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I fondi europei hanno finanziato una IA “capace” di leggere il viso degli immigrati per capire se mentono sulle loro generalità.

Immaginatevi la serie “Lie to me”, quindi togliete il carismatico Tim Roth e sostituitelo con un’intelligenza artificiale che analizza ogni spasmo del volto umano: questo è il presupposto di iBorderCtrl, software in fase di sperimentazione a cui si vorrebbe delegare la cernita di rifugiati e immigrati illegali.

La ricerca è recentemente (ri)emersa all’attenzione pubblica per volontà di Patrick Breyer, eurodeputato del Pirate Party tedesco, il quale ha deciso di portare la Research Executive Agency (REA) europea davanti alla Corte, con l’accusa di mancanza di trasparenza.

L’UE continua a sviluppare forme pericolose di tecnologia di sorveglianza e di controllo e intende anche sostenere finanziariamente la ricerca sugli armamenti, in futuro. Spero che la Corte si pronunci con una decisione che porti allo scrutinio pubblico e al dibattito sulle ricerche immorali finanziate dai fondi pubblici e che sono al servizio degli interessi economici privati.

Con la mia causa sulla trasparenza, desidero che la Corte possa decidere una volta per tutte se i contribuenti, gli scienziati, i media e i Membri del Parlamento hanno il diritto di ottenere informazioni sulla ricerca sostenuta con i fondi pubblici – specialmente nel caso di tecnologie pseudoscientifiche e orwelliane come il video-detector di bugie iBorderCtrl,

ha scritto Breyer in un comunicato stampa.

Dai dettagli che ha lasciato trapelare il giudice, d’altronde, l’IA sembra basarsi in tutto e per tutto su dati fisiognomici e su “caratteristiche etniche“, generando giudizi che sembrerebbero uscire direttamente dai tempi di Cesare Lombroso.

Si parla di toni tanto retrogradi che le scartoffie ufficiali dell’Unione Europea considerano il progetto un mezzo per identificare i “biomarker dell’inganno”, un vaneggiamento che a sua volta si basa sulla teoria, mai provata scientificamente, che esistano segnali universali capaci di rivelare le menzogne.

Il progetto è stato sostenuto con un finanziamento europeo da 4,5 milioni di euro e, almeno su carta, dovrebbe essere stato completato nel 2019, con i primi risultati pubblici che si sono rivelati disastrosi.

L’Unione Europea, Germania in primis, sta cercando con affanno nuovi modi per ottimizzare la selezione e lo smistamento degli immigrati, tuttavia una simile IA sembra più adatta a discernere i replicanti Nexus 6 che a offrire qualsivoglia sostegno efficace a una pratica umanitaria e burocratica tanto delicata.

 

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