In periodo di lockdown, lo streaming video fiorisce, ma fiorisce anche la pirateria di film e serie.
Secondo i dati diffusi da Muso, un’agenzia di monitoraggio della pirateria cinematografica, negli ultimi mesi si è registrato un boom degli accessi ai siti che trasmettono illegalmente lungometraggi e programmi.
La fruizione non autorizzata dei contenuti si è intensificata nazione per nazione, seguendo progressivamente l’onda dell’emergenza sanitaria e delle conseguenti quarantene. Ad aprire le danze è stata la Cina: primo Paese ridotto alla quarantena, é stato anche il primo a vedere le persone rifugiarsi nello streaming.
A gennaio, in concomitanza con il lockdown, il paese asiatico ha registrato un aumento dell’89% del traffico verso i siti pirata. Globalmente i numeri sono più contenuti, ma continuano non di meno a crescere di mese in mese, dando vita a una tendenza che non accenna a rallentare.
Nel Regno Unito, 300 milioni di persone hanno deciso di ricorrere all’illegalità, mentre negli States il numero sale fino a toccare il miliardo. Con un terreno tanto fertile, è tornato in auge anche Popcorn Time, il “Netflix della pirateria” che si è raffinato al punto da garantire una sorta di controllo parentale con cui filtrare i contenuti inadatti ai minori.
In Italia il panorama è leggermente diverso. Il Sole 24 Ore suggerisce che il canale preferenziale della pirateria in streaming sia ancora il “pezzotto“, ovvero il servizio di IPTV in mano alle mafie che consente di accedere illecitamente a circa 15mila canali televisivi.
Con un bacino di utenza che si aggira sui 5 milioni di iscritti, l’universo del “pezzotto” ha dovuto affrontare il problema della sospensione dell’attività calcistica. Molti dei clienti abituali hanno infatti comprato il decoder per poter seguire le partite di campionato e ora manifestano seri dubbi sul valore del loro investimento.
Per affrontare questa crisi, anche i gestori di una simile risorsa illegale si sono dovuti ingegnare per soddisfare la clientela: per compensare il disservizio, hanno iniziato così a offrire una serie di anteprime on-demand, mettendo in campo le pellicole cinematografiche che non dovrebbero ancora essere disponibili sul piccolo schermo.
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