Il giornalista Brad Stone ha appena messo in circolazione Amazon Unbound, libro in cui esplora la salita al potere finanziario di Jeff Bezos, senza però mancare di sottolinearne i rapporti burrascosi che l’uomo intrattiene con Elon Musk e con il suo SpaceX.

Stando al tomo, Bezos avrebbe seguito l’ascesa dell’azienda spaziale del concorrente con una grande dose d’ansia, intervenendo come possibile per compiere sgambetti, seppur nei limiti della legalità. Nello specifico, Blue Origin avrebbe deliberatamente cercato di reclutare Gwynne Shotwell, COO di SpaceX, offrendole in cambio del cambio di fazione la posizione di CEO.

A confermare che questa fallimentare campagna di head hunting sia avvenuta effettivamente ci ha pensato la testata Ars Technica: i contatti del giornale tecnologico hanno assicurato che Bezos volesse togliere il pezzo da novanta a SpaceX, in modo che potesse agevolare Blue Origin con il suo know-how.

In effetti, il libro sottolinea senza peli sulla lingua l’incapacità del leader di Amazon di tenere il passo del suo avversario, incapacità che è perlopiù sistemica. Mentre Musk procede come un treno, disinteressandosi delle leggi dell’uomo e delle raccomandazioni del governo, i dirigenti scelti da Bezos hanno optato per una via più tradizionale e accademica. Una via che è sicura e istituzionalmente professionale, ma anche molto più lenta.

La cautela di Blue Origin ha imposto all’azienda un ritardo sulle scadenze e, peggio ancora, alla perdita di diversi appalta statali, cosa che, come ben sappiamo, sta facendo andare su tutte le furie l’uomo più ricco del mondo.

 

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