Uncharted: storia di un successo

In occasione dell’uscita del quarto ed ultimo capitolo della saga di Uncharted, ripercorriamo in questo approfondimento le tappe che hanno contribuito a consacrare Nathan Drake nell’olimpo videoludico.

Per molti è semplicemente il tocco magico dello sviluppatore Naughty Dog, che come un novello re Mida, trasforma in oro tutto ciò che tocca (o in questo caso sviluppa).

Ma il successo della saga di Uncharted non è così immediato da spiegare: ormai arrivata alla sua conclusione con l’uscita in esclusiva su PlayStation 4 di Uncharted 4 – Fine di un Ladro.

Ogni grande avventura ha un principio, ma è la strada da percorrere, quella che conduce al suo termine, che riserva la vera gloria.

(Sir Francis Drake, 1587)

 

Con questa frase del celebre pirata (poi divenuto Sir della Corona Inglese) Francis Drake, si apriva il prologo di Uncharted: Drake’s Fortune, il primo capitolo della saga annunciato all’E3 di Los Angeles del 2006, esattamente dieci anni fa, in esclusiva PlayStation 3.

Il titolo era sviluppato da Naughty Dog, software house first party di Sony già ben nota per titoli del calibro di Crash Bandicoot e Jak & Daxter, questo nuovo gioco però si configurava come un action-adventure più maturo rispetto al genere più platform e dal tono cartoon a cui eravamo abituati dagli altri titoli dello sviluppatore.

Il primo Uncharted uscì nel 2007 e vendette oltre un milione di copie in soli due mesi.

Il primo Uncharted uscì poi nel 2007 e vendette oltre un milione di copie in soli due mesi, riscuotendo un successo come pochi e un’ottima accoglienza da parte di pubblico e critica. Inutile dire che il successo della serie si è andato via via cementificando con Uncharted 2: Il covo dei ladri Uncharted 3: L’inganno di Drake

D’altro canto l’hype per il quarto capitolo appena rilasciato su PlayStation 4 è stato alle stelle fin dal primo annuncio, e le recensioni hanno premiato il gioco con ottimi voti che lo attestano in media su un giudizio di 9,48. Ma quali sono le ragioni di tanto successo?

 

 

 

 

Nathan Drake è diventato in breve tempo la nuova icona di riferimento per il mondo PlayStation.

Nathan Drake è diventato in breve tempo la nuova icona di riferimento per il mondo PlayStation. Se contestualizziamo il periodo in cui il primo Uncharted è uscito con la situazione di PlayStation 3 possiamo con facilità identificare una delle ragioni che hanno formato il successo del brand. PlayStation 3 ha fatto molta fatica a imporsi come console di riferimento per la scorsa generazione, complice un hardware su cui era difficile sviluppare rispetto alla concorrente

Xbox 360, uscita con un anno d’anticipo e ad un prezzo decisamente più basso per l’epoca. Nei suoi primi anni di vita infatti, la console Sony ha subito pesantemente il successo di Xbox 360, sulla quale anche molte produzioni third party giravano sensibilmente meglio.

Ciò che più mancava era però un’icona riconoscibile, una killer application come lo furono i titoli Crash Bandicoot sviluppati da Naughty Dog per la prima PlayStation, e il Kratos di God of War per PlayStation 2. Nathan Drake è diventato in breve tempo la nuova icona di riferimento per il mondo PlayStation, simbolo della rinascita di una PlayStation 3 che faticava davvero ad imporsi sul mercato console.

Non sarebbe sbagliato dire infatti che una delle principali ragioni per cui PlayStation 3 ha chiuso il proprio ciclo vitale in una situazione di sostanziale pareggio con Xbox 360 sia stata proprio la presenza della saga di Uncharted.

 

 

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Nathan Drake come la controparte maschile di Lara Croft.

Certo non mancarono critiche e scetticismi soprattutto sul primo capitolo della saga, quello che potremmo dire il più acerbo a conti fatti. In moltissimi giocatori al tempo identificarono Nathan Drake come la controparte maschile di Lara Croft, viste le varie similitudini di gameplay e ambientazione tra il nuovo titolo di Naughty Dog e la famosissima saga Tomb Raider.

In realtà per quante similitudini ci fossero, si potevano trovare altrettante differenze che rendevano già il primo Uncharted una sorta di unicum, destinato poi ad invertire la tendenza tanto che il reboot di Crystal Dynamics su Tomb Raider viene spesso paragonato ormai allo “stile di Uncharted”.

Dove sta, dunque, il punto di forza di questa saga tanto apprezzata?

Con Uncharted Naughty Dog ha saputo raccontare una storia fortemente cinematografica, in un medium video-ludico, trovando una sintesi incredibilmente appagante tra narrazione e gameplay in senso stretto. Non siamo certamente di fronte al primo tentativo di fare ciò, ci basta pensare alla saga di Metal Gear per rendercene conto. Ma in Uncharted il tutto viene dosato magistralmente, regalandoci azione frenetica nel perfetto stile di uno sparatutto in terza persona, esplorazione, enigmi e puzzle ambientali, insieme ad una trama avvincente che prosegue tra sequenze filmate e quick time event tenendo il giocatore letteralmente incollato al divano dall’inizio alla fine.

 

 

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Nathan Drake è un personaggio che riesce da subito a risultare simpatico a tutti.

Nathan Drake è un personaggio che riesce da subito a risultare simpatico a tutti, un orfano che da umili origini aspira a grandi imprese, un po’ spaccone ma mai impreparato, è diventato una sorta di Indiana Jones del mondo dei videogiochi. Il giocatore riesce ad immedesimarsi subito in Drake, a provare empatia per il personaggio così come per Sully, Elena e tutti gli altri personaggi che compongono il cast di Uncharted. L’effetto catartico è esattamente quello che si prova con un film, se ci si aggiunge poi il fatto che a controllare il tutto siamo noi, il gioco è fatto.

L’incipit di ogni capitolo della saga pone le proprie basi su situazioni quanto mai umane e verosimili, così come umani e concreti appaiono anche tutti i personaggi. Nel perfetto stile narrativo del genere poi, il tutto evolve in antichi misteri, in scoperte pericolose come antiche civiltà dotate di poteri sovraumani o rituali che potrebbero segnare la fine del mondo.

Da ultimo il fattore di longevità dei titoli che, a partire dal secondo capitolo, includono anche una modalità multiplayer che nell’ultimo capitolo sembra promettere una struttura davvero di alto livello abbinando ad un dettaglio grafico impressionante anche un frame rate di 60fps, mentre per quanto concerne la campagna di gioco al di là dell’esaurimento della trama vera e propria, c’è sempre una miriade di segreti e collezionabili da raccogliere per poter dire di aver finito il gioco al cento per cento e magari conquistare il trofeo di platino.

 

 

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Spettacolarità, personaggi indimenticabili, narrazione cinematografica e cura per i dettagli sono dunque i maggiori punti di forza che hanno determinato il successo della saga di Uncharted, che con questo quarto capitolo sembrerà stupirci con il prodotto tecnicamente più avanzato mai visto finora su PlayStation 4. 

Vi ricordiamo che Uncharted 4: Fine di un Ladro (ultimo capitolo della saga di Naughty Dog) è disponibile in esclusiva su PlayStation 4 dal 10 Maggio 2016, mentre se siete curiosi di avvicinarvi per la prima volta alla saga potrete rigiocarne i primi tre capitoli sempre su PS4 grazie all’edizione rimasterizzata da BluePoint Games (sviluppatori anche dell’apprezzato spin-off per PS Vita), chiamata Uncharted: Nathan Drake Collection.

 

 

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