The New Mutants, la recensione della conclusione del franchise degli X-Men

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La recensione di The New Mutants, il film che chiude definitivamente l’era mutante di Fox, tra rinvii, promesse purtroppo disattese e ancora tanto potenziale da esprimere.

È per me un po’ doloroso scrivere la recensione di The New Mutants, il travagliato film scritto e diretto da Josh Boone, nato nel momento più sbagliato per la grande casa di produzione statunitense (quello dell’acquisizione da parte di Disney) e per questo rinviato ben cinque volte.

È doloroso perché il soggetto di Chris Claremont, Bob McLeod e Bill Sienkiewicz dei fumetti di The New Mutants dei primi anni ’80 è tuttora un’opera a cui sono particolarmente legato e anche perché, entrando al cinema, mi sono reso conto che in qualche modo questo lungometraggio segna la fine di un ciclo che pur coi suoi alti e (molto) bassi ha segnato un’epoca, quella dei cinecomics.

 

recensione di The New Mutants

 

Ed è così che The New Mutants finalmente esce nella sale cinematografiche, dopo una lavorazione assurdamente prolungata, iniziata nel 2017 e soggetta a continui rimandi che hanno appioppato al film l’etichetta di “maledetto”, un po’ come i suoi protagonisti.

Danielle Moonstar (Blu Hunt) vive in una riserva Cheyenne con il padre, ma si sveglia nel cuore della notte nel bel mezzo di una tempesta furiosa, un tornado F5 che non lascia scampo. Il padre riuscirà a portarla in salvo ma questo tornado sembra essere tutto tranne che naturale e al suo risveglio la protagonista di The New Mutants si ritroverà in una specie di ospedale che presto si rivelerà essere qualcosa di decisamente diverso.

 

recensione di The New Mutants

 

La dottoressa Reyes (Alice Braga) accoglierà la giovane con cura e affetto per rilevarle che purtroppo, dopo il passaggio del tornado, lei è l’unica sopravvissuta della sua comunità.

Si sa, piove sempre sul bagnato e sarà la successiva rivelazione a destabilizzare completamente la ragazza.

La Reyes infatti le rivela che non c’è alcun dubbio, Dany Moonstar (che nei fumetti è conosciuta come Mirage) è una mutante e la struttura da lei diretta ha come scopo quello di accudire giovani mutanti alle prese con i propri poteri, per trovare una “cura” e per insegnare a contenerli quando questi si manifestano.

Non c’è niente di più pericoloso di un giovane mutante incapace di controllare i propri poteri.

Come gli altri ospiti della struttura sanno perfettamente. Ed ecco che buona parte degli originali Nuovi Mutanti fa il suo ingresso in scena.

 

recensione di The New Mutants

 

Tutti i ragazzi sono detenuti nella misteriosa struttura, più o meno contro la propria volontà, e tutti si sono macchiati di qualche più o meno involontario delitto.

Maisie Williams è Rahne Sinclair (Wolfsbane), ragazza scozzese che in determinate condizioni riesce a trasformarsi in un pericoloso lupo, la bella Anya Taylor-Joy è Illyana Rasputin (Magik), dotata di grandi poteri in quanto capace di viaggiare in una dimensione da lei stessa creata e di armarsi di una sorta di spada magica di energia psionica, Charlie Heaton è Samuel Guthrie (Cannonball), timido e complessato ragazzo del Kentucky che può trasformarsi in un vero e proprio proiettile umano di pura energia cinetica ed infine Henry Zaga che interpreta il brasiliano Roberto Da Costa (Sunspot), ricchissimo e apparentemente sbruffone mutante capace di assorbire ed emettere raggi e radiazioni solari diventando una torcia umana.

Tutti i ragazzi sono detenuti nella misteriosa struttura, più o meno contro la propria volontà, e tutti si sono macchiati di qualche più o meno involontario delitto. Le origini di ognuno di loro sono leggermente diverse rispetto a quelle dei fumetti, rimanendo comunque fedeli allo spirito dei character, anche se la cosa che colpisce fin dall’inizio è un legame davvero poco stretto con il resto del franchise.

 

recensione di The New Mutants

 

Non sappiamo in quale epoca si sviluppi il film, i ragazzi conoscono gli X-Men e Charles Xavier, credendolo addirittura coinvolto nel loro progetto di cura; possiamo immaginare che si tratti della fine degli anni ’90 e i primi 2000 dato che nella televisione della sala comune (un vecchio CRT) girano in più occasioni alcuni episodi di Buffy L’Ammazzavampiri di Josh Whedon, in una fin troppo esplicita strizzata d’occhio e senso di appartenenza.

Illyana, nei fumetti, è sorella di Pietro Rasputin a.k.a. Colosso degli X-Men, ma nel film non si fa assolutamente menzione della cosa.

Illyana, nei fumetti, è sorella di Pietro Rasputin a.k.a. Colosso degli X-Men, ma nel film non si fa assolutamente menzione della cosa. Non ci sono cenni a Moira MacTaggert e il tutto è volutamente inserito in un contesto che in qualche modo ci è familiare, ma anche profondamente distaccato dalle vicende degli altri film che compongono il franchise. Almeno fino ad una delle parti più importanti del film dove finalmente si scopriranno le connessioni.

I giovani mutanti, ribelli, insicuri, desiderosi della propria legittima libertà e confusi dalla propria natura cominceranno ad interagire tra di loro, nella più classica della tradizioni da teen movie anni ’80, ma le atmosfere si faranno ben presto cupe, visto che all’interno della struttura accadono cose molto inquietanti e gli incubi di ognuno degli ospiti cominceranno addirittura a manifestarsi fisicamente.

Sarà l’inizio di un viaggio terrificante per i ragazzi che un giorno saranno ricordati come Wolfsbane, Magik, Cannonball, Mirage e Sunspot, i protagonisti del primo vero spinoff supereroistico della storia dei mutanti di casa Marvel.

Il viaggio tuttavia sarà terrificante per loro però, per noi mica tanto.

 

 

The New Mutants, che si prefissa come teen movie indirizzato ad un pubblico di teenager, dopo un inizio di familiarizzazione e contestualizzazione dei personaggi si getta subito in atmosfere volutamente horror, ma mai veramente spaventose.

Non è certo difficile capire fin dal principio che la tenuta dove sono rinchiusi i ragazzi cela segreti ben più inquietanti di una semplice struttura di recupero e non ci sarebbe nessun problema in questo, dato che la nostra concentrazione è tutta rivolta verso i giovani protagonisti e le loro tristi e travagliate storie.

Ognuno di loro cela un segreto oltre ad un potere e ognuno avrà una proprio maniera peculiare di rapportarsi con gli altri e con l’ambigua dottoressa Cecilia Reyes, in un thriller dove la verità sarà svelata solo verso il finale.

All’inizio si ha la sensazione di trovarsi di fronte quasi ad un Breakfast Club in salsa mutante, ma ben presto la mancanza di spessore narrativo e registico si fa sentire.

Il cast ridotto, le atmosfere claustrofobiche e l’intreccio dei rapporti tra i personaggi sarebbero stati degli ottimi punti di partenza funzionali per la buona riuscita del film. All’inizio si ha la sensazione di trovarsi di fronte quasi ad un Breakfast Club in salsa mutante, ma ben presto la mancanza di spessore narrativo e registico si fa sentire.

Di fatto quella che possiamo vedere al cinema è la versione iniziale di The New Mutants, senza reshoot, senza rimaneggiamenti particolari (anzi parliamo di tagli, come per esempio quello del tradizionale codino finale, che avrebbe dovuto aprire ad una potenziale trilogia, ma è stato cancellato ovviamente per i nuovi assetti societari e di strategie).

 

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La regina del limbo, la temibile ed instabile sorella di Colosso: Magik

 

Boone vorrebbe analizzare la psicologia dei personaggi, renderci partecipi dei loro tormenti e del loro smarrimento, in quanto adolescenti catapultati in una vita che nemmeno comprendono, eppure non riesce a creare troppa empatia.

Le tristi storie di Illyana e Rahne vengono appena accennate più che approfondite e vengono mostrate quasi per giustificare il proseguimento della trama che non per permetterci un vero legame coi personaggi. Anche Samuel (Cannonball), in apparenza il più fragile del gruppo, si svela pochissimo ai nostri occhi e l’analisi del passato e dei tormenti dei ragazzi ci viene proposta sotto forma di incubo materializzato che perseguita tutti all’interno della struttura.

Non ci sono nemmeno i canonici jumpscare, che a questo punto sarebbero stati almeno apprezzabili per spezzare una piattezza abbastanza disarmante.

Anche in questo caso l’idea di fatto non sarebbe assolutamente negativa, visto che permetterebbe di procedere verso il climax del film raccontando nel contempo il passato e la psicologia dei Nuovi Mutanti, ma è tutto troppo debole, poco ispirato. Non ci sono nemmeno i canonici jumpscare che a questo punto sarebbero stati almeno apprezzabili per spezzare una piattezza abbastanza disarmante.

L’interpretazione dei protagonisti di The New Mutants è comunque tutto sommato pregevole con Anya Taylor-Joy e Charie Heaton che si distinguono per intensità, pur nei loro ruoli un pochino stereotipati e talvolta un po’ eccessivi, con l’interprete di Magik che vira spesso nel ruolo di macchietta e l’ex protagonista di Stranger Things un po’ troppo statico.

 

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New Mutants horror

 

Forse è proprio Blu Hunt a sentire il peso del confronto, sfoderando una prestazione coerente nel ruolo, ma davvero molto light, rispetto alle potenzialità di un personaggio davvero in grado di compiere azioni incredibili (e mi riferisco ai fumetti).

La domanda a questo punto sorge spontanea: con un po’ di cura e attenzione in più e una gestione più responsabile cosa sarebbe potuto essere The New Mutants? Una potenziale bomba, non ne ho dubbi.

Un teen movie, con un evidente taglio horror psicologico, debitore del pluri-citato Buffy e con un’apertura verso un nuovo gruppo di giovani eroi, smarriti, confusi, ribelli, pronti ad autodeterminarsi anche usando mezzi non convenzionali, avrebbe di certo colto la mia attenzione e quella del grande pubblico.

Pur con le normali differenze tra media, The New Mutants è rispettoso dei fumetti da cui trae ispirazione, sia a livello di tono che di look, cosa non poi così frequente, ma non riesce proprio a soddisfare i requisiti dei cluster in cui vorrebbe inserirsi.

L’elemento terrificante e misterioso non è sufficiente a giustificare il bollino di film horror.

I rapporti tra i giovani detenuti non sono attentamente approfonditi e non basta un bacetto saffico scambiato in un prato per catturare l’attenzione; insomma anche in questo caso non è sufficientemente intenso per essere un buon teen drama.

La componente action pura, relegata ala parte finale, seppur gradevole non è degna di un cinecomic supereroistico (va detto che sin dalla realizzazione questo probabilmente non rientrava tra gli obiettivi del film).

Insomma The New Mutants che cos’è? Un’occasione sprecata.

Abbiamo visto ormai di tutto nei cinecomics e questa declinazione molto anni ’80 e ’90 poteva rappresentare un buon punto di inizio per uno sviluppo interessante.

E invece The New Mutants si è rivelato essere una pietra tombale sul franchise. Una bruttina pietra tombale, per giunta.

Aggiungiamo benzina sul fuoco? Il lungometraggio di Josh Boone aggiunge una brutta cicatrice al già martoriato franchise che al suo interno ha visto cose oggettivamente orrende come Wolverine: Origini, Wolverine L’Immortale, X-Men: Apocalypse e X-Men: Dark Phoenix.

È un triste addio quello di Fox al mondo degli X-Men.

 

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Pensate a all’addio di Hugh Jackman al ruolo di Wolverine con Logan. Ecco avrei voluto qualcosa del genere. Cosa assolutamente impensabile dato che questo film era nato come punto di partenza per una nuova trilogia e non come conclusione di un’epoca.

Finalmente avevamo un film in cui si poteva apprezzare l’esplosione dei poteri mutanti nella fascia d’età dell’adolescenza, con tutte le drammatiche conseguenze del caso. Finalmente potevamo mettere gli occhi su qualcosa di diverso.

E invece ci troviamo tra le mani un prodotto fiacchino, opaco, con effetti speciali non certo eclatanti e una sentenza di condanna fin dallo sviluppo, visto il suo relegamento ad un cassetto che appare quasi come un dimenticatoio. Sembra che The New Mutants sia uscito perché “tanto ormai era pronto” più che per qualunque altro motivo e questa sensazione si è percepita anche nella community social.

Ah, ma è uscito The New Mutants? Pensa me n’ero dimenticato”.
Tornare al cinema in questi tempi complessi per trovarsi di fronte a questi novantaquattro minuti non è per nulla positivo.

Eppure il film mantiene una coerenza con i fumetti che l’hanno ispirato (la saga del Demone Orso del 1984), presentando un finale che è tipicamente da fumetto (otto fumetti di supereroi su dieci tuttora finiscono con grandi scazzottate).

È un peccato salutarsi così, specie con un cast abbastanza azzeccato e con un’atmosfera (e forse un’intenzione) che sulla carta avrebbero potuto lasciare tanto.

Fa innervosire, perché si percepisce, in termini metaforici, che forse bastava veramente qualche passo in più per raggiungere un risultato che avrebbe fatto la differenza. La strada era giusta, purtroppo ci si è fermati troppo presto.

C’era tanto potenziale nell’idea di Josh Boone e anche nel tentativo di realizzarla, anche in termini di gusto e coerenza registica, con le atmosfere grigie ed oscure, sempre opprimenti che il film mostra in tutta la sua durata.

Fa innervosire, perché si percepisce, in termini metaforici, che forse bastava veramente qualche passo in più per raggiungere un risultato che avrebbe fatto la differenza. La strada era giusta, purtroppo ci si è fermati troppo presto.

Non bastano le citazioni, soprattutto quelle forzate, e la voglia di prendersi sul serio.

Non ci resta che sperare nella nuova era. Lunga vita ai mutanti.

 

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