La saga di The Witcher non è mai stata tanto popolare come in questo momento, dunque è più che naturale che Netflix decida di capitalizzare questo successo realizzando non solo una seconda stagione del serial principale – dedicato al Geralt di Rivia interpretato da Henry Cavill – ma anche delle opere spin-off o prequel, come vedremo adesso in questa recensione di The Witcher: Nightmare of the Wolf.

The Witcher: Nightmare of the Wolf narra la vita e le avventure giovanili di Vesemir, abile mentore di Geralt di Rivia, protagonista principale della saga. È la prima delle opere derivate dai personaggi creati da Andrzej Sapkowski, e si tratta, chiaramente, di un prequel “ufficiale”… anche se ricordiamo sempre che per l’autore polacco il canone vero e originale della serie è solo quanto da lui scritto nei romanzi: tutto il resto, per quanto ufficiale e autorizzato, per lui è “extra”.

the witcher nightmare of the wolf
In particolare, le vicende narrate in questo film animato sono in gran parte inedite nello specifico, e solo in parte accennate precedentemente in altre forme. Sono anche presenti, per motivi squisitamente narrativi, piccole differenze o retcon rispetto a quanto accennato precedentemente sul passato di Vesemir in altri media.

Dalle stalle a… Kaer Morhen

Nightmare of the WolfInnanzitutto, una collocazione temporale: Nightmare of the Wolf è ambientato un centinaio di anni prima della serie principale, 160 circa se andiamo a ritroso nel flashback dell’infanzia di Vesemir. Non vi aspettate di ritrovarvi, dunque, molti personaggi che magari già conoscete dalla serie o dai videogiochi (che, è sempre bene ricordarlo, al netto dei flashback interni sono dei sequel dei romanzi): non tutti hanno il dono di una lunga vita, anche se non mancheranno certo le sorprese, in tal senso.

Vesemir, da ragazzino, è un inserviente in una casa benestante, con aspirazioni più importanti del servire e pulire, alla mercé di un padre che lo deride. Vorrebbe avere un’opportunità per diventare ricco e poter vivere sereno con Illyana, sua coetanea e serva come lui, piccolo raggio di sole delle sue giornate.
L’opportunità di una vita migliore, almeno in apparenza, arriva con l’avvento nei paraggi di uno scaltro Witcher, Deglas, che gli cambierà la vita e lo farà diventare un cacciatore di mostri.

Passano gli anni e i decenni: Vesemir è oramai un Witcher affermato e la sua bravura sarà ora al servizio della causa del Nord: strani incidenti stanno avvenendo e dovrà investigare, insieme alla potente maga Tetra, l’origine del male che divampa. Quel che scoprirà cambierà le sorti dei Witcher per sempre.

The Witcher: Nightmare of the Wolf è un prodotto particolare: non si tratta semplicemente di un adattamento o un retelling di una storia nota, quanto del tentativo (invero riuscito) di tappare un importante buco nella lore di The Witcher, finora solamente accennato: le origini di Vesemir e il fato della roccaforte di Kaer Morhen.

Il rischio “fan fiction” in queste occasioni è altissimo, eppure c’è da dire che il risultato portato a casa da Beau DeMayo (già autore del terzo episodio della serie live action, nonché di The Originals) è ben più che accettabile, andando a calarsi bene nel contesto e nelle tematiche dell’autore originale senza perdere di vista il media di riferimento.

La trama non ha momenti di stanca, narrando costantemente qualcosa di avvincente senza irretire lo spettatore con spiegoni e false promesse: al contempo, inoltre, può risultare interessante sia per i neofiti che sanno poco o nulla di questo universo sia per i fan di vecchia data, che troveranno pane per i loro denti e diversi nuovi dettagli interessanti di cui discutere. Certo, alcune soluzioni sono un po’ furbe e strizzano parecchio l’occhio al pubblico, ma l’importante è il risultato finale, nel complesso convincente.
Gli elementi sono dosati nel modo giusto: molti elementi riconoscibili, nessuna forzatura, tanto dramma, belle scene d’azione, qualche momento commovente e… il fare sbruffone di Vesemir a bilanciare il tutto

Vogliamo più prodotti animati fantasy!

the witcher nightmare of the wolf008Guardando Nightmare of the Wolf e confrontando le (sanguinose e cattivissime) scene di combattimento viene da chiedersi perché certe trasposizioni non vengano realizzate direttamente in animazione piuttosto che in live action. Una volta deciso che si tratta di animazione per adulti, difatti, la fantasia si scatena e divengono possibili scene come quella iniziale, che per violenza e resa scenica degli fx sarebbe stata un grosso problema in live action (soprattutto con un budget ristretto). E vogliamo parlare del fatto che i personaggi invecchiano solo se è voluto, e quindi non è un problema creare più stagioni con ragazzini che crescono (Stranger Things docet) o immortali su schermo che, nella vita reale, naturalmente invecchiano (vedasi Hugh Jackman nei panni di Wolverine)?

Certo, c’è il “piccolo” problema per il quale l’animazione non è, ancora, così nota e apprezzata presso il pubblico adulto medio, e in un caso come questo funziona in quanto opera accessoria. Purtroppo, però, l’audience cerca in primis, a quanto pare, attori in carne e ossa e il potere dello stardom.
Ad ogni modo, con i mezzi tecnici attuali, produrre animazione fantasy di qualità tratta dalle migliori saghe è possibile e sarebbe una soluzione ottimale per le opere molto lunghe e complesse. Vedremo se quest’operazione avrà seguito: Blood Origin, secondo spin-off prequel della saga, sarà comunque in live action.

Bravo, Studio Mir

Venendo al lato tecnico, c’è molto da considerare. Innanzitutto, si tratta di uno “pseudo-anime” essendo stato realizzato in Corea del Sud dallo staff dello Studio Mir, oramai una garanzia avendo realizzato, ad esempio, il reboot di Volton per Netflix, così come diversi prodotti animati per Warner Bros. e DC, come Mortal Kombat Legends: Scorpion’s Revenge e Batman: Soul of the Dragon. Il design dei personaggi è il loro, particolarmente riconoscibile nei tratti e nei colori: ciononostante non appare dozzinale, anzi rende abbastanza, assestandosi a metà strada tra uno stile anime e uno americano. Si tratta di una scelta di campo molto funzionale, andando così ad incuriosire i fan degli anime e, in generale, il mercato asiatico, ma al contempo potrebbe inizialmente stranire chi è abituato allo stile di illustrazione e character design decisamente più europeo visto sulle copertine dei libri o nei meravigliosi artwork dei videogiochi.

Un grande pregio di questo film animato sono le animazioni, mai piatte nelle scene di dialogo e molto ben gestite in quelle d’azione, con in più effetti grafici piuttosto ben realizzati e ben integrati
Le musiche, purtroppo, per quanto azzeccate e d’atmosfera, non reggono il confronto con quelle tratte dai videogiochi: artisti come Mikolai Stroinski e Marcin Przybylowicz appaiono insuperati e, forse, Netflix avrebbe in qualche modo potuto “prendere in prestito” qualcosa a CD Projekt Red se il rapporto di amicizia e collaborazione che ha portato alla creazione della Witchercon si fosse manifestato prima.

 

The Witcher: Nightmare of the Wolf è disponibile in esclusiva su Netflix dal 23 Agosto

 

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85
The Witcher: Nightmare of the Wolf
Recensione di Marco Lucio Papaleo

The Witcher: Nightmare of the Wolf ci ha convinto su tutti i fronti: la realizzazione tecnica è di un livello più alto del previsto, e c'è molta cura nel rendere le ambientazioni giustamente "dark", anche più della serie televisiva. Questi due elementi, combinati, fanno risaltare il film ponendolo, per certi versi, più in alto del serial a livello di immersività e coerenza con le atmosfere della saga originale. Inoltre, rappresenta anche un inatteso entry point per l'universo di The Witcher, adatto per i neofiti ma denso di informazioni interessanti per gli appassionati. Speriamo, in futuro, di vedere altri film animati su questa falsariga.

ME GUSTA
  • Uno storytelling degno di questo nome...
  • ...che ben si inserisce nel canone
  • Adatto a tutti coloro che amano la saga o vogliono scoprirla
  • Molto piacevole il doppiaggio
  • Animazioni curate e fluide
FAIL
  • Avremmo voluto maggiore approfondimento su Petra
  • Le musiche non reggono il confronto con quelle dei videogiochi della saga