Abbiamo giocato a lungo l’attesissimo Watch Dogs 2 e in questa nostra recensione vi raccontiamo come ci è sembrato.

Quando venne annunciato il primo Watch Dogs durante la conferenza Ubisoft dell’E3 2012, le sue originali dinamiche di gameplay e la promessa di una storia intrigante e misteriosa mandarono subito in fibrillazione la macchina dell’hype per tutti i giocatori.

Come ben sappiamo, questa è un’arma a doppio taglio. Il titolo vede la luce solo due anni dopo uscendo in cross-gen per PlayStation 3 e Xbox 360 e PlayStation 4 e Xbox One, una versione per Wii U è poi vittima di ulteriori rimandi e di una sorte ingenerosa.

Tralasciamo però le sterili polemiche in ambito tecnico e di dettaglio grafico che hanno portato a creare addirittura mod per la versione PC che simulassero la demo del 2012, e concentriamoci su ciò che ha fatto storcere maggiormente il naso a tutti di quel gioco.

Watch Dogs presentava una struttura di gameplay sì originale, ma anche molto ripetitiva, una storia sì intrigante, ma priva di personaggi carismatici e colpi di scena degni di ciò che ci si può aspettare da una produzione di questo tipo. Quella che doveva essere la nuova IP rivoluzionaria della casa francese, fu sommersa da una marea di critiche dai giocatori.

Con questo secondo capitolo lo sviluppatore ha ammesso fin da subito di aver recepito il feedback degli utenti e di aver voluto lavorare per migliorare le cose. In molti hanno sperato fin dall’annuncio di Watch Dogs 2, che questi si configurasse come un punto altissimo per l’intera industria in modo analogo a quanto accadde col passaggio dal primo Assassin’s Creed al secondo. Proprio la saga degli assassini ha anche subito un anno di stand-by che aggrava maggiormente le aspettative su questo Watch Dogs 2.

 

Watch Dogs 2 riuscirà laddove il primo capitolo aveva fallito?

 

Per scoprirlo non vi resta che proseguire nella lettura della nostra recensione. La versione da noi testata per la recensione è quella PlayStation 4, vi ricordiamo però che Watch Dogs 2 è disponibile a partire dal 15 novembre anche per PC e Xbox One.

 

La recensione di questo titolo arriva con un discreto ritardo in quanto la copia per la recensione ci è stata consegnata al day one. Ci scusiamo per l’attesa ma abbiamo preferito aspettare qualche giorno extra invece che essere precipitosi al fine di dare una valutazione completa e non approssimativa del prodotto.

 

 

Watch Dogs 2

 

 

Watch Dogs 2 ci mette nei panni di un nuovo protagonista, Marcus Retr0 Holloway, e in una location tutta nuova. La tenebrosa frenesia della Chicago di Aiden Pearce cede il posto alla coloratissima Silicon Valley, più precisamente l’enorme Bay Area di San Francisco.

La cornice rimane dunque sempre quella di una realtà molto verosimile in cui un gruppo di hacker sfrutta al massimo le capacità delle nuove tecnologie per controllare la città, anche in questo capitolo protagonista fondamentale dell’azione di gioco. Il tutto si declina in delle meccaniche di gameplay estremamente dinamiche e divertenti, che se nel primo capitolo si limitavano quasi interamente all’uso di pc e smartphone, qui sono arricchite anche dai droni.

Il gioco inizia con Marcus intento a cancellare tutti i propri dati sensibili dai server del ctOS per entrare ufficialmente nel gruppo DedSec di San Francisco, composto da Horatio, dalla street-artist Sitara, dal mascherato e  Wrench, e dall’introverso genio dei software Josh. Un gruppetto che in questo capitolo dismette quei panni da giustiziere o criminale un po’ emarginato che caratterizzavano Aiden e compagni, per vestire quelli di una generazione estremamente pop che sa di avere le chiavi del mondo nel proprio smartphone.

 

 

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Prendete il substrato culturale di una serie tv come Silicon Valley, aggiungete un tocco del catastrofismo sistematico e del fascino high-tec di Mr. Robot, condendo il tutto con lo stile e lo humor che avrebbe ancora oggi un Fresh Prince e declinate il tutto in una struttura tipo il primo Watch Dogs, ma senza le limitazioni tecniche della scorsa generazione.

Il DedSec combatte la Blume Corporation che sfrutta il ctOS 2.0 e il social network di punta per controllare il traffico di informazioni, controllare le persone e manipolarle. Vittima di tali soprusi è stato anche lo stesso Marcus e il gruppo dovrà opporsi con ogni mezzo possibile al dilagare di questa tendenza. Non siamo davanti ad una trama profonda, essa anzi ha dei toni spesso autoironici e scanzonati che tolgono qualsivoglia serietà a molti contesti.

 

Dunque Ubisoft ha fallito con questo sequel? No, per niente.

 

Probabilmente il non prendersi sul serio è la vera forza di Watch Dogs 2, un titolo che non sviluppa una trama lineare (come il suo predecessore) ma segue una narrazione verticale e ritmata che si sviluppa intorno ai vari personaggi. Questi risultano caratterizzati davvero bene e riescono ad essere subito empatici con il giocatore.

Unico vero limite forse è che la scelta di dare delle personalità così delineate li avvicina molto ad un target che di certo non disprezzerà la scelta, ma non rende per il giocatore medio questo titolo un’alternativa ad un GTA V che continua per la sue estrema genericità ad essere il riferimento per questo tipo di esperienze videoludiche.

 

 

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L’impianto del gameplay di Watch Dogs 2 pone, come già anticipato sopra, la città di San Francisco come vero protagonista.

L’impianto del gameplay di Watch Dogs 2 pone, come già anticipato sopra, la città di San Francisco come vero protagonista oggettivo del titolo. L’interazione con questa smart city ci permetterà di controllare praticamente ogni cosa, grazie anche e soprattutto alla volontà di bilanciare tanto l’hacking in senso stretto di hardware e software quanto le dinamiche più legate all’incessante crescita di internet e dei social network.

Sarebbe riduttivo classificare l’azione di gioco come mero sparatutto in terza persona, oltre all’uso “dell’arma bianca” infatti, il titolo enfatizza le dinamiche stealth e la visuale tattica che ci permette di sfruttare l’ambiente circostante a nostro vantaggio. In tal senso i due droni sono fondamentali in quanto ci permettono davvero di pianificare in modo tattico la nostra azione di gioco, contribuendo inoltre a diversificare anche in fasi platform la stessa.

L’intelligenza artificiale dei nemici è stata notevolmente migliorata rispetto al primo capitolo e offre un livello di sfida gratificante. Decisamente migliorata anche la guida di automobili e moto che, sebbene mantenga una natura fortemente arcade, regala un feeling diverso e più sensato a seconda del mezzo che si sta guidando.

Il comparto multiplayer è scarno ed essenziale, ma offre divertenti attività sia cooperative che competitive che si innestano direttamente nell’azione di gioco. Il titolo ovviamente ha una natura fortemente incentrata al single player e, di questi tempi, la cosa rappresenta per il parere di chi vi scrive, un notevole valore aggiunto.

 

 

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Tecnicamente Watch Dogs 2 se la cava decisamente bene. Graficamente abbiamo ottimi effetti ed illuminazione, considerando che si tratta di un vastissimo open world. Di base il titolo gira su entrambe le console a 30fps granitici ma offre il meglio di se nella versione PC – se giocato su un hardware di fascia medio alta, ovviamente – e su PlayStation 4 Pro dove i miglioramenti in termini di dettaglio su una tv con pannello 4K HDR sono notevoli.

In conclusione, non siamo davanti ad un capolavoro assoluto ma a un gioco che fa il suo dovere e non delude le aspettative che vi avevamo riposto. Prende tutto ciò che di buono era stato fatto nel capitolo precedente e lo migliora in maniera riuscitissima.

San Francisco è viva e pulsante, piena di cose da fare. La storia non diventa mai troppo profonda ma tratta tematiche molto diffuse ed importanti soprattutto per il target cui si rivolge con successo e tutto questo è declinato in un gameplay solido e divertente.

 

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Watch Dogs 2
Recensione di Francesco Ventrella