Alita: Angelo della Battaglia

Arriva nei cinema Alita: Angelo della battaglia, film live action prodotto da James Cameron e diretto da Robert Rodriguez che porta sul grande schermo l’omonimo manga scritto e disegnato da Yukito Kishiro.

Il manga cyberpunk Alita: Angelo della Battaglia è stato scritto e disegnato da Yukito Kishiro tra il 1991 e il 1995.

Scritto e disegnato da Yukito Kishiro, Alita: Angelo della Battaglia (銃夢 Ganmu, “Gunnm”), è un manga cyberpunk che pubblicato tra il 1991 e il 1995 sulle pagine di Business Jump ha contribuito alla diffusione dell’immaginario del genere letterario. Un vero e proprio cult che a distanza di anni continua a far innamorare i lettori.

Come ogni prodotto cyberpunk che si rispetti, il manga esplora il rapporto tra l’uomo e la tecnologia, mettendo al centro della storia la ricerca di sé stessi. Una realtà quella di Alita in cui l’avanzata tecnologia è parte integrante – o meglio ingombrante – della vita di tutti i giorni e dove rappresenta un mezzo per superare la (misera) condizione umana, sperando di divenire qualcosa di più.

 

 

Ambientato in un futuro distopico dove tutto è polveroso ed usarato, esplora il rapporto tra l’uomo e la tecnologia.

Una vicenda in cui si sono persi i valori di un tempo e dove sognare è ormai un lusso. Un futuro distopico in cui tutto è polveroso, sporco e vecchio, usurato oltre l’inverosimile. Una società dove regna la disperazione e dove muove i suoi passi Alita, un angelo dal volto gentile e dal cuore puro. Una ragazza priva di memoria che farà di tutto per ritrovare sé stessa ed il suo passato.

Ora a quasi quindici anni dalla prima stesura della sceneggiatura e dopo molti ritardi arriva nei cinema la trasposizione live action di Alita: Angelo della Battaglia. A produrre il film James Cameron e Jon Landau, alla regia Robert Rodriguez e a dare il volto alla combattiva protagonista Rosa Salazar.

Dopo innumerevoli rinvii arriva nei cinema il live action di Alita: Angelo della Battaglia.

 

Il cyber dottore Daisuke Ito trova il busto di un cyborg in animazione sospesa e deciderà di riporla in vita.

Terra, 26esimo secolo. Nella discarica della città il cyber dottore Daisuke Ito trova il busto di un cyborg in animazione sospesa il cui cervello e cuore sono intatti.

Rianimato, il cyborg non ricorda nulla di sé e del suo passato. L’unica cosa che ricorda è la micidiale arte marziale nota come Punker Kunst. Dal suo risveglio il suo unico scopo sarà quello di ricordare il suo passato e scoprire chi è realmente.

Inizierà così per Alita, nome datogli dal dottor Ido, un viaggio alla ricerca della vera sé stessa. Una ricerca che si snoderà tra motorball, caccia ai criminali della città e lo smascheramento di un sistema corrotto governato dal perfido dottor Nova, cittadino della città sospesa di Salem.

Priva di memoria, Alita inizierà un viaggio alla ricerca della vera sé stessa.

 

 

 

 

Trasportare un manga in versione live action non è mai facile.

Trasportare un manga in versione live action non è mai facile, in particolare perché riassumere in un paio d’ore (o poco più) una storia intricata e che si snoda in un consistente numero di volumi non è la cosa più semplice del mondo.

Nel corso degli anni non poche sono stati i manga “portati in vita” con risultati spesso non esaltanti, molto spesso imbarazzanti, come il Death Note di Netflix.

Alita: Angelo della Battaglia non fa eccezione. Riassumere in un film la storia e i concetti trattati nel manga di Kishiro è un’impresa ardua che la coppia di sceneggiatori composta da Cameron e Laeta Kalogridis è stata in grado di portare a termine a metà. Un risultato da un certo punto di vista insperato, ma dall’altro incapace di raggiungere il suo scopo.

La sceneggiatura riesce in parte nell’ardua impresa di portare sul grande schermo i temi affrontati nel manga.

La sceneggiatura riesce a restituire l’eroina come viene presentata nel manga, ovvero una ragazza priva di memoria ma dal cuore enorme e dall’irrefrenabile voglia di scoprire il mondo. Una ragazza tanto leggiadra quanto letale. Una buona caratterizzazione del personaggio che ha in Rosa Salazar la giusta interprete.

Alquanto riuscita la rappresentazione dei personaggi.

Una raffigurazione quella dei personaggi alquanto riuscita, a partire dal dattor Ido (con Christoph Waltz spaesato), passando per lo spietato Vector e il cinico Zapan e il crudele Grewishka. Delude la rappresentazione di Hugo, che da sognatore solitario e disilluso e pronto a tutto pur di realizzare il suo obiettivo si trasforma in un romanticone dal cuore tenero.

 

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Vengono riproposti i temi della sete di conoscienza, della memoria e del combattimento.

Una sceneggaitura che riesce a portare sul grande schermo temi come quello della sete di conoscienza, della memoria e del combattimento come via per riscoprire sé stessi e il proprio passato. Purtroppo però temi cardine del manga come la vita eterna e la resurrezione vengono toccati troppo superficialmente.

Inoltre grande difetto del film è non riuscire ad avere una storia lineare e che risulti avvincente e coinvolgente. Quello a cui si assiste è più un insieme di singoli momenti che uniti dovrebbero formare una vicenda unica più che ad una vera e propria vicenda. Ed è un peccato per per quanto siano stati apportati notevoli cambiamenti e si sia pescato a piene mani non solo dal manga ma anche dall’anime, il problema è che è stato fatto senza seguire un vero e proprio filo logico.

Il film manca di una storia lineare che risulti avvincente e coinvolgente.

A peggiorare la situazione una sottotrama piazzata con l’intento di rendere tutta la vicenda più avvincente e misteriosa ma che viene introdotta in maniera alquanto casuale e che non riesce nel suo intento. Un plot twist sprecato che non riesce a portare la narrazione sul cammino prefissato.

 

 

Un film Alita: Angelo della Battaglia che se non entusiasma dal punto di vista narrattivo riesce senza dubbio a lasciare a bocca a perta lo spettatore per quanto riguarda il comparto visivo. Fotografia, scenografia ed effetti speciali sono incredibili. Non solo nel corso delle due ore possiamo ammirare il corpo da cyborg di Alita e degli altri personaggi nei minimi particolari, ma grazie alla cupa fotografia di Bill Pope e alla scenografia di Caylah Eddleblute e Steve Joyner si viene totalmente immersi nella decande futuristica città-discarica.

Effetti speciali, fotografia e scenogafia lasciano a bocca aperta.

A ciò vanno aggiunti le più che riuscite scene di combattimento, dove pugni calci e acrobazie si susseguono senza sosta. Combattimenti che mostrando tutta la leggiadria, la forza e la letalità di Alita che non risparmia tra combattimenti corpo a corpo contro imponenti avversari e che si diverte a dare vita a risse da bar a cui vanno aggiunte le letali corse del motorball nelle quali si viene letteralmente immersi.

Alita è il classico film che convince a metà. Una confezione sgargiante, ma dal contenuto povero.

In conclusione Alita: Angelo della Battaglia è un film che convince a metà. Ineceppibile dal punto di vista visivo ma deludente dal punto di vista narrativo, incapace di dare vita ad una storia avvincente e capace di intrattenere. Ennesimo live action dalla confezione sgargiante, ma dal contenuto povero.

 

 

Alita: Angelo della Battaglia sarà al cinema dal 14 febbraio.

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