Abbiamo incontrato Marco D’Amore, regista e protagonista di L’immortale, suo film d’esordio, che fa da ponte tra la quarta e la quinta stagione di Gomorra. Anni ’80, spazi geometrici, bisogno d’amore: Ciro Di Marzio è tornato.
Quella scena alla fine della terza stagione di Gomorra, cupa, con il mare a testimonianza del tragico saluto tra Genni (Salvatore Esposito) e Ciro (Marco D’Amore), ha sconvolto tutti i fan della serie.
C’è chi ha giurato solennemente di non guardare più Gomorra – La serie, chi ha bollato la quarta stagione come debole, perché “non c’era lui”. Gli autori devono aver riso sotto i baffi per anni perché non solo quella non è stata la dipartita di Ciro Di Marzio, ma ne ha segnato l’ennesima rinascita.
Dal 5 dicembre nelle sale c’è infatti L’immortale, film d’esordio di Marco D’Amore, che è sia regista e protagonista perché torna a interpretare il personaggio che l’ha reso celebre in tutto il mondo. Il film racconta infatti cosa è successo a Ciro durante gli eventi della quarta stagione e ci riporta indietro nella sua storia personale, fin dal primo evento tragico che gli ha donato il suo soprannome, L’immortale appunto.
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In L’immortale Marco D’Amore gioca con gli spazi
Abbiamo incontrato D’Amore a Roma, dove gli abbiamo chiesto come mai abbia questa evidente ossessione per gli spazi: in L’immortale i protagonisti sono continuamente incastonati in linee verticali e orizzontali, oppure sono immersi in uno spazio aperto quando invece hanno conversazioni molto intime.
Credo che ciascuno di noi abbia le sue ossessioni: per me lo spazio è tutto.
Venendo dal teatro, in cui devi amministrare una scena a volte anche con 16 personaggi in un rettangolo di pochi metri quadrati, capisci che lo spazio diventa fondamentale, soprattutto per instaurare le relazioni.
A volte si può essere vicini eppure raccontare una distanza incredibile, altre volte invece, come la scena del porto, c’è un grande spazio ma viene raccontata un’intimità.
Per me lo spazio è tutto.
Ciro vuole soltanto essere amato
In L’immortale vediamo come nella vita di Ciro amore e morte siano sempre andate di pari passo e viene confermata una caratteristica della serie, ovvero l’esigenza, da parte di uomini adulti e senza scrupoli, di sentirsi dire di essere stati bravi.
Ci sono due bisogni primigeni che si esprimono sempre in Gomorra: uno è il bisogno di affermarsi, che passa attraverso il consenso altrui.
Questo nella serie ha molto a che fare con il personaggio di Genni, che nel nucleo familiare da cui proviene viene sempre indicato come quello incapace. Il desiderio di Genni è un’affermazione politica, economica, di potere.
L’altro è invece un altro tipo di affermazione, che riguarda sopratutto Ciro: un’affermazione emotiva. Ciro, per tutta la vita, vuole essere amato.
Ovviamente offre questa domanda e risponde in una maniera del tutto personale, però è quello il suo bisogno: essere amato.
L’immortale è in sala dal 5 dicembre.