Fortune racconta la vicenda di Aziz McMahon, dirigente di Goldman Sachs che avrebbe mollato la sua, remuneratissima, posizione professionale nella nota banca d’affari per godersi una nuova strada lavorativa, una strada che è stata lastricata dai capitali ottenuti attraverso la speculazione a base di Dogecoin.

L’azienda non ha voluto commentare i motivi dell’allontanamento, ma ha altresì confermato che l’uomo, in barba ai suoi quattordici anni di anzianità, abbia effettivamente abbandonato la sua posizione. Insider suggeriscono tuttavia che tutto sia legato alla bizzarra criptovaluta: McMahon avrebbe accumulato tante risorse da permettersi di mettersi in proprio e, pare, di lanciare un fondo speculativo.

La testata Fortune non manca di far notare come un simile atteggiamento sia tutt’altro che anomalo, pur tenendo conto sia in aperta contro-tendenza con le utopie cryptoanarchiche che vedrebbero la moneta digitale come il mezzo per dare il via a un riscatto che parte dal basso.

Prima di McMahon a buttarsi sulle criptovalute ci ha pensato Paul Grewal, magistrato della Silicon Valley, ma anche Asiff Hirji, ex dirigente della Hewlett Packard e di TD Ameritrade.

Nel frattempo, ieri il miliardario Elon Musk, anche noto bonariamente come “Dogefather”, ha lasciato a intendere che la sua Tesla potrebbe allargare la gamma di criptovalute accettate per il pagamento delle autovetture, includendo propio il Dogecoin. Le valutazioni sono immediatamente salite.

 

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