La madre di Capitan Ovvio è sempre incinta e anche in questo caso sembra aver colpito con una notizia apparsa su Proceedings of the National Academy of Sciences che crea un chiaro link tra sonno e umore, ma forse non tutto è così scontato.
Svegliarsi di pessimo umore dopo una notte agitata è qualcosa che tutti abbiamo sperimentato, ma il legame tra alterazioni del sonno e pessimo umore non era ma stato identificato con sicurezza a livello molecolare. L’insorgenza di depressione o manie sono di frequente legate a disordini del sonno. Esiste anche una condizione chiamata SAD che altro non è che la depressione dovuta alla stagione autunnale e invernale dovuta alla diminuzione dell’irraggiamento solare.
Anche se sembra qualcosa di poco serio, vivere queste condizioni aumenta il consumo di antidepressivi e psicofarmaci e capire se e come queste condizioni possano essere correlate ai disturbi del sonno è un passo avanti per predisporre una terapia mirata… soprattutto se vivete in Pianura Padana.
Nel tentativo di collegare disturbi nel ciclo circadiano, depressione e alterazioni dell’umore, alcuni neurobiologi dell’Università della California hanno studiato la genetica di una famiglia che soffriva di alterazioni del sonno e di SAD, (cosa che non li a aiutati ad essere più allegri). Lo studio ha comunque permesso ai ricercatori di identificare una mutazione nel gene PERIOD 3 (PER3) correlata ai disturbi del sonno e alla depressione stagionale. Sono stati poi creati dei ratti con delle alterazioni genetiche al gene PER3 che hanno permesso di confermare che pure i topi diventavano depressi, soprattutto se sottoposti a periodi con poca esposizione luminosa.
Se vi chiedete come valutare se un topo è depresso, basta osservare come reagisce agli stimoli esterni.
Il problema è che la depressione stagionale affligge quasi il 10% della popolazione mondiale, perciò una rara mutazione nel gene PER3 non giustifica completamente l’insorgenza di questa condizione, ma sicuramente aiuta ad ampliare la conoscenza alla base dei meccanismi molecolari che portano alle alterazioni del sonno e alla depressione. Creare farmaci mirati che possano colpire alterazioni nei singoli geni responsabili della depressione ne diminuirebbe sicuramente l’abuso, gli effetti collaterali e ne aumenterebbe l’efficacia.
Nell’attesa del farmaco o dell’arrivo dell’estate, piantatevi una lampada in faccia e fatevi una cura di film belli, che in questo periodo ce ne sono parecchi.
#tristezzaapalate
- Via Science