Game of Thrones s06e08: No One

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No One è il titolo dell’ottava puntata della sesta stagione di Game of Thrones, l’ennesimo capitolo di assestamento dopo quella scioccante quinta puntata. Gli sceneggiatori stanno posizionando i giocatori sulla scacchiera; per vedere la risoluzione delle storyline dovremo necessariamente attendere, di nuovo, la prossima settimana.

Spoiler Alert:
Se non avete ancora visto questo episodio, tornate quando l’avete visto. Se invece l’avete già visto e volete approfondire insieme a noi, questo è il posto giusto.

 

Il pattern degli scrittori della HBO ormai è chiaro, la quinta e le ultime due puntate dovrebbero essere quelle più interessanti; e la sesta stagione non lo smentisce.

Un’altra puntata di costruzione, con poco ritmo, un po’ più di azione ma comunque non risolutiva. Malgrado questo da ogni parte si prendano i Sette Regni, sta per succedere qualcosa di grosso.

 

 

 

Sfumate le fantasiose teorie?

Nel contesto di Braavos, le innumerevoli teorie circa il destino e i possibili twist di Arya sembrano sfumati in una nuvola di conclusioni ovvie. L’orfana infatti non sembra assolutamente essere la controparte della giovane Stark, e la stessa Arya non sembra aver usato i poteri del Dio dai Mille Volti per sdoppiarsi. Quella che si vede nello schermo sembra al 100% la piccola ereditiera di Grande Inverno.

 

 

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Che sia un bene o un male? La trama lineare ricalca l’ovvio, ovvero che Arya ha cercato di sfidare il Dio con la sua partenza, fermata in un primo momento dall’orfana a successivamente conclusasi con la rivincita della Stark. Un finale piuttosto sgonfio se si pensa al percorso che ci ha condotti fino a Braavos, passando per mille insidie e misteri.

readImageAlla fine Lady Crane l’ha curata, Arya si è rialzata, ha spaccato culi a destra e a manca, e ha appeso la faccia dell’orfana nel tempo. Quando poi è andata a rinfacciarlo al Dio, sottolineando nuovamente nome e provenienza, l’uomo le risponde con uno sguardo che assomiglia molto a un touchè.

Tutto qui? Parrebbe di sì.

 

 

 

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Tra le altre cose sfuma anche un’altra teoria che gira attorno Braavos e Arya: alcuni fan avevano infatti notato una strana ombra dietro l’orfana. Lo riconoscete? E’ Syrio Forel, insegnante di Arya. Che ci giura di averlo visto anche tra le foto di backstage. Che sia solo un’ombra di una comparsa che per caso assomiglia a quella di Syrio oppure da qualche parte la HBO si prepara per l’ennesimo ritorno dal mondo dei morti?

 

 

 

 

Ser Jaime in da house

Protagonista dell’ottava puntata è sicuramente Jaime che, con la sua recitazione spesso maldestra, finalmente riesce a tenere il banco e rifilarci una filippica sull’amore incestuoso da far accapponare la pelle. Il Lannister riesce a convincere Edmure Tully a farsi ridare il castello, ora gestito da Pesce Nero.

Può farlo perchè effettivamente lui è il Lord. A fargli cambiare idea, per l’appunto, il monologo di Jaime su quanto un uomo possa spingersi a fare per amore (tipo lanciare un bambino dal balcone). Edmure capisce l’antifona, batte al portone di Pesce Nero e in poche semplici mosse Jaime ha compiuto il suo dovere, e ora può tornare a casa trionfante.

 

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Jaime è anche la controparte di una storica reunion con la sua prediletta, la giunonica Brienne, impegnata in dialoghi col perduto cavaliere che potrebbero far cariare i denti. Non tanto per il contesto, quanto per la scioglievolezza con la quale si guardano i due.

La donna convince il Lannister a farle provare la strategia del dialogo, cercando di dissuadere Pesce Nero dal mantenere la sua posizione e invece partire alla volta della guerra del Nord. Brienne sottolinea anche il fatto che, se mai ne uscisse una battaglia, lei sarebbe costretta a combattere contro Jaime.

Cosa che ovviamente non succede e i due si salutano da lontano con un’imbarazzantissima alzata di mano. E Tormund dove lo mettiamo? Maledetti.

 

 

 

 

Il Re Stolto e la condanna della Madre

Tommen, ormai del tutto inghiottito dagli indottrinamenti dell’Alto Passero, prepara l’ennesima trappola, ma questa volta ai danni della madre.

 

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Cersei, rintanata alla Fortezza Rossa, viene invitata da un gruppo di Passeri a raggiungere il pastore; ma quando lei declina gentilmente l’offerta e sceglie la violenza, scaglia contro di loro la Montagna, che stacca la testa ad un paio di fanatici religiosi e porta a casa la scena. Di tutta risposta, l’Alto Passero, attraverso la bocca e il potere di Tommen, cambia le regole del gioco ordinando che da quel momento in poi i processi per singolar tenzone vengano bannati.

Ora Cersei deve affrontare il processo da sola, condannata dal suo stesso figlio, che non accenna a pentimenti. Tuttavia ha ancora una carta da giocarsi, e ce lo svela parlando con Qyburn.

 

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Sicuramente non ha intenzione di andarsene come Olenna, e tutto lascia presagire che comparirà di nuovo l’Altofuoco, esattamente come nelle premonizioni di Bran. Approdo del Re brucerà col volere di mamma Lannister? Per una volta, ma solo per questa, i fan si schierano dalla parte di Cersei nella speranza di smantellare il potere acquisito con aggiri e fanatismo da parte dell’Alto Passero.

E come aveva detto il Re Folle:

 

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Burn them all!

 

 

 

Meereen e gli schiavisti

Ancora parentesi di stasi nelle quali Tyrion beve e dice cose, come il suo ruolo ordina, nell’attesa della Regina e in una soddisfazione apparentemente meritata per l’essersi affidata al Culto Rosso.

Verme Grigio e Missandei che si abbandonano a vino e barzellette, Tyrion stesso racconta la stessa storia che aveva raccontato quando era prigioniero degli Arryn; ma qualcosa all’orizzonte fa già vibrare le certezze di tutti: le navi degli schiavisti stanno giungendo a Meereen, per riprendersi ciò che è loro.

 

 

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Un attimo prima del finale della scena, ecco che tra enormi ali di drago fa la sua entrata trionfale a palazzo la scomparsa Regina. Ha un viso e una postura determinati, sarà quindi uno scontro succulento quello tra le decine e decine di navi di schiavisti e Daenerys.

Ora la Khaleesi dovrebbe avere con sè anche l’esercito dei Khal, lo userà per combattere i Masters? E in tutto questo, Tyrion riuscirà a tenere la testa attaccata al collo?

 

 

 

 

La Fratellanza

Clegane torna a spaccare teste e lo fa con lo stile da uomo-vero che lo ha spesso contraddistinto. Riunitosi alla Fratellanza senza vessilli, richiede due dei tre uomini che stanno per essere impiccati e poi, poco soddisfatto, va a svuotare la vescica al fiume. Ecco che compare anche il secondo quasi full frontal della stagione.

Il futuro del Mastino resta piuttosto oscuro, malgrado le parole del ritrovato Beric Dondarrion non è ben chiara la risoluzione della questione Fratellanza e il destino che Clegane andrà a compiere.

Ma la domanda più importante della puntata è:

Come diavolo andava a finire la barzelletta del somaro?

 

 

 

 

s06e09: The Battle of Bastards

La prossima puntata, almeno da quel che dice il titolo, si concentrerà finalmente su una delle storyline più seguite: la battaglia tra Jon Snow e Ramsay Bolton per il dominio su Grande Inverno. Che sia davvero la volta buona che i grandi sconfitti dei Sette Regni abbiano la propria rivincita e riconquistino le proprie terre, cacciando gli impostori? Per la casata degli Stark sembra l’unica via percorribile per tornare in auge. A quel punto anche Arya, diretta verso casa, potrebbe ricongiungersi a loro e, assieme, ristabilire il potere della grande casa perduta.

Una delle numerose teorie sui personaggi di Game of Thrones aleggia nell’aria ormai da tempo e rivelerebbe le reali le origini dello stesso Bastardo di Grande Inverno.

Le speculazioni parlerebbero di un padre diverso da Ned Stark e individuerebbero la madre di Jon in Lyanna Stark, sorella di Ned. E il padre? Rhaegar Targaryen, il figlio del Re Folle. In base a queste supposizioni anche Jon Snow potrebbe tranquillamente essere un pretendente al trono. Cosa ne pensate?

 

 

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