Microfibre: migliaia di tonnellate non andrebbero negli oceani cambiando le abitudini di lavaggio

Quasi 13.000 tonnellate di microfibre, equivalenti a due camion della spazzatura ogni giorno, vengono rilasciate ogni anno negli ambienti marini europei, ma ciò potrebbe ridursi fino al 30% se facessimo una piccola modifica alle nostre abitudini di lavaggio.

Una quantità inimmaginabile di microfibre vengono riversate nel mare e poi negli oceani semplicemente attraverso le nostre lavatrici: i risultati di uno studio che ha quantificato il problema, ma anche proposto soluzioni, sono stati pubblicati oggi dalla rivista scientifica PLOS ONE, in vista della Giornata mondiale degli oceani, che ricorrerà lunedì 8 giugno.

Ogni volta che lavi i tuoi vestiti, migliaia di piccole microfibre del tessuto vengono rilasciate nei fiumi, nel mare e nell’oceano, causando inquinamento marino e influenzando in maniera negativa la salute dei pesci e la nostra che poi li mangiamo. Gli scienziati hanno ipotizzato per qualche tempo che queste microfibre possano causare più danni delle microsfere, che sono state bandite dai prodotti di consumo del Regno Unito e degli Stati Uniti negli ultimi anni.

I ricercatori della Northumbria University hanno lavorato in collaborazione con Procter & Gamble, produttori di Ariel, Tide, Downy e Lenor sul primo importante studio forense sull’impatto ambientale delle microfibre provenienti da biancheria.

La loro analisi hanno rivelato una media di 114 mg di microfibre rilasciate per chilogrammo di tessuto in ciascun carico di lavaggio durante un ciclo di lavaggio standard.

I ricercatori suggeriscono che 12.709 tonnellate di microfibre vengono rilasciate dalle lavatrici nei fiumi, nel mare e nell’oceano ogni anno nella sola Europa.

Dato che un rapporto AISE del 2013 stima che in 23 paesi europei ogni anno si eseguono 35,6 miliardi di carichi di lavaggio, i ricercatori suggeriscono che 12.709 tonnellate di microfibre vengano rilasciate dalle lavatrici nei fiumi, nel mare e nell’oceano ogni anno nella sola Europa. Questo quantitativo è circa l’equivalente di due camion della spazzatura.

Tuttavia, i ricercatori hanno ottenuto una riduzione del 30% della quantità di microfibre rilasciate eseguendo un ciclo di lavaggio di 15 minuti a 30 ° C, rispetto a un ciclo standard di 40 minuti a 40 ° C.

Se le famiglie cambiassero le loro abitudini impostando cicli di lavaggi più freddi e più veloci, risparmieremmo potenzialmente 3.813 tonnellate di microfibre che vengono rilasciate negli ecosistemi marini in Europa.

 

 

Ovviamente il rilascio delle microfibre dipende anche dal tipo di lavatrice e da quanto viene caricata: più la lavatrice è piena meno rilascia, a causa di un rapporto inferiore tra acqua e tessuto.

Pertanto, il team di ricerca consiglia ai consumatori di riempire correttamente la lavatrice il che corrisponde a circa i suoi tre quarti.

I nuovi vestiti rilasciano più microfibre rispetto ai vestiti più vecchi, in particolare durante i primi otto lavaggi.

Gli ammorbidenti per tessuti non hanno avuto alcun impatto diretto sul rilascio di microfibra.

Nello studio è stata coinvolta un’esperta di scienze forensi per assicurare che non ci fosse contaminazione incrociata di fibre da altre fonti.

Un nuovo aspetto dello studio è stato il coinvolgimento delle competenze forensi della dott.ssa Kelly Sheridan, esperta di fibre tessili forensi che ha lavorato su diversi casi di omicidio di alto profilo. La sua guida ha assicurato che la ricerca potesse essere condotta senza contaminazione incrociata di fibre da altre fonti.

Il team ha applicato metodi di prova utilizzati nella scienza forense, come le tecniche spettroscopiche e microscopiche, per esaminare la struttura e la composizione delle microfibre rilasciate dall’abbigliamento. Ciò ha consentito di pesare e caratterizzare le fibre per determinare i rapporti tra fibre artificiali e fibre naturali rilasciate dai carichi di lavaggio.

I ricercatori hanno scoperto che il 96% delle fibre rilasciate erano naturali, provenienti da cotone, lana e viscosa, con fibre sintetiche, come nylon, poliestere e acrilico, che rappresentavano solo il 4%.

Un punto positivo da notare è che le fibre naturali da fonti vegetali e animali si biodegradano molto più rapidamente delle fibre sintetiche.

Uno studio precedente ha identificato che le fibre di cotone si sono degradate del 76% dopo quasi otto mesi nelle acque reflue, rispetto al solo 4% di deterioramento delle fibre di poliestere. Ciò significa che le fibre naturali continueranno a degradarsi nel tempo, mentre le microfibre a base di petrolio si sono stabilizzate e si prevede che rimarranno negli ambienti acquatici per un periodo molto più lungo.

John R. Dean, professore di scienze analitiche e ambientali alla Northumbria University, che ha guidato lo studio, ha dichiarato:

Questo è il primo importante studio per esaminare i carichi di lavaggio domestici reali e la realtà del rilascio di fibre. Siamo rimasti sorpresi non solo dalla quantità di fibre provenienti da questi carichi di lavaggio domestici, ma anche nel vedere che la composizione delle microfibre che escono dalla lavatrice non corrisponde alla composizione degli indumenti che entrano nella macchina, a causa del modo in cui i tessuti sono costruiti.

Trovare una soluzione definitiva all’inquinamento degli ecosistemi marini da parte delle microfibre rilasciate durante il lavaggio richiederà probabilmente interventi significativi sia nei processi di produzione di tessuti sia nella progettazione delle lavatrici.

Neil Lant, Research Fellow di Procter & Gamble, ha dichiarato:

Questo studio ha dimostrato che le scelte dei consumatori nel modo in cui fanno il bucato possono avere un impatto significativo e immediato sull’inquinamento da microfibra. Ciò non eliminerà il problema, ma potrebbe raggiungere una significativa riduzione a breve termine mentre vengono sviluppate e commercializzate altre soluzioni come filtri per lavatrice e indumenti a bassa dispersione.

Per una volta quindi ci sono dei consigli pratici che possiamo, senza troppo sforzo, applicare anche tutti noi fin da oggi per ridurre la dispersione di microplastiche in mare.

 

 

 

Inquinamento da PET negli oceani: i batteri geneticamente modificati lo contrastano
Inquinamento da PET negli oceani: i batteri geneticamente modificati lo contrastano
Inquinamento da microplastiche: dall'UE arriva lo stop alla commercializzazione dei glitter
Inquinamento da microplastiche: dall'UE arriva lo stop alla commercializzazione dei glitter
Inquinamento da acque reflue: uno studio rivela il grave impatto sui fiumi
Inquinamento da acque reflue: uno studio rivela il grave impatto sui fiumi
Inquinamento: un nuovo studio svela i rischi dei bicchieri di carta
Inquinamento: un nuovo studio svela i rischi dei bicchieri di carta
Inquinamento luminoso: il ruolo dei satelliti in orbita
Inquinamento luminoso: il ruolo dei satelliti in orbita
Inquinamento ambientale: arrivano nuove norme UE sulle importazioni
Inquinamento ambientale: arrivano nuove norme UE sulle importazioni
Pneumatici sostenibili: contrastare l'inquinamento causato dalle particelle di gomma è possibile
Pneumatici sostenibili: contrastare l'inquinamento causato dalle particelle di gomma è possibile