Lunedì il sito di Donald Trump è stato momentaneamente hackerato. Diverse pagine del sito sono state sottoposte a defacing, la pratica di rimpiazzare i contenuti di un sito con altre immagini e messaggi, spesso di natura provocatoria.

Nella giornata di ieri diverse pagine del sito ufficiale di Trump rimandavano ad alcuni video del presidente turco Erdogan, mentre i classici slogan patriottici del partito repubblicano erano stati sostituiti con frasi islamiste.

“Non essere come chi si è dimenticato di Allah, perché Allah ha fatto in modo che si dimenticassero di chi sono”, recita una delle frasi comparse sul sito di Donald Trump.

L’attacco contro il sito del leader de facto del partito repubblicano è stato condotto da un hacker-attivista noto con lo pseudonimo RootAyyildiz.

Il sito era stato fondato dai collaboratori di Trump nei mesi immediatamente successivi alla sua sconfitta elettorale. La pagina avrebbe dovuto sostituire i canali social tradizionali dell’ex Presidente: Donald Trump è stato sospeso da pressoché ogni social network dopo gli eventi dello scorso 6 gennaio. Il sito, ad ogni modo, non ha mai ottenuto il successo sperato, tant’è che è inattivo da ormai diverse settimane.

Lo stesso hacker dietro al defacing del sito di Trump, lo scorso novembre aveva anche rivendicato un attacco contro il sito dell’attuale Presidente degli USA, Joe Biden.