Intervista a Frank Miller, maestro del fumetto americano ideatore di serie divenute cult come Sin City e 300 e in grado di dare nuova vita a testate come Batman e Daredevil. Lo abbiamo incontrato in occasione del Lucca Comics & Games 2016.

Frank Miller, classe 1957, è un artista noto in tutto il mondo che certo non necessita di presentazioni. Creatore della saga noir Sin City, genere di cui è appassionato da sempre, e 300, portato al cinema da Zack Snyder, negli anni della sua lunga carriera ha lavorato con le più grandi testate di fumetti riuscendo a rilanciare serie come Daredevil e Batman.

Il lavoro di Frank Miller è stato fondamentale non solo per le testate a cui ha ridato smalto ma per il fumetto in generale.

Grazie a lui infatti i supereroi diventano “adulti” e affrontano problemi più complicati rispetto alle versioni precedenti.

Per quanto riguarda Devil si deve a lui la creazione dell’affascinante ninja assassina Elektra, mentre nelle tavole del suo Batman è possibile riscontrare sia un modo nuovo di concepire le didascalie, sia una diversa è più rigorosa divisione delle tavole a cui sono alternate eccezionali splash-page. Non è un caso che negli anni per i film di Batman e Daredevil e la serie tv Netflix  sul diavolo di Hell’s Kitchen abbiamo preso spunto proprio dai suoi lavori.

Fumettista, sceneggiatore e regista è uno disegnatori più influenti ed importanti contemporanei ed insieme ad Alan Moore ha portato nel fumetto supereroistico americano atmosfere cupe ed adulte dando vita a storie crude e prive di filtri.

In occasione dell’edizione numero 50 del Lucca Comics & Games lo abbiamo incontrato e ci siamo fatti raccontare del suo rapporto con il fumetto in generale, con il cinema, della situazione politica dell’America ormai prossima ad eleggere il nuovo presidente e molto altro.

 

 

Cosa può dirci dei nuovi progetti riguardanti Sin City e 300?

Il progetto più entusiasmante a cui sto lavorando ora è il seguito di 300, che si intitola Serse e narra la storia di come il re persiano sia salito al potere. Il fumetto avrà un approccio diverso, molto più mistico. Per quanto riguarda Sin City è un progetto a cui lavorerò sempre, finché sarò in vita.

 

Come è nato il suo amore per il noir?

Leggendo The Spirit di Will Eisner di cui mi ha affascinato da subito il bianco e nero. Poi ho scoperto che il materiale di base erano le storie dei romanzi anni ’40, da quel momento ho iniziato a leggerli e mi sono appassionato.

 

Come vede l’America del futuro? Tornerà al cinema?

Non sono profetico, sono solo un fumettista e prendo in giro quello che succede nel mio Paese. Ora abbiamo un uomo dai capelli arancioni che vuole diventare presidente, è un pagliaccio molto pericolo. Una cosa veramente patetica. Niente più domande sulla politica, quando si parla di Trump non capisco più nulla, mi fa male il cervello. Per quanto riguarda il cinema non saprei dirti ora, vedremo.

 

Holy Terror è un’opera molto viscerale, cosa può dirci a riguardo?

Holy Terror è un’opera emotiva e violenta, è stata una risposta all’attacco subito dalla città che amo, ovvero New York. I toni della graphic novel ripropongono il fatto che si deve affrontare un pericolo.

 

Cosa pensa della nuova era dei cinecomics?

La trasposizione da un medium ad un altro comporta necessariamente delle modifiche, è una cosa naturale. A volte tali modifiche sono fatte male, a volte sono fatte bene e possono anche essere meglio del fumetto da cui si ispirano, esempi lampanti sono il primo Superman e 300.

 

Come nasce il personaggio di Ava Lord, donna che è sia femme fatale che fanciulla in pricolo?

Lei è una femme fatale a tutti gli effetti, è pura malvagità. È un personaggio che fa di tutto pur di ottenere ciò che vuole, e se per ottenerla deve indossare la maschera della donna fragile ed indifesa non ha nessun problema a recitare quella parte.

 

Cosa può dirci della collaborazione con Azzarello? Che differenze ci sono fra i vostri Batman?

Il mio Batman è sicuramente più emotivo, quello di Brian invece è più intelligente. Lavorare con lui è molto facile è divertente, è una persona intelligente.

 

Grazie a lei i supereroi sono diventati adulti. Cosa può dirci a riguardo?

Sono stato parte di un periodo di transizione del fumetto americano, merito che divido insieme ad Alan Moore. Il fatto che gli eroi affrontino problemi più complessi è allo stesso un bene ed un male perché a volte può ispirare materiale che poi risulta essere pretenzioso.

 

Nelle sue opere vi è la ricerca di questioni complesse e per il lettore è difficile prendere una posizione. Cosa può dirci a riguardo?

Non è il mio lavoro dire cosa una persone debba pensare, fare o dire. Il mio lavoro è scrivere buone storie e prendere in giro determinate scene.

 

I suoi personaggi risolvono i problemi con la violenza. Crede che questo sia l’unico modo per risolvere i problemi della società?

Se la violenza fosse la soluzione non ci sarebbero la polizia o l’esercito. Le mie storie contengono violenza perché sono bravo a mostrare combattimenti.

 

Qual è il suo film preferito? E il suo cinecomic?

Il mio film preferito in assoluto è High Noon (Mezzogiorno di fuoco) con Gary Cooper. Per quanto riguarda i cinecomic senza dubbio Superman I.

 

Batman è un’icona, cosa l’ha colpita del personaggio? Perché secondo lei piace tanto al pubblico?

Lavorando al Cavaliere Oscuro ho lavorato sull’essenza dei personaggi e di Batman ciò che si evince è la sua grande rabbia, la sua furia derivata dall’uccisione dei genitori, un trauma personale.

 

Ronin sta avendo un nuovo successo, tornerà a lavorare sul fumetto?

Ho una nuova storia che vede protagonista Casey che si muoverà e combatterà in un futuro devastato.

 

Cosa resta da decostruire dei supereroi? Tornerebbe a lavorare su Daredevil?

Qualcosa ovviamente ancora c’è, ma ora non sto pensando a questo. Per quanto riguarda Daredavil con lui ormai ho chiuso, invece tornerei a lavorare su Elektra.

 

A proposito di Elektra, la sua versione ha creato un genere. Cosa pensa di tale eredità?

Elektra è morta. Elektra è un personaggio che ha ottenuto qualcosa di impossibile e destinato ad una tragica fine.

 

 

 

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