Parte dell’industria delle criptovalute – e in particolare del mining – lavora ad un accordo climatico per mitigare il costo proibitivo degli asset digitali sull’ambiente. Una sfida importante riguarda il passaggio del grosso del mining alle energie rinnovabili entro il 2030.

L’operazione di auto-regolamentazione si chiama Crypto Climate Accord e mira ad anticipare l’eventuale interesse da parte dei regolatori dei Governi. Oggi il solo mining del Bitcoin consuma più energia dell’intero Stato dell’Argentina. Ethereum grossomodo raggiunge le stesse emissioni della Lituania.

Due le tappe: entro il 2030 la transizione delle operazioni di mining alle fonti rinnovabili, poi nel 2040 l’intera industria delle criptovalute dovrà raggiungere la piena neutralità climatica. Emissioni zero.

Le aziende e i think tank coinvolti nell’operazione vogliono anche arrivare ad uno standard comune per misurare le emissioni di CO2 generate dall’industria crypto.

Fanno parte della trattativa colossi del calibro di Ripple, Consensys, Tom Steyer e alcune figure dell’ONU — ossia quelli che l’organizzazione chiama Climate Champions.

Non tutti sono persuasi dall’iniziativa. «Esistono dei problemi strutturali che semplicemente non possono essere risolti», ha detto a The Verge l’economista Alex de Vries. Resta poi la questione del Bitcoin: di gran lunga la criptovaluta più popolare e, per certi versi, irriformabile. Nessuno è intenzionato a fare a meno della Proof-of-Work con un Hard Fork di massa e, essendo una valuta decentralizzata, il passaggio ad un altro modello richiederebbe un consenso trai miner che oggi non esiste e probabilmente non esisterà mai. (Sul funzionamento del ‘voting power’ di miner e degli utenti, su quale trai due gruppi sia più rilevante e su come è possibile o meno riformare il protocollo su cui si basa il Bitcoin, vi rimandiamo a questo articolo). Anche laddove il grosso delle mining rig passassero alle rinnovabili – spiega The Verge – si porrebbero comunque dei problemi che sembrano almeno in parte insuperabili.

Gli obiettivi del Crypto Climate Accord e i principali firmatari verranno comunicati nel corso di un importante conferenza dell’ONU dedicata al clima prevista per il prossimo novembre.