Coltivare ortaggi o altro sulla superficie marziana potrebbe essere decisamente più complicato di quanto visto nel film The Martian con Matt Damon. Lo dimostra una ricerca americana.

Per evitare di dover continuamente fare affidamento su missioni di rifornimento e poter coltivare una maggior quantità e varietà di cibo, i futuri astronauti dovrebbero poter coltivare sulla superficie marziana. Ma gli ultimi test dimostrano che non è per nulla semplice (di certo non basta il “letame umano”).

I ricercatori hanno piantato lattuga e arabetta comune in tre tipi di falso terriccio di Marte. Due sono stati realizzati con materiali estratti alle Hawaii o nel deserto del Mojave. Per avvicinarsi ulteriormente alla composizione della terra marziana, il terzo test è stato effettuato con una sorta di “terra sintetica” creata con roccia vulcanica, argille, sali e altri ingredienti chimici che il rover Curiosity della NASA ha visto sul pianeta.

Mentre sia la lattuga che l’arabetta comune sono sopravvissute nei terreni naturali simili alla superficie del Pianeta Rosso, nessuno dei due è riuscito a crescere nella terra sintetica.

Non sorprende affatto che man mano che si ottiene terra sempre più accurata, più vicina a Marte, che diventa sempre più difficile per le piante crescere al suo interno – afferma lo scienziato planetario Kevin Cannon della Colorado School of Mines a Golden, che ha contribuito a creare la terra sintetica di Marte

Il suolo sulla Terra è pieno di microbi e altra materia organica che aiuta le piante a crescere, ma la superficie di Marte è fondamentalmente roccia frantumata.

I semi di entrambe le specie germogliavano e crescevano nella terra estratta dalle Hawaii o dal deserto del Mojave, purché le piante fossero fertilizzate con un cocktail di azoto, potassio, calcio e altri nutrienti.

Nessun seme di nessuna delle due specie può germogliare, invece, nella terra sintetica, quindi “coltiveremmo piante in condizioni idroponiche e poi le trasferiremo” nel terriccio artificiale, dice Palmer. Ma anche quando veniva somministrato del fertilizzante, quelle piantine morivano entro una settimana dal trapianto.