Nel 2015 il mondo del fumetto è più vivo che mai, e oltre al classico formato cartaceo, è nato un mondo parallelo in cui nuovi artisti hanno la possibilità di esporre le opere nate dalla saggia collaborazione tra mente e mano: il mondo dei Web Comics, i fumetti su Internet.

Quella dei Web Comics è a tutti gli effetti una realtà che fa già parte della nostra quotidianità; basta infatti entrare su Facebook per vedere nella propria Home uno o più fumetti brevi ed auto conclusivi di stampo prevalentemente comico che sì, è necessario ricordarlo, hanno alle spalle il lavoro di un autore il quale purtroppo vede spesso la sua opera privata del riconoscimento della paternità a causa del fantastico groviglio causato dalla facilità di condivisione nei Social Network.

Ma quest’oggi non sono qui a parlare di fumetti su Facebook e di proprietà intellettuali violate, bensì di una graphic novel intitolata Fisheye Placebo e della piattaforma Tapastic sulla quale vede la luce.

 

 

Ma che cos’è Tapastic?

Tapastic è una piattaforma sulla quale autori di tutto il mondo hanno la possibilità di pubblicare i propri fumetti, i quali vengono raggruppati per genere e ordinati in classifiche di gradimento dettate dai gusti degli utenti.

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Questi ultimi, una volta effettuato il login, possono leggere i fumetti in maniera totalmente gratuita, commentare le tavole e seguire una determinata opera per ricevere una email (o una notifica se si utilizza l’app per Smartphone) ogni volta che un nuovo capitolo è disponibile.

Gli autori possono anche decidere di “far cassa” mettendo a disposizione delle tavole esclusive per i fan che decideranno di supportarli economicamente.

Tra le decine e decine di autori, spicca senza dubbio Yuumei, una talentuosa ragazza californiana di origine cinese che da ormai due anni sta portando avanti un’opera intitolata appunto Fisheye Placebo.

 

 

La rivoluzione fluorescente

Ciò che colpisce subito una volta aperta la tavola dell’intro è senza dubbio la qualità delle immagini: Fisheye Placebo è un tripudio di colori, scelti con attenzione a seconda del contesto; una vera e propria gioia per gli occhi, elemento raro in un Web Comic.

Ci troviamo in un mondo distopico, in cui non manca un Solar Eye che tutto vede, una connessione internet censurata e filtrata dal Great Firewall e un muro a dividere i ricchi dai poveri.

Passando alla trama, come avrete intuito, ci troviamo in un mondo distopico, in cui non manca un Solar Eye che tutto vede, una connessione internet censurata e filtrata dal Great Firewall e un muro a dividere i ricchi dai poveri. Un’analisi più approfondita porta allla luce anche la cura registica del fumetto, degna delle migliori opere Marvel e DC; il flow delle tavole è, in una parola, perfetto.

Il lettore grazie a questa cura maniacale si immergerà subito nella particolarissima atmosfera del fumetto, che fonde sapientemente la paranoia orwelliana con il colore e l’umorismo dei cartoni animati giapponesi. Se qualcuno mi chiedesse di descrivere Fisheye Placebo in poche parole, credo proprio che direi “Immagina se 1984 fosse stato un anime moderno”.

 

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I protagonisti sono due giovani hacker ribelli e un terzo studente di informatica che si ritroverà coinvolto per puro caso.

I protagonisti sono due giovani hacker ribelli e un terzo studente di informatica che si ritroverà coinvolto per puro caso. Negli ultimi capitoli troviamo anche una sorta di eroina mascherata che scorrazza per la città lasciando messaggi dallo stile molto simile a quello utilizzato da Banksy (al quale l’autrice si ispira).

Le tavole di Fisheye Placebo sono ricchissime di riferimenti alla cultura pop e al mondo dell’informatica e dei videogames, piazzati con così tanta eleganza e nonchalance da strappare sempre un sorriso.

 

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Il mio invito è quello di cliccare sulla pagina Tapastic di Yuumei e leggervi di un fiato i capitoli disponibili di Fisheye Placebo. Che sono pochi. Molto pochi. E qui arrivano le note dolenti.

L’artista è molto lenta e irregolare nel rilasciare nuovi capitoli.

L’artista è molto lenta e irregolare nel rilasciare nuovi capitoli, ha infatti annunciato di soffrire di dolori alla mano derivanti da anni e anni di disegno; se a ciò si aggiunge il fatto che il suo lavoro per Fisheye Placebo è pura passione (Yuumei non trae profitto dall’opera, tanto che ha intenzione a breve di aprire una raccolta fondi su Patreon), il rischio di non vedere un nuovo capitolo per molti mesi è purtroppo alto.

 

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La mia speranza più grande è che non rimanga un lavoro incompiuto, ma il mio sogno più proibito sarebbe quello di mettere mano a una versione cartacea del fumetto per apprezzare al meglio l’impatto visivo che tanto mi ha fatto innamorare di Fisheye Placebo.