Recensione L’immortale: Ciro è tornato

L'immortale

A due anni di distanza dalla sua uscita di scena nella terza stagione di Gomorra, Ciro Di Marzio è tornato, con un film tutto suo, diretto da Marco D’Amore, che fa da ponte con la quinta. Gli amanti della serie lo adoreranno.

Sangue, il corpo abbandonato nell’acqua, buio: per Ciro Di Marzio morire è un po’ come nascere. Non è un caso che lo chiamino L’immortale: sopravvissuto al terremoto, nel corso della sua vita è morto e risorto più volte, ogni volta con un pezzo di anima in meno.

A due anni di distanza da quella scena sulla barca nel finale della terza stagione di Gomorra, Ciro torna a scuotere le nostre coscienze con L’immortale (non poteva esserci altro titolo): film, in sala dal 5 dicembre, diretto da Marco D’Amore, che, dopo essersi fatto le ossa sul set della serie, esordisce come regista sul grande schermo.

 

L'immortale

 

Ponte tra la quarta e la quinta stagione di Gomorra – La serie, L’immortale segue più piani temporali

Già annunciato come un ponte tra la quarta e la quinta stagione di Gomorra – La serie, L’immortale segue più piani temporali: l’infanzia di Ciro (interpretato da piccolo da Giuseppe Aiello, una faccia da cinema perfetta) e i fatti accaduti dopo il colpo di pistola sparato da Genni (Salvatore Esposito).

Salvato e nascosto da un alleato di vecchia data, Ciro è andato in Lettonia, dove, assoldato da criminali russi per fare da fornitore di cocaina, si trova coinvolto in una guerra che non è la sua. E sopratutto ritrova Bruno (Salvatore D’Onofrio), l’uomo che lo ha cresciuto e indirizzato verso il crimine da bambino.

 

 

 

Il male è un cancro inestirpabile

In quattro stagioni di Gomorra, la serie ha mostrato come la criminalità sia espressione dei lati più oscuri dell’animo umano portati all’eccesso. Corruzione, invidia, sete di potere, superbia, menzogna, tradimento, assassinio dei propri simili: ogni stortura umana, ogni abominazione è incarnata all’ennesima potenza. Un abisso in cui è facile perdersi ed è difficile riconoscersi: in piccola parte queste mostruosità sono in ognuno di noi e ammetterlo è quasi insopportabile.

 

 

Ciro Di Marzio ormai è, nell’universo di Gomorra, il simbolo per eccellenza del male assoluto

Ciro Di Marzio, grazie alla sapiente scrittura di Leonardo Fasoli alla sceneggiatura, e agli occhi di Marco D’Amore – sia quelli da attore che da regista – ormai è, nell’universo di Gomorra, il simbolo per eccellenza di questo male assoluto, nero e instancabile che incombe su tutti noi. Come un cancro, le sue scelte, le sue azioni, distruggono tutto ciò che toccano: non c’è modo di salvarsi quando ci si perde in quegli occhi scuri.

Perfettamente a suo agio nel corpo del personaggio che lo ha reso noto in tutto il mondo, D’Amore può ora sperimentare con gli spazi che lo circondano: incastonato in spazi dalle linee ben precise, sia verticali che orizzontali, Ciro sembra muoversi perennemente all’interno di una ragnatela, da cui però riesce sempre a svincolarsi. Anche nei pochi momenti di apertura verso l’esterno, che corrispondono a spazi meno claustrofobici, c’è però sempre un senso di cupezza e morte, che si rispecchia nei colori cupi, grigi, mai vitali.

L’immortale non conosce pace e nemmeno lo spettatore.
L'immortale

 

 

 

Un film per i fan di Gomorra

Per chi ha visto negli anni l’evoluzione di Ciro L’immortale è un tassello imprescindibile

Pensato per gli amanti della serie, L’immortale farà felice chi segue da tempo Gomorra: più difficile invece approcciare il film con il giusto carico emotivo se non si è mai vista una puntata. Questo forse è l’unico appunto che abbiamo da fare al film.

 

 

 

 

Per chi invece ha visto negli anni l’evoluzione di Ciro è un tassello imprescindibile:

L’immortale ci mostra quello che avevamo sempre intuito. Il personaggio più tormentato di Gomorra è irresistibilmente attratto dalla morte perché la confonde con l’amore: sia quello che gli è stato strappato via, sia quello che cerca di ottenere (o vendicare) attraverso il sangue.

In un mondo in cui non puoi fidarti di nessuno e non devi avere paura della morte per affermare te stesso, non si può che essere lupi. E Ciro Di Marzio in questo non conosce rivali.

O forse sì.

Il finale di L’immortale ci sta facendo desiderare la quinta stagione come poche cose.

 

L’immortale vi aspetta in sala dal 5 dicembre, distribuito da Vision Distribution.
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