Chamath Palihapitiya si è così incassato la bellezza di 213 milioni di dollari, una manovra che ha fatto rizzare le antenne a molti. Il quesito comune è uno solo: perché mai un dirigente dovrebbe rinunciare ai suoi stessi interessi finanziari nell’azienda? La risposta che subdolamente si insinua nella mente di tutti è che il presidente si stia preparando a limitare i danni subiti personalmente dall’eventuale tracollo di Virgin Galactic.
I sospetti, tuttavia, non possono in alcun modo essere presi come fatti. Palihapitiya dopotutto può ancora vantare il possesso di 15,8 milioni di azioni, se si prendono in considerazione le sue compagnie d’investimento.
Questa consapevolezza rassicura tuttavia solo fino a un certo punto gli investitori, i quali ricordano fin troppo bene come l’imprenditore abbia ceduto ulteriori quote anche nel dicembre del 2020.
All’epoca aveva suggerito che la vendita fosse giustificata dalla necessità di racimolare un po’ di liquidi, nello specifico un buon 100 milioni di dollari.
Alla notizia di quest’ennesima cessione, il valore delle azioni di Virgin Galactic sono improvvisamente calate del 12 per cento alla Borsa di New York, una decrescita che sembra ancora più brutale se si considera che fino a metà febbraio il valore di Virgin era alle stelle.
Nel giro di un mese, le azioni in questione sono passate da 59,42 dollari a 27.08 dollari. Nel frattempo Palihapitiya promette che nei prossimi mesi renderà pubblico il motivo delle sue strane strategie.
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