Che sui social – e non solo – circoli selvaggiamente la disinformazione è cosa nota. Ora, per porre parzialmente rimedio, Facebook vuole collaudare un sistema di notifiche che stimoli gli utenti a valutare la ripubblicazione dei link che non hanno effettivamente aperto, confidando che questo possa frenare la condivisione sensazionalistica di bufale internettiane.

La funzione sarà introdotta gradualmente sotto forma di test nel sei per cento delle app Facebook di Android, una fetta di utenti minoritaria che, tuttavia, rappresenta un bacino ampissimo e capace di offrire un ritorno di dati interessante.

Facebook aveva già in passato provato a “normare” la condivisione di link attraverso raccomandazioni, prima per chiedere di rivalutare la pubblicazione di contenuti più vecchi di tre mesi, poi per gettare un’ombra di dubbio sui portali che affrontavano tematiche pandemiche senza avere un background di affidabilità alle spalle.

Facebook, così come il concorrente Twitter, sta cercando quindi di lanciarsi in strategie passive, evitando accuratamente di scendere in prima linea per effettuare una cernita effettiva dei contenuti e di rimuovere tutti i link che falliscono la prova del fact-checking.

La lettura di una tale posizione è aperta al dibattito: potrebbe essere un sincero interesse nei confronti della difesa della libertà di parola, un desiderio cocente di non auto-etichettarsi come editori di contenuti o, infine, una scappatoia con cui mostrarsi impegnati a combattere la disinformazione, assicurandosi al contempo che nulla cambi veramente.

 

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