Larry Tesler è stata una di quelle figure silenziose, note solo nell’ambiente degli addetti ai lavori e degli appassionati, che con il suo lavoro e un’intuizione straordinaria ha rivoluzionato la vita di milioni (miliardi!) di persone.
Uno come me che traffica in ogni ambito della vita con il digitale, dalle passioni al lavoro, praticamente dovrebbe erigergli un monumento o almeno allestire un tempietto in un angolino della casa dove rendergli grazie tutte le mattine.
Immaginatevi quanto è strano stare davanti a un PC, con un documento aperto davanti agli occhi, e scrivere della scomparsa di un uomo al quale dobbiamo una delle maggiori comodità della storia dell’informatica, il sistema taglia/copia/incolla.
È difficile pensare a quanto sia stato visionario e pionieristico il lavoro di una persona che, in un momento storico in cui i computer a malapena esistevano nella vita delle persone, ha inventato un sistema per replicare testi e immagini con una combinazione di tasti.
Come tutte le idee che hanno fatto fare salti quantici in avanti alla storia di un settore, non è nata in modo esattamente consapevole e lineare.
Laureato in informatica all’università di Stanford, Tesler (classe 1945) è stato una delle punte di diamante della nascente ricerca sull’intelligenza artificiale, entrando a far parte subito dopo la laurea della Xerox, che all’epoca era a dir poco un laboratorio di innovazione.
Nel 1970 era stato fondato il Palo Alto Research Center (per gli amici Xerox PARC, curioso quanto azzeccato acronimo) e lì si ritrova, nel pieno delle attività di immaginazione e sviluppo di quello che doveva essere “l’ufficio del futuro”.
In quegli anni escono da lì grandi innovazioni come lo Smalltalk, linguaggio di programmazione che rivoluziona lo sviluppo software, il leggendario Alto, il primo personal computer con una interfaccia grafica e un mouse, e via discorrendo.
Nel 1977, anno di Star Wars, Xerox sfodera la stampa laser: ‘nuff said.
Sulla storia dello Xerox Palo Alto Research Center vi consiglio di leggere un libro davvero interessante e dettagliato, che svela quanto era all’avanguardia: Dealers of Lightning: Xerox PARC and the Dawn of the Computer Age di Michael A. Hiltzik.
Stella della scrittura, scrittura tra le stelle
Larry Tesler lavora fin da subito sullo sviluppo di qualcosa di nuovo, e con il collega Tim Modd pensa di realizzare un programma di scrittura testi.
Questo prende il nome di Gypsy, e indovina un po’…?
Contiene la funzione Taglia/Copia e Incolla, che viene inclusa nella sua prima versione del 1974 e continua ad essere migliorata fino al 1976.
Va detto che Gypsy non ebbe una particolare diffusione, mentre invece possiamo trovare le funzioni introdotte da Tesler nel primo programma word processor di grande successo commerciale: WordStar, che vede la luce nel 1979 e diventa un bestseller a cavallo dell’anno seguente.
I suoi creatori sono Seymour Rubenstein e Rob Barnaby, della neonata Micropro International.
Grazie alla sua funzionalità e alla semplicità di utilizzo (e sicuramente al copia/incolla), chiunque poteva familiarizzare con la scrittura digitale nel giro di poche ore.
Non tutti sanno che il grandissimo scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke (papà, tra le migliaia di opere, del racconto che ha ispirato Kubrick per 2001 Odissea nello Spazio) fu talmente folgorato dalla rivoluzione informatica da rinunciare al suo annunciato ritiro dalle scene nel 1978.
Incontrando i due ideatori di WordStar, disse queste parole:
Sono felice di salutare coloro che hanno fatto di me uno scrittore rinato: dovevo ritirarmi e ora ho sei libri in lavorazione e altri due in testa, tutto grazie a WordStar.
Ecco, chissà quanto in questa sua epocale decisione ha inciso la possibilità di tagliare, copiare e incollare testo in pochi secondi, realizzata dal nostro Larry Tesler…
Qualcuno potrebbe dire “erano altri tempi”: nessuno cercò mai di accaparrarsi la paternità di funzioni rivoluzionarie come le sue.
Se vi sembra poco, pensate a cosa succede adesso nell’epoca dei social media e relative feature (e cause milionarie a seguire)
La Grande Rapina al Treno
(pardon: al PARC) di Steve Jobs
Visto che abbiamo parlato di rispetto, parliamo anche di furti, volete?
Niente paura, chi scrive è uno che crede fermamente nella massima di Picasso (e di Jobs)
i bravi artisti copiano, i grandi artisti rubano
quindi non starò a fare la morale alla star di Apple.
Anzi, gli riconosco la grande capacità di essere mille passi avanti a livello di prontezza mentale rispetto ai bravissimi tecnici dello Xerox PARC, che erano dei geni dell’informatica, ma non della divulgazione.
La storia è questa: un giovane Jobs – è il 1979, ha fondato la Apple con Steve Wozniak tre anni prima – va a fare un giro al PARC, e tra quelli che gli illustrano cosa sta succedendo all’interno della struttura c’è anche il nostro Larry.
Tesler gli mostra come funziona il loro prezioso Xerox Alto (vedi sopra: interfaccia grafica e mouse) e a Jobs si illuminano gli occhi, che diventano a forma di cuore e poi di dollaro, secondo i resoconti ufficiali: la sua reazione è qualcosa tipo
Questa roba è una miniera d’oro!
Poi se ne è stato zitto, ha fatto una seconda visitina… e il resto è appunto storia.
Come è storia che da lì a poco Tesler se ne sia andato dalla Xerox, che comunque aveva investito in Apple, e andò a lavorare proprio a fianco di Steve Jobs. La nascita di Lisa, il computer che ha segnato un passo avanti nel rapporto utente-macchina, deve moltissimo al suo lavoro svolto sullo Xerox Alto.
Quindi, come avrai capito, quella che da molti viene definita “la rapina del secolo” di Steve Jobs ai danni dalla Xerox non è altro che una lineare evoluzione di situazioni e di menti che si sono riconosciute e hanno collaborato per dare al mondo qualcosa di nuovo.
Verso l’innovazione e oltre
A questo punto Larry lavora per circa una dozzina di anni in Apple, dove tra l’altro ha sviluppato un device che vedeva lontano (tanto per cambiare!) ma era un po’ troppo avanti per l’epoca: il Newton, proto-tablet che possiamo considerare antenato dei dispositivi moderni.
Dopodiché si dedica alla meritoria attività di diffondere la cultura della programmazione tra i giovani americani, continuando a lavorare come consulente freelance e con una sua società di sviluppo software.
Nei Duemila riceve la chiamata di un certo Jeff Bezos
Arriviamo dunque ai primi Duemila, quando riceve la chiamata di un certo Jeff Bezos: Amazon è sul trampolino di lancio per spiccare il volo e conquistare il mercato, ma il sito ha una interfaccia non troppo amichevole per l’utente medio.
Nessun problema! Ci pensa Larry Tesler.
Zitto zitto, anche stavolta il nostro professionista lascia il segno.
Negli anni seguenti prosegue a lavorare nella Silicon Valley, godendo sempre di grandissima stima da parte degli addetti ai lavori.
La sua è una storia esemplare, fatta di lavoro serio, di continua sperimentazione, ma soprattutto sostenuto dalla volontà di avvicinare l’informatica alle persone, di semplificare l’esperienza utente e di abbattere le complicazioni di cui a volte si innamora(va)no gli sviluppatori.
E adesso, passiamo alla religione.
Welcome to Copimismo, baby!
Tra i meriti che sicuramente non verranno ascritti nelle biografie ufficiali di Larry Tesler, c’è quello di aver dato origine grazie al suo celeberrimo Copia/Incolla alla Chiesa missionaria del Copimismo, una religione nata e ufficialmente riconosciuta in Svezia.
La Missionerande Kopimistsamfundet si basa sul principio che tutte le informazioni del mondo dovrebbero essere distribuite liberamente e senza alcun vincolo.
Come appare abbastanza ovvio, la Chiesa è contraria a qualsiasi forma di monopolio della conoscenza, primo fra tutti il copyright.
CTRL+C e CTRL+V sono considerati simboli sacri, mentre il logo ufficiale del culto è una lettera K piazzata all’interno di un triangolo (manco a dirlo, no?)
La loro divinità si chiama Kopimi… per alcuni credenti è un vero e proprio Dio, altri invece rifiutano l’esistenza del divino, ma in seno alla Chiesa (questa Chiesa) non rappresenta un problema.
Non soltanto la proprietà intellettuale è avversata in ogni sua forma conosciuta, ma il Copimismo incoraggia apertamente la pirateria di qualsiasi genere e relativa a qualunque settore dello scibile umano.
L’atto di copiare vale come un ideale, e per i credenti, come recitano alcune filosofie orientali a cui si ispirano,
la copia è considerata qualcosa di superiore ad un semplice strumento di apprendimento: è qualcosa di indipendente a livello artistico
Potete trovare i principi fondamentali della religione sulla pagina di Wikipedia.
Che non ho copiato e incollato, anche se la tentazione è stata forte…
Questo testo è invece stato regolarmente tagliato da un file di Word e incollato all’editor di testi del sito di Lega Nerd. Love you, Larry