Una nuova legge dell’Arizona alleggerisce le pene di chi è in prigione per possesso di droga, ma un bug del software non ne tiene conto.
Una radio della zona di Phoenix ha denunciato che il sistema informatico delle prigioni governative avrebbe bellamente ignorato la nuova legge, di fatto rendendola inattuabile.
Il nuovo codice, introdotto nel 2019, permetterebbe ai carcerati di ridurre la loro pena del 30 per cento, ammesso che si sottopongano a programmi di formazione, di scolarizzazione o di recupero dalle droghe.
L’informazione giungerebbe da un insider del Arizona Department of Corrections (ADC), il quale avrebbe ammesso alla stazione KJZZ che i dipendenti stiano cercando di calcolare a mano le date di liberazione dei galeotti, nel disperato tentativo di circumnavigare il problema.
Di individui coinvolti dalla nuova legge se ne contano però a centinaia e il bug sta di fatto tenendo una quantità incalcolabile di persone in prigione. Forse più di 7.000.
Stando all’informatore – di cui ovviamente non è stato fatto il nome – i capi del dipartimento di correzione penale sono a consapevolezza del difetto, anzi ne erano a conoscenza sin dal 2019.
Stando alle parole dell’uomo, il software, noto come ACIS, sarebbe stato fiaccato negli ultimi due anni da “più di 14.000 bug“, criticità che avrebbero portato i tecnici a pregare i leader di dipartimento di non lanciare il prodotto.
La risposta dei piani alti sarebbe stata quella di mettere a tacere i sottoposti, perché il programma, già costoso di suo, non avrebbe potuto ottenere ulteriori fondi senza destare scandalo.
Il software in questione è una versione modificata di quello adoperato anche nelle prigioni dell’Indiana e del Maryland, tuttavia non è dato sapere se anche queste varianti si siano fatte carico delle medesime criticità o se il problema sia stato creato dalle specificità locali.
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