L’uomo più sorvegliato del mondo

L’uomo più sorvegliato del mondo è un giovane di 32 anni e 8 mesi di cui non ci è noto il nome (per ovvie ragioni) ma che per noi sarà Andy Carson, abitante della East Coast, residente in una periferia di una non ben nota città.

Un intero piano del condominio da lui abitato è adibito a centro di spionaggio e molti dei suoi amichevoli condomini non sono condomini come ci si aspetterebbe ma bensì delle comparse, pagate per estorcere con un sorriso qualunque tipo di informazione al signor Carson.

Forse non sapete che molto di ciò che accade nel mondo ogni giorno dipende, volontariamente o meno, da Andy. In una recente e segretissima intervista agli operatori del centro di spionaggio vengono rivelati alcuni particolari alquanto interessanti.

“A molti Andy può sembrare una persona normalissima,” ci spiega Ed “si sveglia alle 7 e 30, fa una doccia, si guarda allo specchio. Ma è ciò che accade dopo che è sconvolgente.”
“È come se potesse controllare alcuni aspetti del mondo!” salta fuori John “La gente comune non riesce a comprendere il suo enorme potenziale.”

Dalla sala di controllo, tappezzata di monitor, ci spostiamo in un ufficio grigio e scarno, con pochi quadri alle pareti, dove parliamo con Hal, che dirige lo studio da qualche anno, e precisamente da quando Andy si trasferì qui.

“Non possiamo rivelavi molto” inizia con fare deciso “tutto è iniziato mentre conducevo delle ricerche sui mercati azionari dell’America Latina. Ogni mattina leggevo l’andamento delle borse nel caffè in fondo al viale. Poi arrivò lui. Non me ne accorsi subito, mi ci volle qualche giorno per notare la sua presenza costante al mattino. Ma sapete, le cose belle non richiedono attenzioni.” conclude poeticamente.

Hal si accende una sigaretta. “Passarono circa due settimane e ogni giorno Andy prendeva il suo caffè e lasciava il bicchiere vuoto sul tavolo accanto al mio. Poi una mattina lo sentii imprecare: il caffè era troppo caldo e si era ustionato la lingua. Non diedi peso alla cosa fino a che non compresi.” Lo fissiamo sbalorditi “Comprese che cosa?” “Tutto!” esclama Hal “Quel giorno le borse aprirono in rosso! E così fu tutte le altre mattine in cui Andy si ustionò la lingua! Lo so, è incredibile ma è così!”

“Da qualche mese Andy non prede più il caffè al locale ma per fortuna eravamo già pronti a questo evento anche perché avevamo cominciato a studiare altri suoi comportamenti.” “Esatto!” commenta John “Per esempio abbiamo trovato una stretta correlazione tra il tempo impiegato dal suo bollitore per portare l’acqua ad ebollizione e il meteo. È grandioso! Una nota emittente televisiva paga molto bene queste informazioni!”
“Per non parlare dei fondi stanziati dall’esercito per un progetto di affari internazionali” aggiunge Ed con un sorriso “di cui però non possiamo riferire altro.” I suoi occhi sono colmi d’entusiasmo.

Poteva essere una bella storia, ma ne ho abbastanza e decido di intervenire.
“Scusate, ma quello di cui avete parlato mi sembra soltanto un mucchio di stronzate: l’andamento dei mercati azionari è talmente imprevedibile che anche l’orario della pisciata mattutina di un cane potrebbe dare un modello predittivo migliore. E lo sanno tutti che il tempo che l’acqua impiega per bollire dipende dalla pressione a cui si trova.”
Hal, Ed e John mi fissano attoniti, con la sigaretta a mezz’aria. Decido che si è fatta l’ora di andarsene e ci avviamo in fretta verso la porta. Nessuno fiata.

Poco male. Abbiamo appena saputo che nel quartiere accanto vive Rudy, un giovane che ogni mattina indossa un cappellino di stagnola e riferisce nei forum più remoti del web qualunque rumore anomalo percepisca in casa. Si preannuncia un’ottima intervista.

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