Dopo aver spaventato il pubblico inglese, la pièce teatrale Ghost Stories arriva sul grande schermo per raccontare le indagini del Professor Philip Goodman, il cui lavoro consiste nello smascherare false sedute spiritiche e sedicenti medium. Ma tre casi metteranno a dura prova il suo scetticismo.
Era il febbraio del 2010 quando alla Livepool Playhouse ha esordito Ghost Stories, spettacolo horror scritto e diretto da Andy Nyman e Jeremy Dayson. Uno spettacolo che ancora oggi è considerato uno dei più spaventosi mai andato in scena. Una pièce che ha sbancato i botteghini dei teatri inglesi, inclusi il Lyric Theatre di Hammersmith e il Teatro Duke of York di Londra, e in grado di conquistare anche i teatri di Toronto Shangai, Lima, Sydney e Mosca.
Un successo dovuto ad una storia in cui lo spettatore è completamente immerso per 80 minuti. Una trama ispirata ai film delle Amicus Anthologies degli anni ’60 e ’70 come Le cinque chiavi del terrore e La bottega che vendeva la morte, nonché alle attrazioni horror dei parchi divertimenti. Un successo così eclatante che ha convinto i due ideatori a portare lo spettacolo al cinema.
Visto il successo della pièce teatrale i due registi/sceneggiatori hanno deciso di portare la storia al cinema.
Scritto e diretto dagli stessi Andy Nyman e Jeremy Dyson, Ghost Stories vede protagonisti lo stesso Dyson, nei panni del Professor Goodman, al cui fianco troviamo Martin Freeman, Alex Lawther (The End of the F***ing World), Paul Whitehouse, Nicholas Burns e Kobna Holdbrook-Smith.
Il Professor Philip Goodman è noto a tutti per il suo scetticismo nei confronti del paranormale. Lo psicologo conduce il programma televisivo Truffe Paranormali, in cui smaschera in diretta sedicenti medium, false sedute spiritiche e ingannevoli attività paranomali. Un mestiere che decide intraprendere grazie alla trasmissione condotta dal suo idolo, lo psicologo Charles Cameron, scomparso in circostanze misteriose.
La vita di Goodman viene stravolta dall’arrivo di uno strano pacchetto, inviatogli proprio da Cameron. Giunto a cospetto del suo mito, viene incaricato da questi di risolvere tre casi rimasti irrisolti. Tre situazioni che gli hanno fatto capire di aver aver sbagliato nel voler razionalizzare ogni cosa a tutti i costi.
Starà ora al Professor Goodman portare a termine le indagini dei tre casi che per Cameron sono la prova inconfutabile dell’esistenza del paranormale. Riuscirà il conduttore di Truffe Paranormali a risolvere il misero che si cela dietro i casi che gli sono stati affidati?
La mente vede quello che vuole vedere. Una frase semplice ma che ha in sé un significato più profondo di quello che si possa pensare. La mente umana è facilmente suggestionabile, basta veramente poco per autoconvincersi di qualcosa. Proprio da questa affermazione parte Ghost Stories e la convinzione del protagonista, il Professor Philip Goodman, che ogni evento sovrannaturale non è altro che frutto dell’autosuggestione.
Per il protagonista ogni evento sovrannaturale è frutto dell’autosuggestione.
Un fil rouge che unisce la carriera di smaschera truffe paranormali dello psicologo e dei tre casi irrisolti che seguirà. Tre storie che metteranno a dura prova il suo scetticismo, portandolo a contatto con tre persone diverse tra loro ma unite da storie in cui accadono fatti inspiegabili.
Così dopo un incipit di immagini di repertorio, che ci mostrano il lavoro del dottor Cameron e della potenza della mente umana, veniamo portati nel vivo della vicenda. Mostrandoci prima in cosa consista il lavoro di Goodman e successivamente il suo coinvolgimento nell’ultimo desiderio di un uomo tormentato dal suo lavoro.
Un film che parte in sordina, per poi entrare lentamente nel vivo della storia. Una pellicola divisa in capitoli, i quali presentano tutti la stessa struttura, ovvero l’incontro dello psicologo con i tre protagonisti per poi fare un salto indietro del tempo e mostrarci i fatti che li hanno visti protagonisti.
Tre vicende diverse tra loro ma che hanno in comune fatti inspiegabili, in cui il paranormale la fa da padrone e dove non mancano suspense, tensione e ansia. Le tre vicende raccontate riescono a tenere lo spettatore con gli occhi fissi sullo schermo. Tre eventi capaci di ipnotizzare grazie alle atmosfere cupe, al sonoro, ai movimenti di macchina e a quei dettagli che fanno la differenza.
Non mancano suspense, tensione e ansia e dove l’inquietudine e il terrore si tagliano con il coltello.
Vicende in cui ovviamente troviamo i classici jump scare, che arrivano quando meno ce lo si aspetti e in grado di far fare il proverbiale salto sulla sedia. I due registi sono riusciti a creare un clima in cui l’inquietudine e il terrore si tagliano con il coltello, capace di provare allo spettatore un nodo allo stomaco che gli farà compagnia per tutta la durata della pellicola.
Ghost Stories deve la sua buona riuscita alla sceneggiatura, alla regia ed al cast.
Ghost Stories deve la sua buona riuscita senza dubbio alla sceneggiatura, scritta a quattro mani da Nyman e Dayson. Per quanto non sia originale, i due sono riusciti a dare vita ad un thriller psicologico intrigante e riflessivo, dove è quello che sembra. Tre misteri da risolvere in cui fantasmi e demoni sono protagonisti assoluti e dove il senso di colpa ha un ruolo chiave.
Buona anche la regia dei due autori, che tra primi piani, movimenti di macchina e dettagli riescono a portarci nel pieno di una vicenda affascinante. Una storia in cui si intrecciano passato, presente, scetticismo e fede, in cui il protagonista verrà a contatto con eventi inspiegabili che lo porteranno su un cammino inaspettato.
Convincente il cast protagonista. Andy Nyman riesce a restituire un professore scettico che lentamente inizia a nutrire dei dubbi. Convincente anche il trittico formato da Martin Freeman, Alex Lawther e Paul Whitehouse tre uomini increduli di quanto gli sia accaduto ed allo stesso tempo terrorizzati ed incapaci di venirne a capo.
Ghost Stories è un horror che sicuramente riesce nel suo intento, anche grazie ad un finale inaspettato che stravolge tutte le certezze dello spettatore. Un finale che però pecca nella sua eccessiva lunghezza. Una conclusione multistrato che purtroppo risulta ridondante. Ma nonostante ciò rimane molto efficace.
Motivo di riuscita del film è anche il finale inaspettato.
Inoltre è una di quelle pellicole che ricorda allo spettatore come lavorare di notte, attraversare una strada di campagna buia da soli o passare la notte in una grande casa in compagnia di una bambola non siano propriamente grandi idee. Soprattutto perché quando si è da soli e nessuno può sentirti urlare.
Ghost Stories sarà al cinema dal 19 aprile.