giusto: solo in un secondo momento, dopo qualche partita, la cosa verrà digerita in modo veloce e tutto sembrerà naturale. Seppur nelle fasi iniziali (e in modalità facile) non sarà così necessario, successivamente la differenza tra la vita e la morte potrebbe farla un valore migliorato di statistica, cosa che potrete fare esclusivamente grazie alle carte. Se le carte saranno la base, comunque dovrete puntare a prendere le armi giuste in gioco, e questo potrete farlo – a seconda della modalità – in modo diverso.

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Quattro fucili all’orizzonte

La modalità PvE, seppur non in linea con i tempi moderni, è una delle parti migliore di Back 4 Blood: nel corso di vari atti – divisi in parti – dovrete avanzare e sconfiggere i vari infestati, muovendovi in mappe ben strutturate e con qualche scorcio niente male. Nel corso del gioco, ogni parte di atto vi permetterà di pescare e giocare una carta del mazzo, che vi darà il giusto potenziamento per strutturare il vostro personaggio (seguendo una meccanica di avanzamento che renderà il sopravvissuto più potente nel late-game). D’altra parte, delle carte corruzione varieranno le sessioni di gioco dando un tocco di “differenza” tra le varie run.

Ogni parte iniziale delle missioni vi permetterà di sfruttare i soldi acquisiti nelle zone precedenti per comprare armi, accessori, oggetti, potenziamenti e cure. Il resto della mappa ovviamente non vi lascerà a bocca asciutta, visto che di casse e armerie in giro ce ne saranno: alcune di queste però richiederanno un oggetto per essere aperte, così come spesso sarà vitale un defibrillatore o un kit medico, tutte cose che dovrete dividervi per evitare di rimanere scoperti.

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Sopravvissuti vs Infestati

Il multiplayer invece prende una piega particolare: una squadra di sopravvissuti, gli stessi visti nella modalità PvE, si dovranno scontrare con una squadra di infestati (a scelta tra le varie mutazioni). Il gameplay differisce molto tra le due fazioni, portando il gioco verso un’asimmetria che si palesa soprattutto nelle meccaniche di gioco, oltre che nella telecamera in terza persona per i mostri.

I sopravvissuti potranno contare su del tempo per accumulare armi e oggetti sparsi nella mappa, così da posizionarsi e prepararsi alla difesa: il loro obiettivo sarà infatti quello di resistere il più possibile, mentre intorno a loro uno sciame di insetti si chiuderà lasciando sempre meno spazio libero (come nei Battle Royale). Gli infestati invece dovranno inseguire i sopravvissuti, colpirli (con il relativo attacco a seconda del mostro scelto) e ucciderli in modo tale da lasciarli tutti e quattro feriti (altrimenti uno di loro potrebbe curarli). Prima verrà conclusa la missione, prima il timer si fermerà, dando così un cambio delle fazioni per vedere se l’altra squadra riuscirà a resistere al tempo stabilito precedentemente.

Dove i sopravvissuti potranno avere potenziamenti e armi in giro per la mappa, gli infestati dovranno invece contare sui punti accumulati colpendo gli altri giocatori, così da potenziare gli infestati e renderli più potenti, veloci o resistenti.

Insomma, Back 4 Blood si presta molto bene al suo genere e le meccaniche sono sia fresche che vicine all’originale. D’altro canto, giocarlo in singolo non funziona per niente, rendendo inutile l’acquisto (che invece dovrebbe essere fatto da 4 persone, con un costo ben più alto di un singolo gioco). Rimane vitale la sua presenza sul Game Pass di Xbox, che lo rende disponibile anche su PC, così da dare a tutti la chance di testare con mano il titolo.

80
Back 4 Blood
Recensione di Simone Lelli

Back 4 Blood è sicuramente un sogno per i fan di Left 4 Dead, ma si apre anche alle nuove generazioni con meccaniche consone al 2021 e una serie di novità intriganti. Purtroppo si rende poco interessante in single player, e quindi diventa necessario giocarlo in multiplayer. Sul PvE c'è poco da dire, visto che funziona dall'inizio alla fine e fa davvero divertire molto; il PvP invece cede un po' in confronto all'altra modalità, ma dopo qualche partita diventa intuitivo e spassoso.

ME GUSTA
  • Esperienza co-op fantastica
  • Adrenalinico e divertente
  • Meccanica delle carte interessante
FAIL
  • Single Player deludente
  • PvP che cede in confronto al PvE
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