What If…?, la recensione del quinto episodio: L’alba dei supermorti viventi

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Nuova settimana, nuovo appuntamento su Disney+ e Lega Nerd per la recensione del quinto episodio di What If…?, la nuovissima serie animata made in Marvel Studios che vuole stupirci, ogni settimana di più, con versioni alternative di personaggi e situazioni conosciute.
Dopo il drammatico – anzi, disperato – episodio con protagonista Doctor Strange intrappolato nella sua ossessione faustiana visto settimana scorsa, ecco arrivare un episodio ancor più orrorifico, ma con toni chiaramente molto diversi. In questo episodio, l’Universo Marvel è in preda a una apocalisse zombie!

Cosa sarebbe successo se Peggy Carter avesse preso il siero del supersoldato al posto di Steve Rogers? O se T’Challa fosse stato rapito per sbaglio dai Ravager, divenendo lui Star-Lord invece di Peter Quill? What If…? è la serie animata Marvel che esplora queste possibilità.

L’idea deriva dall’omonima serie a fumetti, di cui vi abbiamo parlato in questo speciale, se volete approfondire le origini di questo concept e scoprire le migliori storie a fumetti in merito.

storie di What If - cover

Per quanto riguarda le storie alternative del Marvel Cinematic Universe, invece, ne parliamo qui, in fase di recensione: ogni settimana, per i nove episodi che compongono la prima stagione. Ecco a voi la quinta puntata, che vede protagonista uno sparuto gruppo di supereroi rimasti (ancora) illesi dalla piaga zombie, in cerca di un rifugio e, possibilmente, di una rivalsa…

E se… una delle scene post-credits di uno degli ultimi film del Marvel Cinematic Universe avesse aperto le porte a un devastante virus in grado di mutare gli uomini in zombie? E se gli Avengers, chiamati a fronteggiare l’emergenza, fossero essi stessi decimati e, cosa ancor peggiore, trasformati in zombie? Cosa accadrebbe ai sopravvissuti? Ci sarebbe forse scampo?

Questa volta, per la prima volta nella serie, ritroviamo un concept preso di peso dai fumetti, dove tuttavia non faceva parte della serie What If…?: Marvel Zombies era “semplicemente” una miniserie (che si è poi di molto espansa tramite sequel e spin-off) ambientata in un universo parallelo a quello canonico, dove l’invasione degli zombie non era la conseguenza di una sliding door conosciuta ma un semplice sviluppo di trama.
Il concept di base, ad ogni modo, è lo stesso: cosa succederebbe se il mondo per come lo conosciamo nei fumetti fosse preda di un apocalisse zombie, che arriverebbe anche a far combattere tra loro i pochi eroi rimasti in vita e le loro versioni non-morte. Una particolarità di questi zombie è il loro rimanere relativamente senzienti, con i superpoteri a disposizione e l’indole che avevano da vivi: il loro unico pensiero, tuttavia, è ormai il cibarsi di carne fresca.

Stessa idea… ma completamente differente.

Ci sono, però, delle differenze sostanziali. Innanzitutto, nei fumetti gli zombie riescono addirittura ad articolare parola, facendo anche discorsi complessi, per quanto riferiti a un unico obiettivo: sfamarsi. La fame è costante e saziarsi dona solo qualche istante di lucidità ulteriore, che lascia spazio all’incubo umano e poi, inevitabilmente, di nuovo all’irrefrenabile appetito.

Nella versione animata, gli zombie al massimo mugugnano. Scelta di campo comprensibile: farli parlare vuol dire approfondire e i personaggi presenti nella puntata sono così tanti che al massimo avrebbero fatto dire mezza parola a testa, e sarebbe parso ancor più risibile.

Una differenza più importante, invece, sta nel roster di personaggi presenti: nel corso della sua pubblicazione cartacea, Marvel Zombies ha visto passare buona parte dei personaggi della Casa delle Idee, partendo inoltre da molti personaggi che non fanno parte del MCU (almeno, non ancora). Lì il tutto è originato sulle pagine dei Fantastici Quattro, e vediamo Magneto, Wolverine, Silver Surfer, tanto per citarne alcuni. Qui, invece, nonostante tecnicamente i Marvel Studios possano usarli, in pratica non possono perché non sono ancora stati introdotti nell’universo cinematografico e, a differenza della versione originale dove gli zombie vengono da un altro piano dimensionale, qui si tratta di personaggi zombizzati “autoctoni”. Risultato? Si va a ripescare, a convenienza, dai personaggi dei film già realizzati.

Il che è normale, ma il tutto è assolutamente arbitrario: non ci sono grossi rapporti di causa/effetto, quanto solo la volontà degli sceneggiatori di piazzare il determinato supereroe da una parte o dall’altra della barricata. Qui, però, si incorre anche in un errore simile a quello occorso con Civil War, dove un conflitto newyorkese su larga scala (una vera e propria “guerra civile tra i supereroi”) si risolveva in una scaramuccia tra una dozzina di tizi in costume sulla pista di un aeroporto berlinese, diminuendo enormemente la scala del conflitto.

In What If…?, similmente, nonostante ci siano anche troppi personaggi per solo mezz’ora di puntata, ce ne sono troppo pochi per una narrazione davvero interessante e che esplori il senso di rendere zombie i supereroi (e, in generale, il perché narrare di zombie, che solitamente è una metafora per qualcos’altro). Inoltre, nonostante l’arrivo di Spider-Man nella serie (nonché quella di altri eroi che non spoilereremo per non rovinarvi la sorpresa) la presenza di personaggi (in particolare, di un gruppetto secondario) già visti nei precedenti episodi si fa oltremodo ridondante, soprattutto per l’importanza che viene a ricoprire.

C’è da dire che molti personaggi sono azzeccati, forse anche perché reagiscono come dovrebbero alla situazione che vediamo, e non sono solo improbabili versioni alternative (qualcuno ha detto “Thanos compagnone”?). In particolare, il giovane Spidey è reso assai bene, anche se ha la particolarità di poter essere quasi ambivalente come “Bimboragno” ma anche come “giovane Spider-Man standard”: senza la likeness e il doppiaggio di Tom Holland, l’unica cosa che lo lega (relativamente) all’ultima versione cinematografica è il flebile riferimento a Tony Stark.

Altri due elementi saltano all’occhio, durante la puntata. La prima sono i riferimenti, sia visivi che scenografici e narrativi, della puntata. Tra i tanti (e più evidenti):

Certi elementi sembrano presi letteralmente di peso dai videogiochi di Resident Evil, sfiorando lo spiccato omaggio; la progressione della trama, invece, è The Walking Dead puro, e qui viene il bello. Tra gli sceneggiatori fondamentali della serie a fumetti originale c’è proprio Robert Kirkman, autore di TWD, ma c’è più TWD in What If…? che in certe puntate del serial AMC.

Secondo elemento di spicco: non è un episodio che va sul sottile, a livello di violenza! Sebbene non presenti niente di troppo sconvolgente, ci sono vari accenni di gore e splatter, con molte morti importanti che vediamo in scena, con smembramenti ed esplosioni che, diciamolo, non ci aspettavamo di vedere in una produzione animata Marvel su Disney+. Come avevamo già notato nella nostra recensione di The Witcher: Nightmare of the Wolf, l’utilizzare l’animazione al posto del live action a quanto pare elimina molte limitazioni tecniche e di rappresentazione scenica della violenza, permettendo di mostrare cose che “dal vivo” non ci si permetterebbe di dare in pasto al pubblico. Qui possiamo vedere invece gli eroi che, in situazioni disperate, tranciano di netto in due un ex amico e commilitone durante un combattimento, il tutto anche con un notevole cinismo.

 

What If…? vi aspetta su Disney+ con un nuovo episodio disponibile ogni mercoledì

 



Captain Carter, Captain America, What if...?

 

75
What If...? 1x05
Recensione di Marco Lucio Papaleo

Il quinto episodio di What If...? spiazza, senza dubbio. È violento, narra una situazione accattivante e azzecca molti personaggi. Restano i soliti dubbi sulla totale arbitrarietà di scegliere soluzioni di un certo tipo piuttosto che altre, si nota che alcuni personaggi (in particolare, uno degli eroi “immune” al virus zombi) avrebbero giovato enormemente di maggior screening time, e c'è una cronologia degli eventi che a occhio (non siamo andati a fare le pulci alla timeline per controllare, diciamo) sembra piuttosto sballata, presentando eventi di film diversi come praticamente contemporanei.
Inoltre, purtroppo, rispetto all'episodio con protagonista Strange il livello qualitativo dell'animazione è nuovamente calato, in modo palese. Se non ci si pone troppi dubbi sul senso di quel che sta accadendo e la si guarda come fosse una puntata di The Walking Dead coi supereroi, potremmo quasi dire che è la puntata migliore, ad oggi, insieme alla prima. Potremmo, ma restano tante riserve. Con una durata maggiore (che desse maggior respiro a storia e personaggi) o al contrario con una puntata col solo Peter Parker protagonista e quindi più focalizzata, sarebbe probabilmente riuscita meglio.

ME GUSTA
  • The Walking Dead coi supereroi? Figo!
  • Spider-Man funziona meglio qui che nei due film di Jon Watts
  • Inaspettatamente (e giustamente) cruento
FAIL
  • Tecnicamente altalenante
  • Struttura narrativa limitante e limitata dalla scelta quasi forzata dei personaggi, rispetto al fumetto
  • La durata forzatamente breve e le svolte narrative non rendono giustizia alle possibilità del concept
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