La Internal Revenue Service (IRS), ovvero l’agenzia di riscossione degli USA, preannuncia il come le strategie politiche e finanziari del Presidente Joe Biden andranno a influenzare non poco il controverso ecosistema delle criptovalute. Lo rivela la Tesoreria statunitense in un report, avvisando che il Governo sia intenzionato a farsi un’idea più dettagliata del come circolino i soldi digitali.

Con l’ormai ricorrente motivazione della lotta alle manovre finanziariamente torbide, gli Stati Uniti si starebbero apprestando a combattere il “significativo problema di accertamento” per evitare che i furbastri del Paese evadano le tasse locali.

Le valute in questione non se la stanno certamente passando bene ed è facile che quest’ultima stoccata finisca a sua volta con il deprimere il mercato, soprattutto perché il Governo a stelle e strisce starebbe vagliando l’idea di introdurre un sistema per cui le aziende dovranno denunciare tutte le transazioni superiori ai 10.000 dollari.

Il problema nasce dal fatto che, solitamente, IRS recupera le tasse che le spettano direttamente dalle buste paga dei cittadini, cosa che diventa molto difficoltosa – se non impossibile – quando i possibili introiti vengono scaturiti da entrate finanziare non collegate al lavoro in senso stretto.

Le soluzioni ventilate cercano di giustificare la propria esistenza asserendo che la mancata regolamentazione delle criptovalute andrebbe a favorire i soggetti più benestanti degli USA, più nello specifico coloro che accumulano introiti attraverso vie “meno evidenti”. Quelli che operano nelle aree grigie del Mercato.

Le nuove leggi, se confermate, entreranno in azione a partire dal 2023 e in dieci anni dovrebbero portare alle casse dello Stato qualcosa come 700 miliardi di dollari che altrimenti finirebbero in qualche conto offshore. Detto questo, verrebbe da far notare che molti ricconi non si fanno problemi a manovrare i propri averi in modo che siano pressoché intassabili.

 

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