In questo approfondimento parliamo di Italian Videogame Program che si propone di arricchire la mappatura del territorio nazionale in chiave videoludica e per il quale abbiamo anche intervistato il project manager Andrea Dresseno.
Italian Videogame Program è un progetto ambizioso che trova collocazione all’interno del più ampio protocollo d’intesa siglato tra AESVI e Italian Film Commissions. Numerose le regioni già coinvolte: Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Toscana, Valle d’Aosta, Piemonte, Puglia, Sicilia e Sardegna. L’obiettivo, nel corso del tempo, sarà quello di estendere il lavoro di mappatura a tutte le regioni d’Italia.
IVIPRO ha origine nel 2014 dall’osservazione di casi esemplari come quello del gioco Assassin’s Creed II, titolo ambientato nell’Italia rinascimentale, tra Firenze, Monteriggioni, San Gimignano, Venezia e Forlì. Nel gioco gli scenari sono stati ricostruiti in maniera meticolosa.
Le cose hanno iniziato a muoversi di pari passo con la crescita del pubblico e del mercato dei videogiochi: in Italia, stando agli ultimi dati AESVI, sono più di 25 milioni i giocatori, quasi il 50% della popolazione di età superiore ai 14 anni. Abbiamo quindi a che fare con un’audience sempre più vasta, nel nostro Paese e non solo.
I videogiochi dimostrano un incredibile potere in termini di coinvolgimento emotivo. Sono veicolo di storie e narrazioni che mescolano fiction e realtà; strumenti creativi al servizio degli autori e a uso e consumo dei giocatori: formidabili macchine dell’immaginario.
L’Italia possiede un patrimonio storico, architettonico, urbanistico senza eguali, e questo patrimonio oggi può essere valorizzato anche attraverso la realizzazione di videogiochi ambientati in Italia o legati alla cultura italiana.
Al pari di altri medium infatti, anche i videogiochi possono incentivare il turismo e diventare uno strumento di valorizzazione territoriale.
Negli ultimi anni i titoli che sfruttano il nostro territorio o la nostra storia sono in costante aumento. Il recente The Town of Light, per esempio, titolo ambientato nell’ex manicomio di Volterra. Un gioco che vuole raccontare la condizione dei malati mentali prima della Legge Basaglia. Venti Mesi, visual novel in venti atti che parla della Resistenza italiana e della liberazione dal nazi- fascismo. Wheels of Aurelia, gioco on the road ambientato sulla via Aurelia e nei delicati anni di piombo, sviluppato proprio da un team indie milanese.
Negli ultimi tempi anche le grandi major videoludiche sembrano aver riscoperto il nostro Paese. Uncharted 4, Battlefield 1, Gears of War 4: sono solo alcuni dei blockbuster milionari che hanno tratto ispirazione dal nostro territorio. Persino Final Fantasy XV ha diversi richiami all’Italia, in particolare modo a Venezia, come lo stesso director Hajime Tabata ci ha confessato nel corso della nostra intervista al Lucca Comics & Games.
L’Italian Videogame Program punta ad arricchire la mappatura del territorio nazionale in chiave videoludica individuando, regione per regione, le location più adatte ai videogiochi e catalogando luoghi, monumenti, racconti e personaggi.
Un lavoro che andrà a beneficio sia delle istituzioni – nell’ottica di una possibile committenza – sia di quelle aziende, italiane come straniere, che fossero interessate a sfruttare l’enorme patrimonio culturale del nostro territorio. Verrà fornito supporto in termini di contenuti; gli sviluppatori interessati a realizzare un gioco ambientato in Italia saranno messi in contatto con le Commission e gli enti che operano sul territorio.
Tramite il portale dedicato, che ospiterà anche il database dei contenuti, IVIPRO sarà inoltre vetrina di bandi ad hoc volti alla promozione di determinati luoghi e temi. Un servizio di mediazione che ha l’obiettivo di agevolare la pubblicazione di opere videoludiche che favoriscano sia la diffusione dell’immagine del nostro Paese e dei suoi tesori, sia il turismo nel medio-lungo termine.
In attesa di inaugurare il database delle location e delle storie italiane, è ora online sul portale IVIPRO la nuova sezione collaterale Italia in gioco, che offre una panoramica sui videogiochi, stranieri e nostrani, ambientati in Italia o che hanno tratto spunto dal nostro territorio.
Le schede contengono una breve descrizione del gioco e un focus sulle location presenti al suo interno. Tag specifici consentono di selezionare i titoli in base alla regione, e ogni scheda è accompagnata da una piccola gallery fotografica. La sezione verrà comunque aggiornata nel corso del tempo, e potete già trovarla a questo indirizzo.
Incuriositi da questo ambizioso progetto e da quelle che potrebbero essere le implicazioni che in futuro potrà avere, abbiamo intervistato il suo project manager Andrea Dresseno (Ci teniamo però a citare anche i collaboratori dell’iniziativa: Enzo D’Armenio, Matteo Cutrì, Daniele Barresi e Alberto Cristofaro).
Andrea: IVIPRO è un progetto che nasce dal basso, appunto da un’idea. Un’idea che ha trovato il supporto di AESVI e IFC, realtà che da subito hanno compreso il valore dell’iniziativa. Sin dal principio era chiaro che per la buona riuscita del progetto, nonchè per la sua natura, non si potesse prescindere dal rapporto sia con l’industria che con gli enti territoriali
L’IVIPRO lavora fianco a fianco con le Film Commission e gli enti locali che già dispongono di un ricchissimo database testuale, con annesse gallery fotografiche. Il nostro obiettivo è quello di arricchire i database preesistenti con narrazioni e focus a misura di videogioco, per fornire nuovi spunti a coloro che devono poi sviluppare nuove opere. Per esempio, se tu volessi sviluppare un videogioco il cui tema è la stregoneria, attraverso il database potresti risalire a tutti quei luoghi legati al tema specifico. Scopriresti così che il borgo di Triora (vicino Imperia) è stato teatro di importanti processi di stregoneria. Un piccolo e affascinante paesino arroccato che ospita anche un interessante museo etnografico.
Il lavoro dell’IVIPRO è innanzitutto un lavoro di studio e mappatura. Tuttavia, dal punto di vista concreto, l’IVIPRO può mettere lo sviluppatore in contatto con le Film Commissions territoriali (che possono fornire assistenza logistica per eventuali sopralluoghi, per esempio). La nostra volontà in futuro è quella di segnalare nel database anche l’eventuale esistenza di asset (vedi modelli 3D) già disponibili per un determinato luogo o scenario. Lo sviluppatore può così mettersi in contatto con realtà – vedi enti culturali o Università – che magari hanno già compiuto un lavoro digitale sul patrimonio. A breve avvieremo un percorso di mappatura dei musei, a partire dalle opere che conservano.
Mappare il territorio nazionale è un lavoro a lungo termine ovviamente. Il primo nucleo del database sarà disponibile nel corso del 2017. L’ambizione è quella di riuscire anche a mappare quanti più racconti ed esperienze personali provenienti da cittadini che hanno vissuto eventi storici importanti le cui conseguenze si riverberano ancora oggi sul territorio. Vedi i partigiani, per esempio, o chi ha prestato soccorso dopo il disastro del Vajont. In questo secondo caso si tratta di una persona a me molto vicina, ovvero mio padre. La storia di un luogo risiede anche nelle persone che l’hanno vissuto. I loro racconti possono diventare ulteriori spunti narrativi, pronti per confluire in nuove opere videoludiche.