Fallout 4

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Dopo 7 lunghi anni di attesa, tutti noi grandi fan della serie Fallout abbiamo finalmente potuto mettere le mani sul nuovo capolavoro targato Bethesda: facciamo una panoramica del nuovo capitolo per tirare insieme le somme su quello che è stato uno dei migliori giochi del 2015: ecco a voi Fallout 4!

Welcome to
Boston!

Cambia la città, ma non quello che ci riserva la serie. Ci troviamo a Boston intorno all’anno 2280 in un ambientazione post-apocalittica tipica della serie.

La corsa agli armamenti, il limite di risorse da contendersi duecento anni addietro ha portato ad una guerra nucleare che ha portato alla catastrofe l’intero pianeta: pochi sono quelli che sono riusciti a mettersi in salvo negli appositi rifugi anti-atomici chiamati Vault, ed uno di questi è proprio il nostro protagonista.

Tralasciando il proseguo della storia per evitare ogni sorta di spoiler vorrei concentrarmi su quello che è il primo impatto del videogiocatore.

Uno stile retrò anni ’50, con musiche che trasportano il videogiocatore non solo in un’ambientazione post guerra nucleare, ma anche in quella voglia di vita riscoperta dai nostri avi negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, analogie che però ci lasciano, come il vecchio capitolo, meravigliati da come questi due scenari vadano in simbiosi perfetta per creare un’ambientazione unica nel suo genere, e che accompagnano il giocatore dall’inizio alla fine.

Trama lineare con quest secondarie coinvolgenti.

Alla ricerca del figlio scomparso durante l’ibernazione avvenuta nel Vault, il nostro protagonista comincia il suo viaggio in quello che è chiamato Commonwealth, ma senza particolari pressioni date dalla trama. È questo è proprio la punta di diamante di questo titolo: il giocatore, non avendo costrizioni sulle trama principale (che nonostante sia benfatta diciamo non è dotata di un climax tale da spingerci a finire il gioco tutto d’un fiato), è invogliato a esplorare la mappa e avvincendarsi in molte quest secondarie, spesso non utili al completamento del gioco ma che, data la loro fattezza e struttura veramente ottimali coinvolgono in maniera veramente eccezionale.

In questo modo anche se per il completamento del titolo occorrerebbero circa una cinquantina di ore di gioco, è possibile vagare e godersi pienamente il titolo per almeno il doppio delle ore (tutti ricordiamo come Bethesda ci abbia intrappolato con le sue quest secondarie in vecchi titoli come anche Skyrim).

 

 

 

Un RPG/FPS unico nel genere

Andando più nello specifico dei tratti RPG del gioco, la personalizzazione del personaggio tramite dei talenti chiamati Perk è veramente ben fatta, permettendoci di specializzarci in modo più congruo in base allo stile di gioco che si vuole adottare.

Oltre a questa evoluzione del personaggio il gioco essendo un free-roaming da la possibilità di raccogliere oggetti di qualsiasi genere: da munizioni, steam-pack (cure) e siringhe anti-radiazioni per quanto riguarda la parte action, a utensili e oggetti di uso quotidiano da poter utilizzare nel crafting, novità assoluta di questo nuovo capitolo.

Innovativo sistema gestionale e di crafting

Soffermandoci su quest’ultima caratteristica innovativa del nuovo capitolo, si può notare come ogni oggetto in grado di essere raccolto è scomponibile in materie prime che possono essere utilizzate sia per formare degli oggetti totalmente nuovi tramite gli appositi banchi di lavoro, sia per migliorare delle armi o delle armature già equipaggiate in modo da poter affrontare sfide più difficoltose nel corso del gioco.

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fallout-4-crafting-beds-xbox-one-ps4-pc-gameplay-screenshotLa novità più esaltante è però l’utilizzo di questi materiali, per poter costruire accampamenti (case, banchi da lavoro ecc..) e relativo mobilio o oggettistica, per rendere la storia e l’intorno del nostro personaggio unico a nostro piacimento.

Questa rudimentale direzione di un RPG, verso uno stile di gestionale cittadino e personale, anche se non perfetto per quanto riguarda le sue fattezze, può portare il giocatore ad occupare molte ore di gioco personalizzando a dovere il protagonista e l’ambiente di gioco. Cosa aspettarsi di meglio da un RPG?

La risposta è proprio nell’unicità del genere Fallout che non si ferma solo alla componente RPG, ma che va ad intaccare anche quella parte di videogiocatori appassionata di FPS.

Anche se è possibile giocare con una visuale in terza persona tipica dei giochi di ruolo, dopo poche ore di gioco ci si accorge che la telecamera esterna non è la soluzione migliore per affrontare tutte le insidie del gioco.

Il vero compromesso tra sparatutto e RPG.

Questo fattore che potrebbe infastidire alcuni videogiocatori, può anche non essere visto come una mancanza poiché è proprio nell’obiettivo di Bethesda indurci a giocare questo RPG anche come uno sparatutto. Sappiamo bene che in Fallout il combattimento non è affatto una componente sporadica e proprio per questo la casa produttrice è riuscita nel corso del tempo a mostrare un nuovo tipo di soluzione accattivante che unisce i due generi in qualcosa di eccezionale.

Grazie all’ausilio della visuale SPAV, già implementata nel terzo capitolo e qui riproposta con ulteriori miglioramenti, è permesso effettuare uno slow motion sulle parti del corpo più esposte, affrontando le battaglie di ogni genere come un vero e proprio shooter.

 

SPAV in azione!

SPAV in azione!

 

In sostanza Fallout 4 è in grado di unire due mondi e due stili di gioco spesso molto lontani grazie ad una linea di confine molto velata che rende piacevole le ore di gioco, permettendo vaste esplorazioni in un ambientazione veramente molto dettagliata e ricca che attende solo di essere scoperta, ma allo stesso tempo rende avvincenti le fasi action di combattimenti con avversari non generati in base allo stesso livello del nostro personaggio, particolare che rende il tutto veramente avvincente.

 

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Un’ultima novità viene del reparto interattivo ed è la possibilità di legarsi a dei companion, a partire dall’iniziale Dogmeat, il cane protagonista del trailer di annuncio del gioco.

È possibile incontrare nel corso del gioco una dozzina di possibili compagni svolgendo le varie quest ed utilizzandoli successivamente per superare gli ostacoli che ci aspettano nel Commonwealth. Potremo farci accompagnare soltanto da uno per volta e potremo sfruttarli oltre che per attaccare il nemico, mantenere una certa posizione o raccogliere determinati oggetti tramite un sistema di comandi molto rudimentale, anche per costruire delle reti sociali man mano che miglioreremo la nostra affinità con loro portandoceli dietro e condividendo le loro ideologie.

 

 

 

Motore grafico non al passo coi tempi

Se c’è però un vero aspetto negativo di questo nuovo titolo unico nel suo genere è il comparto grafico. Nonostante siano evidenti e sostanziali i cambiamenti effettuati nell’ultimo capitolo è possibile notare già dai primi minuti di gioco come la cura e la minuziosità dei dettagli in gioco non sia accompagnata di pari passo da una grafica altrettanto sensazionale.

 

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Lontani anni luce dalla vera next-gen.

Il passaggio di motore grafico, dal Gamebryo al Creation Engine, appare chiaramente non sufficiente paragonato agli altri titoli next-gen (non a caso sono già trascorsi 4 anni dall’uscita di Skyrim, che già a suo tempo non era il top del top graficamente).

Inoltre la stabilità dei 30 fps a 1080p non è del tutto ottimale, dando chiari segni di rallentamento che influiscono sulla fluidità di gioco.

D’altro canto l’aspetto positivo che verrà sicuramente apprezzato da chi è cresciuto a pane e Fallout è l’assenza di bug critici e frequenti all’interno del gioco che ha caratterizzato la serie nel corso degli anni.

Tutto sommato la mole di lavoro per la casa di produzione si è vista anche in altri direzioni, permettendo l’ausilio sia del pip-boy in limited edition sia dell’app per cellulare all’interno del gioco. Ed ultima ma da non sottovalutare anche l’app Fallout Shelter che ha preceduto l’uscita del gioco con numeri veramente elevati.

 

 

 

Conclusione

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Un titolo veramente ben fatto che non brilla di innovazione e perfezione come il suo predecessore, ma spinge il videogiocatore a perdersi nella sua geografia.

In sostanza Fallout 4 è un titolo veramente ben fatto che non brilla di innovazione e perfezione come il suo predecessore, ma spinge il videogiocatore a perdersi nella sua geografia mettendo a disposizione ore e ore di gioco grazie ad una trama accettabile e sviluppi imprevisti di quest secondarie invece veramente mozzafiato che ci porteranno via veramente tanto tempo.

L’accuratezza di Bethesda sicuramente non sarà visibile nel comparto grafico che lascia un po’ a desiderare, ma ci lascia allibiti per quanto riguarda il sistema ruolistico veramente ben fatto con sprazzi di crafting e gestionale che rendono vivo e divertente il tempo passato a Boston.

Inoltre un combat system ottimale ed un ambientazione veramente unica nel suo genere rende questo nuovo titolo immancabile nella nostra libreria di videogiochi.

Voi cosa ne pensate?

 

 

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