La recente parodia di 20.000 leghe sotto i mari è l’occasione per raccontare in 5 storie i passaggi salienti delle parodie Disney a fumetti finora pubblicate.

In questi giorni è uscito nelle edicole e fumetterie il Topolino 3355, con la prima parte della storia 19.999 leghe sotto i mari, parodia Disney del classico della letteratura di Jules Verne 20.000 leghe sotto i mari. Per l’occasione tutti gli appassionati hanno ricordato le tante parodie tratte dai classici della letteratura, e non solo, realizzate nei fumetti di Topolino.

Ognuno ha la sua parodia Disney preferita, e del resto parliamo di una tradizione che affonda le sue radici addirittura negli anni quaranta del Novecento. Noi vogliamo ricordare quelle più significative, i cinque punti cardine che hanno segnato le parodie di Topolino.

Dall’Inferno di Topolino ai Promessi Paperi, fino 19.999 leghe sotto i mari, le parodie Disney sono diventate un simbolo ed una garanzia di qualità del fumetto italiano.

 

 

L’Inferno di Topolino (1949)

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Una delle più grandi imprese fumettistiche italiane di sempre

Si tratta di una delle più grandi imprese fumettistiche italiane di sempre. Tra il 1949 ed il 1950, dal numero 7 al 12 di Topolino venne pubblicato L’inferno di Topolino, una riscrittura disneyana della Divina Commedia, realizzata da Guido Martina (sceneggiatura) e Angelo Bioletto (disegni).

Al centro della storia ci sono Topolino, nei panni di Dante, e Pippo in quelli di Virgilio. I due partecipano ad una messa in scena teatrale della Divina Commedia, ma, recandosi in biblioteca per approfondire l’opera, si ritrovano “risucchiati” all’interno dei disegni di Gustave Doré.

La bravura di Martina, non sta solo nell’aver adattato un’opera complessa come la Divina Commedia per un universo completamente differente quali è quello Disney, ma il fumettista italiano ha anche verseggiato e scritto le terzine che si rifacevano alla Commedia dantesca, creando un perfetto incastro tra versi e disegni.

Tutto ciò permetterà a Martina, per la prima e unica volta fino agli anni Ottanta, di essere indicato ad inizio storia come autore del fumetto (cosa inusuale a quei tempi su Topolino)

La grandezza dell’impresa non fu però subito colta, tanto che ci vollero ben sette anni prima che si arrivasse ad una nuova parodia letteraria di Topolino, considerando che solo nel 1956 Guido Martina (sempre lui) e Lorenzo De Vita realizzarono Paperino Don Chiscotte. Ma questa è un’altra storia.

 

 

 

 

Canto di Natale (1982)

 

Creare un cortocircuito postmoderno e poi ritornare da capo.

Creare un cortocircuito postmoderno e poi ritornare da capo. Si può forse descrivere così l’operazione realizzata sempre da Guido Martina, disegnata da José Colomer Fonts, che nel 1982, su Topolino 1412, portò alla pubblicazione della versione topoliniana di Canto di Natale.

Protagonista della storia che omaggiava il racconto di Charles Dickens era zio Paperone. L’aspetto particolare di tutto questo è il fatto che il nome americano di Paperone sia proprio Scrooge, lo stesso del protagonista di Canto di Natale. Questo perché il creatore del personaggio, Carl Barks, utilizzò proprio come ispirazione il character dickensiano.

Ci troviamo quindi di fronte ad un grande cortocircuito di citazione, contro-citazione, e influsso di un’opera in un’altra.

La parodia di Canto di Natale di Martina sembra quindi essere un vero e proprio omaggio a due figure, quelle di Zio Paperone e di Scrooge, che sono l’uno la propagazione dell’altro.

La storia riprende in tutto e per tutto il racconto di Charles Dickens, con Paperon Scrooge che vive una vigilia di Natale condizionata dall’apparizione del fantasma del suo ex socio Rock Marley, e che si troverà a confrontarsi con i tre fantasmi del Natale.

 

 

 

 

Twin Pipps (1992)

Twin Pipps

 

Se le parodie Disney hanno iniziato col tempo a non attingere solo dalla letteratura, parte del merito va anche a grandi fenomeni pop, ed all’audacia di un’operazione quali è stata Twin Pipps.

L’idea di adattare per l’universo Disney di Topolino una serie televisiva complessa come Twin Peaks, è un’operazione che può solo stare sotto ad un adattamento ancora più complesso quali è quello della dell’Inferno di Topolino.

Il fumetto venne pubblicato nel 1992 e comparve sul numero 1917. A realizzare la storia furono Mario Volta (sceneggiatura) e Roberto Marini (disegni).  Al centro del fumetto c’è la tranquilla città di Twin Pipps, che viene sconvolta dalla scomparsa di Laura Talper. Topolino sarà quindi chiamato a risolvere il mistero.

In Twin Pipps vediamo il commissario Basettoni, Topolino e Pippo, la fabbrica di dolci Pipps, ed un giallo che ruota attorno alla crema con ingrediente segreto della fabbrica.

Topolino, come spesso accade, viene messo al centro di un giallo classico, alleggerito da tutti quei tratti visionari e soprannaturali del telefilm originale.

L’esempio di Twin Pipps servirà al settimale di Topolino per attingere maggiormente dalle serie televisive, adattandole e inserendole all’interno dell’universo disneyano. E tra gli ultimi grandi casi del genere possiamo ricordare Foglie Rosse, storia ispirata a Stranger Things. 

La storia regge bene e funziona, anche se dimostra a livello stilistico e visivo un andamento piuttosto classico, un tratto tipico topoliniano, che solo le parodie successive cercheranno di cambiare.

 

 

 

 

Dracula di Bram Topker (2012)

Dracula di Bram Topker

 

Arriviamo quindi al 2012, quando sul Topolino numero 2945, dell’8 maggio, e sul Topolino numero 2946, del 15 maggio, viene pubblicata la parodia del Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola, lungometraggio del 1992, a sua volta ispirato al romanzo di Bram Stoker del 1897. Il titolo della parodia è Dracula di Bram Topker.

Al centro della storia ci sono Topolino nei panni di Jonathan Ratker, Minni in quelli di  Miss Minnina Murray, Clarabella in quelli di  Clara-Lucilla Westerna, Pippo Van Helsing, e ovviamente Macchia Nera nei panni di Dracula.

Per rendere il fumetto più “morbido”, soprattutto per i più piccoli, l’elemento della morte viene sostituito con la trasformazione dei personaggi in barbabietole.

A realizzare il fumetto sono Bruno Enna alla sceneggiatura e Fabio Celoni ai disegni, con i colori realizzati dallo stesso Celoni e da Mirka Andolfo. Due sono gli elementi che spiccano: le vignette della storia hanno un’impronta decisamente cinematografica, ed i colori della Andolfo e di Celoni sono molto espressivi.

Dracula di Bram Topker rappresenta il cambio di passo, soprattutto a livello stilistico, delle parodie di Topolino, oltre che una delle punte più alte della gestione di Topolino di Valentina De Poli.

 

 

 

 

Dylan Top (2015)

 

E alla fine il fumetto omaggiò il fumetto.

Dopo aver preso spunto da opere letterarie, film e serie televisive, Topolino decide di omaggiare un pezzo di storia del fumetto italiano, scegliendo il Dylan Dog di Tiziano Sclavi.

Dylan Top – L’alba dei Topi Invadenti viene pubblicato su Topolino 3094. La storia è scritta da Tito Faraci, e disegnata da Paolo Mottura su un soggetto di Roberto Recchioni, e si rifà a L’Alba dei Morti Viventi. Sembra che Faraci già negli anni Novanta avesse pensato ad una parodia del genere, e che Recchioni ebbe successivamente l’idea di trasformare i morti viventi nei topi invadenti protagonisti della storia.

Come al solito Topolino viene utilizzato come investigatore e protagonista di una pura storia noir nella quale Minnie chiede aiuto a Dylan Top per scoprire cosa si nasconde dietro al cambiamento del fidanzato Topesio.

Dylan Top, Minnie e Groucho si dirigeranno così verso Uninvited, dove  si scoprirà che John Black vuole dominare il mondo trasformando i suoi abitanti in topi invadenti.

Il processo di trasformazione e adattamento stilistico delle parodie di Topolino già visto con Dracula qui trova il suo perfetto compimento, con Mottura che omaggia e riprende a più riprese le vignette originali di Angelo Stano e dell’albo numero uno di Dylan Dog.

Mottura e Celoni sono i disegnatori di Topolino specializzati nel creare atmosfere adatte all’horror, ma in grado anche di venire incontro all’aspetto visivo dell’universo disneyano.

Dylan Top ha rappresentato un momento particolare per il fumetto italiano, che ha unito gli autori Disney Panini Faraci e Mottura con il curatore di Dylan Dog Roberto Recchioni, e quindi con la Sergio Bonelli Editore.

Si è trattato di un crossover che ha travalicato le case editrici ed è diventato esso stesso simbolo del fumetto italiano, confermando quanto le parodie Disney siano un saldissimo monumento dell’arte fumettistica del nostro Paese.