Anche Uber ha posticipato il rientro in ufficio dei suoi dipendenti, chiedendo, tra le altre cose, che tutti i lavoratori e dirigenti delle sedi centrali presentino un certificato di avvenuta vaccinazione. Intervistato dalla CNBC, il CEO Dara Khosrowshahi ha spiegato che l’azienda non chiederà altrettanto ai suoi autisti e rider, ossia i lavoratori che vengono fisicamente mandati su strada e staranno a contatto per ore con i clienti.

“Sarebbe una scelta giusta chiedere ai nostri driver e rider di vaccinarsi“, ha detto, salvo aggiungere subito dopo che l’azienda non si sente a suo agio a prendere questa decisione. Uber sostiene che non sia corretto lasciare questa grossa responsabilità alle aziende ma che dovrebbero essere i governi le amministrazioni locali e statali e prevedere norme uguali per tutti.

“È l’approccio – aggiunge l’amministratrice delegata di Uber -che abbiamo scelto di seguire, non credo sia giusto lasciare questa responsabilità alle aziende. Credo che questi obblighi devono essere promossi dai governi locali e nazionali. Uber darà piena attuazione ad ogni obbligo deciso dalle autorità”.

Uber non obbligherà i suoi autisti a vaccinarsi per poter continuare a lavorare. L’azienda crede che sia una scelta che spetta ai governi

Abbiamo oltre 100 milioni di autisti e rider continuamente in movimento ogni mese, crediamo che la spinta, che condividiamo pienamente, deve arrivare dal Governo. Deve chiedere a tutti di fare il vaccino e di farlo il prima possibile per poter tornare tutti a vivere

ha detto.