Gli anni e il progresso vissuti individualmente

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Si sa, il mondo è sempre stato bello perché è sempre stato vario, ma a volte sorge un dubbio: “Siamo sicuri che tutto quello che il progresso ci ha portato l’abbiamo veramente capito?” ed inoltre: “Siamo assolutamente sicuri che quando utilizziamo il progresso in tutte le sue forme ci rendiamo conto di quello che abbiamo sotto mano e sotto gli occhi?”

Siamo sempre stati abituati alla tecnologia e in particolar modo quelli nati nei primissimi anni 90 del secolo scorso. Un mondo completamente rivoluzionato dalla quotidianità tecnologica e dal fatto che tutto è condivisibile dinamicamente.

Nella seconda metà degli anni ’80 in Italia si stava iniziando a vivere secondo modi diversi il post-scolastico e si stava preferendo un nuovo stile di vita fatto da console e da cartoni animati guardati in gruppo sul modello più grande dei televisori CRT.

La gioia era immensa, ma c’era anche quell’insicurezza quando si giocava alle console ad 8 bit.

La gioia era immensa ma c’era anche quell’insicurezza quando si giocava alle vecchie console ad 8 bit sul: “Che tasto devo premere, vabbè li premo tutti insieme, qualcuno sempre deve soccombere.” Questo concetto di quotidianità era anche vissuto col pensiero che non tutti erano all’epoca abituati a questo modo di vivere differente dalla passeggiata nel vialetto.

Nuovi modi di approcciarsi fin dal mattino eppure 25 anni fa non era assolutamente così palese ma già c’era chi aveva capito quello che il progresso avrebbe potuto offrire e sognava ad occhi aperti. Seppur matematicamente un decennio è composto da dieci anni, la collocazione temporale che si da a questo cambia radicalmente.

Se consideriamo il decennio 1985-1995 assistiamo agli albori di un’era e contemporaneamente alla trasformazione delle abitudini, ma se consideriamo il periodo 1995-2005 ci rendiamo conto che non solo è già nota la nuova era, vista negli anni passati, ma assistiamo in diretta alla completa e ristrutturata unità di pensiero creata dal fatto che a differenza degli anni passati non esiste più il dubbio su cosa veramente questo avanzare tecnologico poteva dare agli adulti ma soprattutto ai bambini e agli adolescenti.

Eppure questo fa ancora riflettere e pone tante altre domande su quell’innocenza che si è persa e sulla gioia che deriva quando si usa la tecnologia. Ci chiediamo se in realtà il pensiero unico è in realtà variabile.

La vita ci spinge a fare cose nuove ogni giorno ed a cambiare idee di continuo. Seppur questo sia giustissimo è utile chiedersi, per capire anche come si struttura la quotidianità sotto il punto di vista degli adulti, se oltre al fatto che tutti siano d’accordo che nel loro momento storico la tecnologia è utile, quotidiana e piacevole da usare, anche come si vivrà la rivoluzione tecnologica a lungo termine e se davvero piace o sarà un semplice puzzle che appena finito va incorniciato e conservato in un armadio.

Nei primissimi anni ’90 dopo i cartoni c’erano le console, lo stereo in camera con le musicassette e il PC col DOS.

Nei primissimi anni ’90 dopo i cartoni c’erano le console, lo stereo in camera con le musicassette e il PC col DOS con un adulto vicino che ti lanciava il giochino col floppy e tutto questo essendo nuovo rivoluzionava i pomeriggi ma si manteneva la classicità perché c’era l’innocenza di chi ancora non capiva bene cosa fossero quegli aggeggi.

Già dopo il 1995 tutto cambia, qualcuno aveva i primi lettori CD portatili con tanto di cuffie e altri la PS1 e il sistema operativo grafico, ma alcuni crescendo si stavano già rendendo conto che ormai i PC, grazie all’ambiente grafico, erano usati in ambienti lavorativi o addirittura a scuola e partirono con l’idea che i PC non erano stati creati esclusivamente per essere usati in ambito ludico o interattivo ma era lo strumento dell’automazione per eccellenza.

Il periodo 1995-2005 con Internet, cellulari, console portatili, ha spinto poi il bambino/ragazzino a vedere il “virtuale” come una cosa indispensabile quasi come l’uomo e la macchina fossero nati insieme data l’oramai complicità che si era venuta a creare.

Questo ci spinge inoltre a pensare che tutto è importante ma è più importante dirlo sullo “spazio tecnologico” usando lo spazio che i server, grazie alle pubblicità, unicamente ci donano? La libertà è stupenda perché usandola ci permette di variare ma a volte il fatto che si scrivano SMS – Post e cose varie di fretta e furia dispiace perché persa l’innocenza perso il valore di ogni cosa? Ci si può ritrovare frastornati poiché se accade un imprevisto quella non è più normalità standardizzata? Tanto hosting e corde vocali usate poco?

Prima le cose erano affrontate con le riunioni di famiglia ora spero che non si twitti o che comunque non si opti per il “mi piace” sulla tavolozza digitale appesa in soggiorno!

Sicuramente ognuno fa le sue scelte, sa bene dove con equilibrio deve fermarsi e poi bisogna considerare il carattere, la situazione generale che ci spinge a fare una scelta anziché un’altra…

Sarà, ma la vita è proprio questa e ci si ritrova così piccoli in un mondo così grande fatto di idee che prima partono come uniche e poi si diramano creando concetti differenti ed a volte opposti e anche se non c’è nulla di male meglio però analizzare e capire a fondo i concetti che ci hanno portato fin qui e anche per tenere un equilibrio tra la vita digitale e la naturalezza delle cose umane.

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