Anche dall’Australia non giungono notizie confortanti per Epic Games: il tribunale ha deciso di sospendere almeno per tre mesi la causa intentata contro Apple. Il motivo? Il giudice ha accolto l’obiezione dell’azienda di Cupertino, ovvero ha decretato che il caso preso in analisi sia troppo simile a quello sottoposto ai legislatori statunitensi.
Il giudice Nye Perram ha infatti stabilito che, viste le similitudini tra le due cause, a dover risolvere la cosa siano gli organi appartenenti alla giurisdizione originale, ovvero quella USA. Si tratta di una posizione che certo non farà comodo a Epic, la quale ha puntato sull’Australia e sull’Europa proprio nella speranza di svicolarsi dalla risposta univoca degli Stati Uniti, risposta che, essendo fortemente influenzata dalle lobby di Apple, potrebbe essere poco soddisfacente.
Perram ha dunque deciso di bloccare tutto per tre mesi, tuttavia ha anche notificato che tale fermo si protrarrà almeno fino al termine della causa in corso negli Stati Uniti. Una volta che quella sarà conclusa – o abbandonata -, il tribunale australiano sarà ben lieto di rivalutare la situazione.
Lo scontro tra Epic Games e Apple rappresenta, per estensione, dinamiche che influenzano l’intero ecosistema delle app, che siano su App Store o Google Play. Lo sviluppatore videoludico ha infatti denunciato le Big Tech a capo di iOS e Android di sfruttare la loro posizione dominante per garantirsi un potere contrattuale schiacciante, anticompetitivo.
Al centro della vicenda c’è la cosiddetta “Apple Tax”, la commissione del 30 per cento che Apple e Google si trattengono su tutti gli acquisti in-app, una percentuale che molte software house considerano decisamene eccessiva.
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