Google Stadia, una rivoluzione mancata?

Il 19 Marzo, durante la Game Developers Conference, Google ha annunciato a sopresa il suo ingresso all’interno del mondo del gaming con una nuova console che in molti hanno definito rivoluzionaria.

Nata da un’idea in sviluppo dal 2016 presso la casa di Mountain View denominata “Project Yeti”, Stadia, per quei pochi che non lo sapessero, si propone come una piattaforma in grado di svincolare completamente l’utente finale dal possesso di un dispositivo fisico altamente performante, almeno per quanto riguarda le semplici caratteristiche hardware, per poter accedere ad un gioco nel miglior modo possibile.

Come questo venga implementato è presto detto:

Google riserva delle risorse all’interno dei loro data center e vi assegna quello geolocalizzato più vicino a voi.

Nello specifico ogni macchina virtuale di Stadia possiede:

  • CPU x86 personalizzata a 2,7 GHz con hyper-threaded, AVX2 SIMD e 9,5 MB di cache L2+L3
  • 16GB di RAM con prestazioni fino a 484 GB/s
  • GPU AMD personalizzata, con memoria HBM2 e 56 Compute Unit capaci di offrire una potenza di calcolo di 10,7 teraflops (PS4 Pro arriva a 4.2, mentre Xbox One X arriva a 6)
  • Archiviazione su SSD cloud
  • Il servizio gira su Linux e API Vulkan

Il tutto senza che voi spendiate un solo euro per mantenere la macchina o per aggiornarla. Sarà direttamente Google a farlo per voi, anche se i tempi e le caratteristiche di tali aggiornamenti sono ancora avvolti nel mistero.

La vera potenza della proposta di Stadia è però legata al fatto che l’hardware può essere “moltiplicato”, usando più istanze in un colpo solo per sviluppare giochi più avanzati. Ad esempio una modalità di gara per il gioco Grid con 40 macchine presenti contemporaneamente a schermo.

Il tutto accessibile al solo prezzo di acquisto del gioco, senza dovere comprare alcun hardware di qualsivoglia tipo.

Stadia si propone al momento solo con l’abbonamento premium e con una edizione denominata “Founder” per coloro che coraggiosamente hanno deciso di abbracciare questa nuova idea e vedere se fosse tutto oro quello che luccicava.

Per farla breve, qualche settimana fa, a me come ad altri, è arrivata proprio la “Founder Edition”, ed è stato subito un rincorrersi di esaltazioni e delusioni, spesso senza nessuna cognizione di causa.

Quindi, senza ulteriori indugi, cerchiamo di procedere con ordine e capire cosa sia realmente questa Stadia e se effettivamente abbia senso decretarne il fallimento o il successo.

 

 

 

Cosa non è Stadia

Molti pensano erroneamente che Stadia sia una sorta di Netflix dei videogiochi.

Molti erroneamente, nonostante non sia stato detto da nessuna parte, pensano che Stadia sia una sorta di Netflix dei videogiochi. Ossia un servizio che per una modesta cifra mensile ti permette di giocare liberamente ad un catalogo più o meno vasto di videogiochi senza dover pagare nessun costo aggiuntivo.

Questo non è assolutamente vero, in Stadia ogni singolo gioco deve essere acquistato separatamente a prezzo pieno.

Stadia non è il Netflix dei videogiochi.

Stadia non è una console standalone in senso classico. Non avete nulla di fisico (a parte un controller brandizzato se lo comprate) e non vi serve null’altro che il vostro PC con sopra installato un browser Chrome. A voler essere precisi per giocare sulla vostra TV vi servirà una Chromecast Ultra in grado di fare lo stream video a 4K, ma la necessità di quest’ultima è vincolata all’uso che volete fare voi di Stadia.

Stadia non vuole essere un punto di riferimento per l’hardcore-gaming e ne vedremo anche i motivi, ma vuole piuttosto proporsi come un nuovo meccanismo di fruizione dei videogiochi, creando un mercato totalmente inesistente e ponendosi, al momento, come unico attore al suo interno.

Stadia non è completamente portatile. In realtà su questa affermazione varrebbe la pena soffermarsi un pelo in più, perché questo limite è vero soprattutto in Italia, ma già in altri paesi Europei tende a scomparire. In generale se pensavate di portarvi dietro il vostro comodo netbook per poter giocare dove vi pare, vi sbagliate di grosso.

Basandosi su di una tecnologia in streaming va da sé che l’architettura ideata da Google sia accessibile solo ed esclusivamente sotto una connessione internet decente.

 

 

Come si nota dal grafico ufficiale Google per giocare a 1080p con 60fp servirà una 20/25 Mbps in Download, andando a salire fino a 40Mbps per l’esperienza di gioco ottimale; si, i requisiti richiesti non sono particolarmente esosi, ma il digital divide è ancora molto presente (soprattutto in Italia), quindi purtroppo rimane un fattore da considerare, nonostante sia il vero ed unico limite della piattaforma.

 

 

La Founder’s Edition

Iniziamo dicendo subito che le prime versioni di Stadia, distribuite a partire dal 19 Novembre 2019, sono comprensive di:

  • Un controller Stadia con colorazione midnight-blue esclusivo per questa versione
  • Un alimentatore con cavo USB-C per il controller
  • Una Chromecast Ultra per lo streaming in 4K
  • Un alimentatore per la Chromecast che può essere usato anche come adattatore per connettere il dispositivo alla rete tramite cavo Ethernet
  • Un codice per accedere a 3 mesi di Stadia Pro
  • Un codice per regalare 3 mesi di Stadia Pro ad un amico, che viene inviato per mail e al momento della scrittura di questo articolo non risulta ancora pervenuto.

Vale la pena puntualizzare che Stadia, nel suo abbonamento base, sarà gratuito e prevede l’accesso ai giochi a 1080p con 60fps. Per il 4K è necessario avere la versione Pro che costa 9.99 euro al mese. Entrambi gli abbonamenti però vanno a godere di alcune funzionalità specifiche pensate da Google al fine di rendere l’esperienza di gioco più appetibile ed innovativa. Fra queste citiamo:

  • Possibilità di passare da un device ad un altro in qualsiasi momento e riprendere la partita dal punto in cui si era interrotta
  • Integrazione con l’assistente vocale Google per ricercare consigli, suggerimenti, soluzioni passo passo relative al titolo che si sta giocando
  • Compatibilità totale con i controller Sony/Microsoft
  • Sistema di gestione amicizie, con condivisione del gioco che si sta usando, messaggistica e quant’altro
  • Possibilità di guardare video di gameplay su youtube e lanciare direttamente il gioco su Stadia
  • State Share – per condividere lo stato in cui si è nel gioco con gli amici
  • Sistema di achievement in-game

 

 

La recensione

Non appena Stadia è arrivato nelle mani dei primi recensori sulle varie piattaforme si è scatenato un vero e proprio putiferio, fra pagine che osannavano la qualità del servizio ed altre che la demolivano, spesso andando a concentrarsi su punti che secondo il modesto parere di chi scrive non sono il vero fulcro di questo nuovo modo di intendere il gaming. In particolare si è parlato di promesse mancate e di aspettative disattese, sulla base di punti controversi che Google aveva espresso in modo apparentemente poco chiaro.

Ma allora questa Stadia è un flop o un successo?

 

 

Il primo hands-on

Appena aperta la scatola la prima cosa che viene presentata è il pad con cui giocare ed interfacciarsi con il sistema, anche se non è assolutamente obbligatorio.


 

Nonostante all’apparenza possa sembrare eccessivamente “plasticoso” e poco solido ma una volta preso in mano questa sensazione scompare immediatamente. Il pad risulta molto solido ed è molto pesante, molto più di un pad PS4 o Xbox (infatti il DualShock 4 pesa 214g contro i 268g del controller Stadia).

Colorazione a parte, che personalmente apprezzo molto con i suoi accenti arancioni, la parte superiore presenta una superficie liscia con i classici tasti a cui siamo abituati, ossia due analogici, una croce direzionale e 9 pulsanti fra cui spiccano sicuramente:

  • Il pulsante centrale con il logo Stadia, usato in-game per sospendere il gioco o uscire da esso al momento
  • Il pulsante con il logo di Google assitant, per attivare l’assitente vocale
  • Un pulsante per le capture di foto/video in game
  • Due pulsanti più “schiacciati” per accedere ai vari menu di gioco.

 

 

Poco da dire sulla parte inferiore, che presenta la semplice G di Google ed una trama ruvida antiscivolo molto piacevole al tocco. Nella parte frontale invece si trovano i classici tasti dorsali, con quelli sottostanti leggermente incurvati e più grandi per poter garantire un facile accesso e una migliore posizione di riposo delle dita.

Oltre a questa si trova anche una piccola presa USB-C per la ricarica del controller, che va ad alimentare una batteria da 2000 mAh.

 

 

Ultima, ma non meno importante, un ingresso jack da 3.5mm nella parte frontale, per connettere headset o semplicemente cuffie esterne. La connessione del controller può avvenire in 3 maniere differenti: via cavo, via bluetooth o tramite wifi. Una particolarità non trascurabile inoltre è che il pad non presenta viti esterne, ed è assolutamente un incubo da smontare. Quindi scordatevi di ripararlo da soli, nel caso ne aveste bisogno.

Se si vuole trovare un difetto a questo controller, probabilmente è da riscontrare nella disposizione dei tasti analogici, che non sono asimmetrici. La disposizione “playstation-style” potrebbe risultare contro-intuitiva per chi fosse abituato al pad XBox, ma a detta di Google loro hanno “girato circa 6.000 ore di prove di gioco per osservare il comportamento delle persone al pad. Abbiamo realizzato centinaia di prototipi, utilizzando anche la plastilina per scansionare i design e ottenere maggiori informazioni sul feedback restituito dai pulsanti, dai trigger e dagli analogici. Si può imparare davvero molto dalla visione di questi filmati, ma devi anche sapere che cosa stai guardando. Quando qualcuno impugna il controller di Stadia per la prima volta, ad esempio, inizia a ruotarlo tra le mani per studiarne ogni singola curva“, ergo, sembrano avere ragione loro.

Non mi dilungherò sulla composizione della Chromecast, ma non vi preoccupate, ci sarà modo di parlarne in seguito.

La confezione presenta anche un piccolo manuale, che spiega come configurare la chromecast e Stadia sulla propria TV e PC, previa attivazione del proprio account tramite codice di invito inviato per mail.

I problemi arrivano purtroppo per il vero e proprio accesso ai giochi, perché sia dalla TV che da PC non è possibile acquistarli. Per fare tutto questo è obbligatorio passare attraverso l’applicazione mobile (disponibile sia per iOS che per Android), da li si accede allo store ed è possibile effettuare tutti gli acquisti del caso, o redimere i giochi gratuiti messi a disposizione degli utenti Pro. Non è ben chiaro perché questa semplice operazione debba essere fatta in un modo così vincolante; posso capire per la TV, ma su PC dove per accedere a Stadia si lancia semplicemente una finestra di Chrome, è inspiegabile perché questa non contenga anche un accesso allo store digitale.

Ora, ammesso che abbiate comprato il gioco, come si fa ad accederci? Come già detto da PC è molto facile, si va sulla pagina di stadia tramite Chrome all’indirizzo https://stadia.google.com/home e ci viene presentata una schermata con tutti i nostri giochi. Se ne seleziona uno, si preme sul pulsante play ed il gioco parte. Semplice ed immediato.

 

 

Anche l’utilizzo del pad è immediato, qualunque esso sia. Basta che questo sia connesso al PC via cavo o Bluetooth e Stadia riconoscerà il controller. Se non avete il controller riconoscerà la tastiera.

Una particolarità molto interessante è che a seconda del controller che utilizzerete i comandi in game saranno aggiornati in modo coerente, con i vari set di tasti a seconda del vostro game pad.

Sulla vostra TV di casa la configurazione è estremamente più rognosa. Dalla guida ufficiale di Google si legge:

  1. Usa il controller per inserire il codice di collegamento indicato nella parte in alto a destra dello schermo della TV.

Se non vedi il codice di collegamento, potresti dover attivare l’impostazione del codice di collegamento di Chromecast nell’app Home:

1. Seleziona il dispositivo Chromecast.

2. Tocca Impostazioni dispositivo nell’angolo in alto a destra.

3. Vai alla Modalità Ambient e scorri verso il basso fino alla sezione “Codice di collegamento per il controller Stadia”.

4. Tocca Mostra. Il codice di collegamento dovrebbe essere mostrato sullo schermo della TV.

  1. Seleziona + sullo schermo della TV per aggiungere il tuo account.
  2. Nell’app, tocca il tuo avatar nell’angolo in alto a destra dello schermo.
  3. Seleziona Aggiungi account a Chromecast nel menu dell’account Stadia.

Dopo aver aggiunto il tuo account Stadia a Chromecast, sullo schermo della TV ti verrà chiesto di creare un PIN di sicurezza di quattro cifre facoltativo. Questo PIN è utile per impedire ad altre persone di usare il tuo account sulla TV.

  1. Seleziona Aggiungi PIN di sicurezza per iniziare la procedura oppure Fine per saltare questo passaggio.

Insomma, tutt’altro che un’operazione semplice ed immediata. Inoltre sulla TV potrete giocare solamente con il controller Stadia, cosa non necessariamente limitante al momento visto che tutte le versioni in commercio prevedono la presenza di quest’ultimo, ma è necessario che questa cosa venga risolta prima del lancio della versione gratuita.

E su smartphone? Purtroppo non ho potuto provare con mano, perché al momento ufficialmente solo i telefoni Google Pixel sono supportati, ovviamente c’è la promessa di aprire l’accesso anche ad altri dispositivi con Android. Volendo si può anche lanciare Chrome da qualsiasi dispositivo Android in modalità desktop e per magia il prodotto andrà a prescindere del dispositivo usato, ma non essendo un utilizzo “standard” ho preferito evitare di farci dei test sopra.

 

 

Giocare con Stadia

Dopo tutte le operazioni del caso e dopo aver riscattato la mia copia gratuita di Destiny 2 ho quindi finalmente lanciato il gioco e verificato come andasse.

La mia prima sessione è durata circa un’ora, dove non ho fatto test specifici e ho iniziato il gioco come se fosse una qualsiasi console casalinga. E il primo approccio è stato inizialmente molto deludente, semplicemente perché ho esattamente fatto quello che avrei dovuto fare, cioè giocare a Destiny 2, a 1080p con 60fps senza alcuna interruzione o calo di performance. Poi, una volta chiusa l’applicazione ho iniziato a realizzare.

Avevo giocato a Destiny 2 a 1080p con 60fps su di un MacBook del 2011 dove per me è sempre stato impensabile giocare a qualsiasi videogame, a parte Diablo 3. Il tutto senza installare nulla, senza perdere ore in menu di configurazione, senza stare attento al livello di dettaglio delle texture, senza preoccuparmi dell’eccesivo carico che poteva avere il gioco sulle prestazioni generali del mio Mac.

Avevo giocato a Destiny 2 a 1080p con 60fps su di un MacBook del 2011 dove per me è sempre stato impensabile giocare a qualsiasi videogame

E scusatemi se tutto questo per me ha quasi del miracoloso.

Ribadisco che il gioco era fluido, senza interruzioni, senza perdite di connessione (ne ho avuta una i giorni successivi, ma perché mi si era disconnesso il PC dal Wi-Fi) e per me era esattamente come giocare su di una console casalinga come potrebbe essere una PS4. Su TV il discorso è analogo, anche se effettivamente il carico di traffico dati richiesto per eseguire lo stream è più esoso e sono incappato in qualche leggerissima perdita di definizione, al dire il vero in modo molto raro.

Ma il punto più spinoso rimane sempre quello inerente all’input lag ossia quanto ci mette un comando impartito via pad a “tradursi” in un reale risultato a schermo. Questa spada di Damocle è il problema maggiore di tutte le piattaforme che prevedono una trasmissione di uno stream di gioco interattivo, di qualsiasi tipo. Ma come si comporta Stadia con questo problema?

Chi sta scrivendo non ha mai avuto problemi di sorta, o perlomeno, non ha notato nessuna differenza per quanto riguarda la latenza fra Stadia ed una normale console.

Specifico volutamente console, perché giocando su PC con metodi standard le latenze sono ridotte quasi allo zero, con una precisione di gioco praticamente assoluta. Insomma, per farla breve, se pensavate di partecipare ai tornei di e-Sport tramite Stadia, potete tranquillamente scordarvelo, ma non è questo il suo obiettivo, come già detto.

Quelli da me valutati sono semplicemente dei valori empirici, ovviamente, non essendo in possesso di strumenti specifici per la valutazione in millisecondi reali di quanto sia l’input lag per Stadia; anche se sui siti specializzati si parla di latenze attorno ai 0.2 secondi.

Una nota interessante è che Google per eliminare il problema della latenza sta puntando sempre più alla “negative-latency” ossia un insieme di algoritmi che tramite il machine learning vuole anticipare, o se preferite prevedere, il prossimo input del giocatore, precaricandone l’outcome e visualizzandolo a schermo non appena il tasto in questione verrà premuto. Si ragiona sempre in termini di millisecondi, ma ogni miglioramento in questo senso è bene accetto. Unico neo è che per ottenere questo è richiesta una mole di traffico dati da 1.5 a 4 volte superiore rispetto a quello standard.

 

 

 

Le funzionalità rimanenti

Il vero punto dolente, su cui è impossibile non mettere un punto importante sono le varie features promesse e purtroppo largamente non mantenute. Non si tratta in alcuni casi di nulla di veramente importante, ma comunque fa specie che fossero un punto abbastanza chiave dell’offerta Stadia e non fossero pronte entro la finestra di lancio prevista, al punto da diventare la pietra dello scandalo delle recensioni negative

Al momento mancano all’appello:

  • Connettività con Google Assistant. Non è un problema di lingua, semplicemente l’assistente vocale non riconosce i comandi specifici per Stadia. Limiti tecnologici? Mancato aggiornamento delle routine server-side? Non ci è dato saperlo, ma non ritengo questo un elemento che influenza in modo negativo il giudizio sul prodotto
  • Connettività e condivisione su youtube. Non ho idea di quanto possa essere utile questa funzionalità, ma mi è sempre sembrata superflua, quindi per il sottoscritto non ha alcuna influenza
  • Gestione clip e screenshot. Come per il pad PS4 c’è un tasto fisico adibito alla cattura di immagini e video in-game. Con i primi illimitati e i secondi lockati a 1080p con una lunghezza massima di 30 secondi. Ora, vero che se uno vuole condividere clip in maniera seria si munisce di un Elgato o simile e poi fa anche un minimo di post produzione sul video catturato. Ma non si capisce perché Google debba imporre dei limiti così stringenti quando poi i video verrebbero verosimilmente caricati su YouTube. E fra l’altro la condivisione e la visualizzazione delle catture può avvenire solo tramite app mobile.
  • Compatibilità con i dispositivi mobili. Come già detto, al momento solamente i dispositivi Pixel vi permetteranno di giocare con Stadia. È comprensibile che il supporto ad iOS venga rilasciato più tardi, soprattutto per motivi di marketing, ma perché gli altri device Android non possono usare Stadia, a meno di procedure non ufficiali? Non che avessi particolare interesse a poter giocare sul mio cellulare, ma vale la pena notarlo
  • Controller tramite cavo. Sebbene su PC si possano usare i controller delle altre case produttrici con estrema facilità sia in modalità cablata che wireless, mentre lo Stadia controller è collegabile solamente via cavo. Ma anche questa cosa verrà risolta appena possibile. Non si capisce il motivo di questo vincolo, ma così è.
  • Passare agilmente durante le varie sessioni di gioco da un dispositivo all’altro. Questo è implementato, ed in modo anche piuttosto efficace. Peccato che ci sia un limite temporale di 5 minuti per questa operazione. Mi spiego meglio. Uscite di casa al volo lasciando la vostra sessione di Tomb Raider a metà, sospendete il gioco, arrivate in treno e volete usare il cellulare per continuare la sessione. Se lo fate entro 5 minuti, nessun problema, il gioco sarà esattamente dove lo avevate lasciato, ma passato questo tempo dovrete ricaricare tutto come se lo lanciaste la prima volta. Capisco che Google non voglia tenere risorse impiegate per le sue macchine per un tempo indefinito, ma il limite mi sembra veramente troppo risicato. Volendo si può lasciare il gioco “acceso” in casa, fingendo di fatto di giocarci, ma il sistema dopo 30 minuti di afk spegnerà automaticamente la sessione.
  • Giocare alla migliore qualità possibile. I giochi non sono fruiti con tutti i settaggi migliori, diciamo che a parità di risoluzione (nominale, visto che su Stadia non si possono cambiare le impostazioni) un titolo su PC a 4K avrà comunque delle texture più definite rispetto a quelle di Stadia; anche perché, vale la pena ricordarlo, stiamo pur sempre parlando di uno stream video.
  • Il costo dei giochi. I giochi sono tutti venduti a prezzo pieno. Al momento questa cosa fa storcere il naso sia perché ci sono solo titoli non recentissimi, sia perché non si ha un reale possesso del gioco. Sul primo punto nulla da ridire, qualche titolo si trova scontato grazie all’account Stadia Pro, ma pagare un Assassin’s Creed Odissey a 69,99 euro mi sembra eccessivo, discorso che può non applicarsi per un titolo ad Day One. Sul secondo punto non vedo nessuna differenza relativamente all’acquisto di un qualsiasi gioco in digital. È vero che la piattaforma è ancora giovane e potrebbe morire come tanti altri progetti di Google, ma se si vuole essere sicuri di non “perdere” il titolo acquistato, bisognerà sempre prenderlo in copia fisica.
  • Fruizione dei giochi su TV con un qualsiasi device Chromecast Ultra. Al momento solo le Chromecast vendute con i Founder’s pack sono compatibili, ma ci sarà un aggiornamento software in seguito che renderà compatibili anche i device già presenti sul mercato

 

 

Considerazioni finali

Stadia si presenta sostanzialmente come la ragazza/ragazzo che ti fanno conoscere i tuoi dicendoti che “è simpatica\o”. Ci troviamo davanti ad un sistema che lascia ancora troppo aperto il fianco a facili critiche e ovvie lamentele.

  • L’architettura è stabile, in presenza di una connessione si gioca da dio… Ma serve una connessione buona.
  • I controlli sono quasi immediati, l’input lag è quasi nullo… Ma comunque è presente e non permette di approcciarsi alla piattaforma se si vuole giocare ad alti livelli.
  • Si possono continuare le partite lasciate sospese… Ma c’è un limite di 5 minuti.

E via dicendo. Ogni cosa positiva che questo nuovo sistema vuole portare sul mercato ha tristemente un “MA” associato, che ne va ad oscurare il vero e rivoluzionario cuore pulsante. La vera forza è che

Stadia si inserisce in un mercato inesistente, creando una nuova realtà di cui non sapevamo di avere bisogno
Un po’ come fece nintendo con Wii e come ha fatto con Switch, Stadia si rivolge a chi vuole poter vivere il videogioco in una maniera più spensierata

Un po’ come fece nintendo con Wii e come ha fatto con Switch, Stadia si rivolge a chi vuole poter vivere il videogioco in una maniera più spensierata, a chi magari non può o non vuole mettersi in casa una console tradizionale o non si può permettere un PC di fascia alta, ma non vuole proprio rinunciare a poter giocare uno specifico titolo. Ad esempio, a Marzo una qualsiasi persona potrebbe giocare a Cyberpunk 2077 nella “migliore qualità possibile” dove vuole semplicemente facendo l’azione di acquistare il gioco. La lista dei giochi annunciata è già interessante, ed è destinata ovviamente ad ampliarsi.

In parte è vero che è come se l’utenza finale avesse pagato 130 euro una beta, dato le numerose features mancanti, ma è altrettanto vero che prima della spedizione del founder’s pack Google aveva già annunciato cosa non sarebbe stato disponibile (al punto che alcuni ne hanno cancellato il pre-order); è quindi inutile lamentarsi di aver pagato dei soldi nel momento in cui si è accettato implicitamente di ricevere un prodotto imperfetto. Sicuramente alcune cose devono e saranno rifinite, ma il vero punto cardine di questa piattaforma, come già detto, non sono le features aggiuntive, ma il modo stesso di accesso ai giochi.

È ancora presto per decretarne il successo o il fallimento, bisogna vedere sulla lunga distanza quanto e come il servizio verrà supportato da Google e soprattutto se verrà supportato.

La storia ci insegna che la casa di Mountain View ha in passato abbandonato progetti molto interessanti senza cognizione di causa (Google Reader, mi manchi sempre più), speriamo non succeda anche con Stadia perché, con pochi accorgimenti, ci troveremo davanti a qualcosa che potrà davvero rivoluzionare il mondo del gaming.

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