In questo periodo pandemico chip e GPU vanno a ruba, soprattutto quelle che servono a creare criptovalute, ma Nvidia reagisce.

Nel disperato tentativo di evitare che le nuove GPU RTX 3060 finiscano immediatamente nel mirino dei bagarini internettiani, l’azienda annuncia la creazione di un’unità di elaborazione grafica interamente dedicata alla professione del “mining“.

Battezzata opportunamente Cryptocurrency Mining Processor (CMP HX), la scheda è stata privata di capacità grafiche, ma è anche stata notevolmente ridotta di dimensioni e le sue prestazioni per picchi di voltaggio e frequenza sono ottimizzate per la creazione delle monete digitali.

Nvidia è intervenuta anche su un altro fronte: ha reso le RTX 3060 meno interessanti agli occhi di chi ne farebbe uso per riempirsi le tasche di criptovalute. La GPU ha infatti visto una riduzione del 50 per cento dell’hash rate, ovvero della possibilità di calcolo che serve a generare Bitcoin e omologhi,

Non solo, a detta dell’azienda il nuovo prodotto dovrebbe possedere anche attributi specificatamente pensati per riconoscere gli algoritmi di mining di Ethereum, cosa che non solo dovrebbe renderle poco utili ai “minatori” di internet, ma dovrebbe anche garantire un’esperienza notevolmente frustrante.

Le schede CMP HX non sono composte allo stesso modo delle GPU GeForce e la loro produzione non dovrebbe alterare la linea di fabbrica delle RTX 3060, tuttavia non è chiaro se questa strategia aziendale sarà in grado di tener botta a una domanda che è ai massimi storici.

 

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