Una sorprendente scoperta ci arriva dalla più grande analisi mai condotta sull’impatto del numero di passi quotidiani sulla salute. Secondo lo studio, pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology, camminare solo 3967 passi al giorno può iniziare a ridurre il rischio di morte per qualsiasi causa, mentre 2337 passi al giorno riducono il rischio di malattie cardiovascolari. Ogni 500-1000 passi in più portano a una significativa diminuzione del rischio di morte. Un aumento di 1000 passi al giorno è associato a una riduzione del 15% del rischio di morte per qualsiasi causa, mentre un aumento di 500 passi al giorno riduce il rischio di morte per malattie cardiovascolari del 7%.

Camminare verso la salute

Questi risultati aprono prospettive interessanti, specialmente in un mondo in cui uno stile di vita sedentario contribuisce alle malattie cardiovascolari e a una vita più breve. Il Prof. Maciej Banach, uno dei ricercatori leader dello studio, afferma: “Più si cammina, meglio è“. Questo principio vale sia per uomini che donne, indipendentemente dall’età e dalla regione in cui si vive, siano essi in climi temperati, subtropicali o subpolari. Bastano appena 4000 passi al giorno per ridurre significativamente il rischio di morte, e ancora meno per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Un fatto allarmante è che più di un quarto della popolazione mondiale non fa sufficiente attività fisica. Le donne superano gli uomini in questo aspetto (32% contro 23%), e i paesi ad alto reddito sono più colpiti rispetto a quelli a basso reddito (37% contro 16%). Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’attività fisica insufficiente è la quarta causa di morte nel mondo, con 3,2 milioni di decessi legati all’inattività fisica, ogni anno. Questa scoperta ci dice che non solo un numero elevato di passi quotidiani ha effetti benefici, ma anche piccoli incrementi nella nostra attività possono fare la differenza. Cambiamenti nello stile di vita, tra cui dieta ed esercizio fisico, potrebbero rivelarsi altrettanto efficaci, se non di più, dei trattamenti farmacologici. Tuttavia, come ogni nuova scoperta, sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati su gruppi più ampi di persone e valutare l’impatto in diverse popolazioni e fasce di età.