La recensione di Star Trek: Lower Decks, una piacevole variante sul tema di uno degli universi narrativi fantascientifici più amati, ed un qualcosa di simile a Rick & Morty, per tutti gli appassionati di animazione comedy e di sci-fi.
Star Trek è un brand che ci accompagna dagli anni Sessanta e, nonostante sia stato proposto un po’ in tutte le salse, mancava ancora questa variante: quella comedy.
In questa recensione di Star Trek: Lower Decks vogliamo sottolineare come l’esperimento di andare oltre il classico “Spazio, ultima frontiera” e ad arrivare a toccare corde nuove, sia decisamente riuscito.
Star Trek: Lower Decks è disponibile su Amazon Prime Video dal 22 gennaio, mentre negli Stati Uniti ha debuttato diversi mesi fa su CBS All Access.
Il mix di avventura, fantascienza, e commedia è l’ideale per tutti coloro che sono alla ricerca di una variante dell’ormai cult Rick & Morty, o di una versione di Star Trek inedita, fino ad ora, all’interno del franchise.
Alla scoperta degli ultimi dell’ultimo pontile
La storia racconta dei membri della USS Cerritos ma, in questo caso, non abbiamo a che fare, come da tradizione in Star Trek, con gli ufficiali e i capitani del ponte di comando, bensì con gli appartenenti agli ultimi ponti (appunto i “lower decks”).
Nella prima puntata vediamo la giovaneTendi al suo primo giorno sulla USS Cerritos, dove conoscerà i guardiamarina Mariner, Boimler e Rutherford.
Il gruppo nel corso delle prime puntate si amalgama piuttosto bene, ed ognuno avrà lo spazio adeguato per dimostrare di essere un personaggio sfaccettato, che sa intrattenere, creando simpatia nel senso più etimologico del termine.
Boimler è colui che segue le regole in maniera scrupolosa, sogna di servire sul ponte di comando, ma la sua eccessiva “pignoleria” rappresenta un limite; Mariner è forte e coraggiosa, un membro dell’equipaggio capace di tenere testa ai più aggressivi abitanti dei pianeti più disparati, ma la sua aggressività sarà, in alcuni casi, un problema.
E poi c’è Rutherford, che lavora in sala macchine, e che ha un animo sintetico in perenne conflitto con il suo lato più umano. Infine, Tendi è la giovane alla scoperta di un ambiente nuovo ed affascinante.
L’amalgama tra tutti questi personaggi funziona, e crea situazioni esilaranti, ma non solo.
C’è una comicità intrigante in Star Trek: Lower Decks, che non è agli stessi livelli di Rick & Morty (che non può non essere un metro di paragone da qui ad i prossimi anni per questo tipo di serie animate), ma riesce a fare ciò che sembrava la cosa più difficile: unire lo spirito di Star Trek con quello di una serie animata comedy.
I protagonisti della storia sono convincenti, e le situazioni che si avvicendano riescono a creare interesse sia per l’ambiente ed i personaggi che si vengono a scoprire a mano a mano nelle puntate, sia a portare avanti il percorso dei character. Insomma, non si tratta di una serie antologica nella quale ogni protagonista rimane chiuso nella sua gabbia caratteriale e caratteristica ma, di puntata in puntata, ogni character mostra un lato nuovo di sé e si evolve.
Importante è anche il ruolo dei personaggi secondari: dal capitano Freeman, al comandante Ransom (che sarà protagonista nel terzo episodio di uno scontro che sa tanto di citazione di Thor: Ragnarok, non a caso il film Marvel più comedy all’interno dell’MCU).
L’idea che ci si può fare durante la visione di Star Trek: Lower Decks è che ogni personaggio dell’equipaggio possa avere un ruolo importante in ogni puntata e possa essere decisivo per le sorti dei suoi compagni.
Rick & Morty nell’universo di Star Trek
Tutto questo significa che lo sviluppo narrativo degli episodi funziona, ed è stato ben articolato. Del resto la serie è stata creata da Mike McMahan, appartenente al gruppo dei creatori di Rick & Morty e ideatore della serie animata Solar Opposites.
E le animazione di Lower Decks si avvicinano molto a quelle di Rick & Morty, perciò l’intento di avvicinarsi a quel tipo di racconto è chiaro ed evidente (del resto uno dei creatori della serie è lo sviluppatore del popolare telefilm).
Quindi anche in questo caso abbiamo a che fare con personaggi cartooneschi, ma con una sessualità più che affermata, e con scene di violenza che non si risparmiano. Perciò non si tratta di una serie animata adatta ad un pubblico di bambini, bensì che si rivolge ad adulti e adolescenti.
I 25 minuti ad episodio sono sufficienti per esaurire l’arco narrativo di un racconto che cambia ogni puntata, e che, sotto questo punto di vista, si orienta sulla tradizione delle serie TV di Star Trek, caratterizzate da una forte impronta antologica.
Anche gli stessi doppiatori sono ben calati nei loro ruolo, ed è un piacere ascoltare in lingua originale le voci di Tawny Newsome, Jack Quaid, Noël Wells, Eugene Cordero, Dawnn Lewis, Jerry O’Connell, Fred Tatasciore e Gillian Vigman.
Non si tratta di una serie animata adatta ad un pubblico di bambini
Chiaramente una serie come Lower Decks non poteva risparmiare le citazioni che richiamano tutto il passato di Star Trek, con Klingon, Vulcaniani e personaggi di tutti i generi di Pianeti e ambienti dell’universo più amato dai trekker che vengono citati e mostrati in continuazione.
Sotto questo punto di vista, l’elemento che più intriga di Lower Decks è il fatto che ogni puntata mostra i protagonisti esplorare un luogo diverso, avendo a che fare con personaggi e Pianeti con le caratteristiche più sfaccettate e fantasiose, richiamando quello spirito di puro “sense of wonder” che aveva la serie classica degli anni Sessanta.
Per tutti gli appassionati di Star Trek, Lower Decks non può che considerarsi una piacevole variante sul tema, mentre gli appassionati di serie animate comedy troveranno con questa proposta di Amazon Prime Video un intrattenimento di buon livello.
Così come sottolineato all’inizio di questa recensione di Star Trek: Lower Decks, non è certamente allo stesso livello di Rick & Morty (ed in pochi forse pensavano che potesse arrivarci), ma si muove sulla stessa linea, in un universo narrativo tra i più amati per gli amanti delle storie di genere e della fantascienza.