Un nuovo team di ricercatori ha cercato di evidenziare le vulnerabilità della guida autonoma di Tesla: questa volta Autopilot è stato ingannato usando un nastro adesivo.
La premessa d’obbligo, prima di entrare nel merito dell’esperimento, è che le auto ingannate montavano tutti i sistemi di computer vision di Mobileye, azienda israeliana che non collabora più con Tesla da anni. I ricercatori della McAfee sono riusciti ad indurre diverse auto Tesla con Autopilot attivo ad accelerare di 50 miglia all’ora semplicemente apponendo un impercettibile tratto di nastro adesivo su un cartello stradale.
I ricercatori hanno pubblicato un video dove illustrano il loro esperimento:
La strada in questione ha un limite di velocità fissato a 35mph. Allargando marginalmente il trattino del numero, hanno fatto credere alle telecamere EyeQ3 che il cartello indicasse in realtà un limite di 85mph.
MobilEye ha liquidato sbrigativamente il lavoro della McAfee sostenendo che truccare in questo modo i cartelli stradali ingannerebbe anche un’automobilista e che, in altre parole, il problema rimarrebbe attuale anche in assenza di guida autonoma. In realtà la modifica è stata realizzata appositamente per non ingannare anche l’occhio umano, come si evince abbastanza chiaramente dall’immagine in apertura.
Autonomous vehicle technology will not rely on sensing alone, but will also be supported by various other technologies and data, such as crowdsourced mapping, to ensure the reliability of the information received from the camera sensors and offer more robust redundancies and safety
ha detto poi un portavoce di MobilEye.
Il MIT Technology Review scrive che le vetture più moderne delle Tesla non dovrebbero essere vulnerabili a questo specifico tipo d’attacco, avendo dei sistemi di computer vision più avanzati. Nelle settimane scorse abbiamo visto come un altro gruppo di ricercatori sia riuscito ad ottenere risultati ancora più allarmanti utilizzando un drone armato di proiettore:
- Hackers can trick a Tesla into accelerating by 50 miles per hour (technlogyreview.com)